Giulio Ferrario, Davide Bertolotti, Cesare Cantù, Giuseppe La Farina e Carlo Cattaneo furono cinque autori italiani che scrissero sull’Impero della Cina leggendo gli scritti dei missionari gesuiti secoli prima, le relazioni di viaggio dei viaggiatori europei in Asia e gli scritti dei sinologi europei dell’epoca. Le loro opere costruiscono una serie di sguardi italiani sulla Cina, trattando la sua storia e la sua geografia e la vita dei cinesi. Oltre a capire la storia editoriale a cui queste opere si riferiscono e le traiettorie culturali a cui appartengono, l’interrogativo centrale di questa ricerca è come valorizzare questi scritti storici sulla Cina e sui cinesi nella letteratura popolare italiana della prima metà dell’Ottocento. A livello metodologico, questa ricerca si propone di suggerire come approfondire il rapporto tra storia, letteratura (ogni tanto compresa la storiografia) e geografia nella storia culturale tra Italia e Cina, per poter discutere il senso globale della Cina come luogo nella storiografia italiana ottocentesca. L’introduzione mira a fornire una panoramica dei temi, delle metodologie e degli approcci specifici trattati in questa ricerca e contiene delle brevi biografie degli autori. Il primo capitolo tende a contestualizzare gli scritti storici e geografici sulla Cina degli autori suddetti, raffigurando il panorama complessivo dell’editoria (sia i volumi, che le riviste) a Milano, Torino e Firenze, e raccontando il grande interesse per la storia all’interno della cultura europea dell’Ottocento. Inoltre tratteggia il percorso dell’organizzazione delle collane editoriali e della pubblicazione dei volumi storici sulla Cina. Il secondo capitolo focalizza le prospettive, le rispettive traiettorie e le idee del mondo degli autori esaminati che costituiscono la base ideologica dei testi italiani. La storia e la geografia sono due prospettive che vengono utilizzate per osservare la civiltà della Cina; ho cercato perciò di esaminare le grandi svolte avvenute nelle traiettorie di questi due cantieri del sapere dal Settecento al primo Ottocento e come le idee del mondo degli autori contribuiscano a spiegare i vari sguardi storiografici sulla Cina. Il terzo capitolo si sofferma sulle descrizioni geografiche e sui racconti storici nei volumi della storia della Cina degli autori italiani, dopo aver chiarito il punto chiave dello sguardo storiografico. Lo sguardo italiano sulla Cina a partire dalle descrizioni geografiche risulta essere un’immagine stagnante e tutt’altro che positiva. Invece, lo sguardo italiano sulla Cina a partire dai racconti storici è più complesso, e mette in luce le diverse percezione dello scorrere del tempo. Il quarto capitolo si occupa delle riflessioni italiane e cinesi sulla società ideale per quanto riguarda gli scritti sul sistema politico, sul mondo religioso e sulla letteratura cinese. Gli autori italiani mostrano nei loro rispettivi scritti le loro varie riflessioni sulla società ideale a partire dai vantaggi e svantaggi del sistema politico dell’Impero, dalle dottrine delle religioni nella Cina e dai quattro generi letterari cinesi; mentre Cao Xueqin autore cinese del Settecento, esprime nel romanzo Il Sogno della Camera Rossa le sue riflessioni sulla società ideale anche alla luce di questi tre temi. Sia gli autori italiani che l’autore cinese mettono a fuoco una propria specifica preoccupazione per il futuro. La conclusione cerca di riassumere quale sia il senso globale della Cina negli scritti storici italiani della prima metà dell’Ottocento riprendendo e componendo insieme gli argomenti discussi nei capitoli precedenti.
Gli sguardi italiani sulla Cina nella prima metà dell'Ottocento
LYU, MAO
2025
Abstract
Giulio Ferrario, Davide Bertolotti, Cesare Cantù, Giuseppe La Farina e Carlo Cattaneo furono cinque autori italiani che scrissero sull’Impero della Cina leggendo gli scritti dei missionari gesuiti secoli prima, le relazioni di viaggio dei viaggiatori europei in Asia e gli scritti dei sinologi europei dell’epoca. Le loro opere costruiscono una serie di sguardi italiani sulla Cina, trattando la sua storia e la sua geografia e la vita dei cinesi. Oltre a capire la storia editoriale a cui queste opere si riferiscono e le traiettorie culturali a cui appartengono, l’interrogativo centrale di questa ricerca è come valorizzare questi scritti storici sulla Cina e sui cinesi nella letteratura popolare italiana della prima metà dell’Ottocento. A livello metodologico, questa ricerca si propone di suggerire come approfondire il rapporto tra storia, letteratura (ogni tanto compresa la storiografia) e geografia nella storia culturale tra Italia e Cina, per poter discutere il senso globale della Cina come luogo nella storiografia italiana ottocentesca. L’introduzione mira a fornire una panoramica dei temi, delle metodologie e degli approcci specifici trattati in questa ricerca e contiene delle brevi biografie degli autori. Il primo capitolo tende a contestualizzare gli scritti storici e geografici sulla Cina degli autori suddetti, raffigurando il panorama complessivo dell’editoria (sia i volumi, che le riviste) a Milano, Torino e Firenze, e raccontando il grande interesse per la storia all’interno della cultura europea dell’Ottocento. Inoltre tratteggia il percorso dell’organizzazione delle collane editoriali e della pubblicazione dei volumi storici sulla Cina. Il secondo capitolo focalizza le prospettive, le rispettive traiettorie e le idee del mondo degli autori esaminati che costituiscono la base ideologica dei testi italiani. La storia e la geografia sono due prospettive che vengono utilizzate per osservare la civiltà della Cina; ho cercato perciò di esaminare le grandi svolte avvenute nelle traiettorie di questi due cantieri del sapere dal Settecento al primo Ottocento e come le idee del mondo degli autori contribuiscano a spiegare i vari sguardi storiografici sulla Cina. Il terzo capitolo si sofferma sulle descrizioni geografiche e sui racconti storici nei volumi della storia della Cina degli autori italiani, dopo aver chiarito il punto chiave dello sguardo storiografico. Lo sguardo italiano sulla Cina a partire dalle descrizioni geografiche risulta essere un’immagine stagnante e tutt’altro che positiva. Invece, lo sguardo italiano sulla Cina a partire dai racconti storici è più complesso, e mette in luce le diverse percezione dello scorrere del tempo. Il quarto capitolo si occupa delle riflessioni italiane e cinesi sulla società ideale per quanto riguarda gli scritti sul sistema politico, sul mondo religioso e sulla letteratura cinese. Gli autori italiani mostrano nei loro rispettivi scritti le loro varie riflessioni sulla società ideale a partire dai vantaggi e svantaggi del sistema politico dell’Impero, dalle dottrine delle religioni nella Cina e dai quattro generi letterari cinesi; mentre Cao Xueqin autore cinese del Settecento, esprime nel romanzo Il Sogno della Camera Rossa le sue riflessioni sulla società ideale anche alla luce di questi tre temi. Sia gli autori italiani che l’autore cinese mettono a fuoco una propria specifica preoccupazione per il futuro. La conclusione cerca di riassumere quale sia il senso globale della Cina negli scritti storici italiani della prima metà dell’Ottocento riprendendo e componendo insieme gli argomenti discussi nei capitoli precedenti.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Tesi_Mao_LYU.pdf
accesso aperto
Dimensione
3.1 MB
Formato
Adobe PDF
|
3.1 MB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14242/202864
URN:NBN:IT:UNIPD-202864