La tesi si propone di indagare l’origine ed i caratteri del fenomeno legato all’esercizio temerario delle azioni pubbliche nell’Atene del V-IV secolo a.C., considerato, invero, come una delle piaghe della πόλις, cosa desumibile, soprattutto, dalla lettura delle fonti. Il fenomeno, conosciuto con il nome di sicofantia, trova le sue cause prime nella natura accusatoria del processo attico, tale per cui chiunque (purché avente capacità processuale) avrebbe potuto avviare un processo, a prescindere da un suo interesse diretto. Si comprende, dunque, come un simile sistema si prestasse agevolmente ad una serie di abusi, in particolare attraverso l’esercizio pretestuoso delle azioni giudiziali da parte dei sicofanti: saranno, quindi, esaminate, da un lato, le azioni utilizzate con maggior frequenza da parte di costoro (al fine di meglio circoscrivere le ragioni alla base della diffusione del fenomeno); dall’altro, le risposte delle autorità ateniesi per sanzionare e per disincentivare l’attività della sicofantia. E proprio l’assenza di un’idonea disciplina sanzionatoria fornisce la base dell’ipotesi per cui la sicofantia fosse, in realtà, un fenomeno sfruttato dalle autorità medesime per ragioni di politica tanto interna, quanto estera. La tesi presenta, inoltre, un’appendice nella quale si prende in analisi il medesimo fenomeno, tuttavia inquadrato nell’ordinamento giuridico romano, al fine di individuare eventuali profili di similitudine o diversità rispetto a quello attico.
La temerarietà dell'azione penale ad Atene. Con un'appendice sulla falsa accusatio.
CAPIZZI, CARLA
2025
Abstract
La tesi si propone di indagare l’origine ed i caratteri del fenomeno legato all’esercizio temerario delle azioni pubbliche nell’Atene del V-IV secolo a.C., considerato, invero, come una delle piaghe della πόλις, cosa desumibile, soprattutto, dalla lettura delle fonti. Il fenomeno, conosciuto con il nome di sicofantia, trova le sue cause prime nella natura accusatoria del processo attico, tale per cui chiunque (purché avente capacità processuale) avrebbe potuto avviare un processo, a prescindere da un suo interesse diretto. Si comprende, dunque, come un simile sistema si prestasse agevolmente ad una serie di abusi, in particolare attraverso l’esercizio pretestuoso delle azioni giudiziali da parte dei sicofanti: saranno, quindi, esaminate, da un lato, le azioni utilizzate con maggior frequenza da parte di costoro (al fine di meglio circoscrivere le ragioni alla base della diffusione del fenomeno); dall’altro, le risposte delle autorità ateniesi per sanzionare e per disincentivare l’attività della sicofantia. E proprio l’assenza di un’idonea disciplina sanzionatoria fornisce la base dell’ipotesi per cui la sicofantia fosse, in realtà, un fenomeno sfruttato dalle autorità medesime per ragioni di politica tanto interna, quanto estera. La tesi presenta, inoltre, un’appendice nella quale si prende in analisi il medesimo fenomeno, tuttavia inquadrato nell’ordinamento giuridico romano, al fine di individuare eventuali profili di similitudine o diversità rispetto a quello attico.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/201650
URN:NBN:IT:UNIPD-201650