La tesi si propone di adottare la lente del cibo per osservare le città e i territori, indagandone la tenuta alle trasformazioni che stanno avvenendo all’interno del sistema alimentare e degli spazi in cui esso si articola, nel tentativo di individuare alcuni strumenti che la disciplina urbanistica può mettere in campo per contrastare i processi di deterritorializzazione in atto. Riconoscendo che osservare il territorio attraverso la lente del cibo da una prospettiva sistemica significa tenere in considerazione anche le conflittualità che i processi alimentari innescano, si è scelto di adottare i paradossi come metodo di indagine. La tesi si struttura in tre parti. La prima ricostruisce come, nel tempo, alcune questioni relative alla relazione cibo-città siano state oggetto di progetti e riflessioni disciplinari. Senza avere la pretesa di essere esaustiva, questa rassegna seleziona alcuni esempi che rimandano a temi attuali e dirimenti e che fanno emergere alcune soglie di un’ipotetica periodizzazione urbanistica attraverso la lente del cibo. La seconda parte della tesi si sofferma sul contesto del Friuli Venezia Giulia come campo d’indagine, esplorando alcuni processi di rigenerazione urbana e territoriale innescati a partire dagli spazi del cibo e mettendo in luce come questi permettano di intervenire su questioni più ampie, andando oltre quella meramente alimentare. L’indagine combinata tra paradossi e lettura dei casi studio fa emergere tre possibili prospettive attraverso cui leggere le esperienze territoriali: il paesaggio, oggetto di processi alimentari deterritorializzanti ma anche di buone pratiche che contribuiscono a tutelare o a farne riemergere caratteri tradizionali identitari; le reti di attori, mettendo in luce come a partire dal cibo sia possibile innescare iniziative di riterritorializzazione delle filiere, ricostruendo le relazioni comunitarie all’interno del territorio; i sistemi di welfare, che permettono di evidenziare le disuguaglianze generate dal sistema alimentare e, al contempo, come i suoi spazi possano essere oggetto di pratiche inclusive ed emancipatorie. Infine, l’ultima parte della tesi rilegge i casi analizzati facendo emergere alcune questioni ritenute utili per riconcettualizzare gli spazi urbanistici entro una prospettiva orientata all’azione. A partire da quanto emerso, la tesi esplora le potenzialità dello strumento Atlante per leggere il territorio e provare a darne una rappresentazione attraverso la lente del cibo. Tre scenari incrementali ipotizzano possibili trasformazioni a partire dal ruolo che l’università potrebbe assumere rispetto ai processi di deterritorializzazione dei sistemi alimentari e ai relativi interventi di rigenerazione dei territori. Infine, in forma di conclusioni, vengono proposte alcune questioni centrali per gli spazi del cibo, nel tentativo di mettere in luce gli elementi emersi dal lavoro di ricerca che sono ritenuti fondamentali per poterli definire.
FOODSCAPING. Ripensare i territori attraverso il sistema del cibo
VENTURINI, CAMILLA
2025
Abstract
La tesi si propone di adottare la lente del cibo per osservare le città e i territori, indagandone la tenuta alle trasformazioni che stanno avvenendo all’interno del sistema alimentare e degli spazi in cui esso si articola, nel tentativo di individuare alcuni strumenti che la disciplina urbanistica può mettere in campo per contrastare i processi di deterritorializzazione in atto. Riconoscendo che osservare il territorio attraverso la lente del cibo da una prospettiva sistemica significa tenere in considerazione anche le conflittualità che i processi alimentari innescano, si è scelto di adottare i paradossi come metodo di indagine. La tesi si struttura in tre parti. La prima ricostruisce come, nel tempo, alcune questioni relative alla relazione cibo-città siano state oggetto di progetti e riflessioni disciplinari. Senza avere la pretesa di essere esaustiva, questa rassegna seleziona alcuni esempi che rimandano a temi attuali e dirimenti e che fanno emergere alcune soglie di un’ipotetica periodizzazione urbanistica attraverso la lente del cibo. La seconda parte della tesi si sofferma sul contesto del Friuli Venezia Giulia come campo d’indagine, esplorando alcuni processi di rigenerazione urbana e territoriale innescati a partire dagli spazi del cibo e mettendo in luce come questi permettano di intervenire su questioni più ampie, andando oltre quella meramente alimentare. L’indagine combinata tra paradossi e lettura dei casi studio fa emergere tre possibili prospettive attraverso cui leggere le esperienze territoriali: il paesaggio, oggetto di processi alimentari deterritorializzanti ma anche di buone pratiche che contribuiscono a tutelare o a farne riemergere caratteri tradizionali identitari; le reti di attori, mettendo in luce come a partire dal cibo sia possibile innescare iniziative di riterritorializzazione delle filiere, ricostruendo le relazioni comunitarie all’interno del territorio; i sistemi di welfare, che permettono di evidenziare le disuguaglianze generate dal sistema alimentare e, al contempo, come i suoi spazi possano essere oggetto di pratiche inclusive ed emancipatorie. Infine, l’ultima parte della tesi rilegge i casi analizzati facendo emergere alcune questioni ritenute utili per riconcettualizzare gli spazi urbanistici entro una prospettiva orientata all’azione. A partire da quanto emerso, la tesi esplora le potenzialità dello strumento Atlante per leggere il territorio e provare a darne una rappresentazione attraverso la lente del cibo. Tre scenari incrementali ipotizzano possibili trasformazioni a partire dal ruolo che l’università potrebbe assumere rispetto ai processi di deterritorializzazione dei sistemi alimentari e ai relativi interventi di rigenerazione dei territori. Infine, in forma di conclusioni, vengono proposte alcune questioni centrali per gli spazi del cibo, nel tentativo di mettere in luce gli elementi emersi dal lavoro di ricerca che sono ritenuti fondamentali per poterli definire.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/201939
URN:NBN:IT:UNITS-201939