L’espressione “horror vacui” esplicita una tendenza complessiva e fondamentale della metafisica occidentale: quella, cioè, di “riempire” il vuoto. Ammettere la realtà del vuoto significherebbe infatti contraddire i capisaldi della metafisica stessa: la pienezza, la presenza, la linearità causale e perciò la continuità priva di salti dell’Essere. L’operazione decostruttiva avviata da Jacques Derrida, portando a emersione una differenza “più antica” dell’Essere, infrange proprio questi principî: al fondamento metafisico, essa “sostituisce” un vuoto di fondamento. L’obiettivo della tesi è perciò quello di mostrare la correlazione necessitante tra vuoto e differenza, assieme riabilitando la fecondità filosofica del vuoto stesso. A tale scopo, avvalendosi degli “strumenti” decostruttivi, il rapporto tra vuoto e differenza viene strutturato attraverso una rilettura dell’atomismo antico, della nozione platonica di χώρα, della teologia negativa e della Qabbalah, e infine mediante un confronto con il buddhismo. The expression “horror vacui” makes explicit an overall and fundamental tendency of Western metaphysics: that of “filling” the void. Admitting the reality of void would in fact mean contradicting the pillars of metaphysics itself: fullness, presence, causal linearity and thus the unbroken continuity of Being. The deconstructive operation initiated by Jacques Derrida, by bringing out a difference “more ancient” than Being, breaks precisely these principles: to the metaphysical foundation it “substitutes” a void of foundation. The aim of the dissertation is thus to show the necessary correlation between void and difference, while at the same time rehabilitating the philosophical fruitfulness of void itself. To this end, availing itself of deconstructive "tools", the relationship between void and difference is structured through a rereading of ancient atomism, the Platonic notion of χώρα, negative theology and Qabbalah, and finally through a comparison with Buddhism.
Il vuoto e la differenza : decostruzione e vacuità della metafisica
BON, EMMA LAVINIA
2024
Abstract
L’espressione “horror vacui” esplicita una tendenza complessiva e fondamentale della metafisica occidentale: quella, cioè, di “riempire” il vuoto. Ammettere la realtà del vuoto significherebbe infatti contraddire i capisaldi della metafisica stessa: la pienezza, la presenza, la linearità causale e perciò la continuità priva di salti dell’Essere. L’operazione decostruttiva avviata da Jacques Derrida, portando a emersione una differenza “più antica” dell’Essere, infrange proprio questi principî: al fondamento metafisico, essa “sostituisce” un vuoto di fondamento. L’obiettivo della tesi è perciò quello di mostrare la correlazione necessitante tra vuoto e differenza, assieme riabilitando la fecondità filosofica del vuoto stesso. A tale scopo, avvalendosi degli “strumenti” decostruttivi, il rapporto tra vuoto e differenza viene strutturato attraverso una rilettura dell’atomismo antico, della nozione platonica di χώρα, della teologia negativa e della Qabbalah, e infine mediante un confronto con il buddhismo. The expression “horror vacui” makes explicit an overall and fundamental tendency of Western metaphysics: that of “filling” the void. Admitting the reality of void would in fact mean contradicting the pillars of metaphysics itself: fullness, presence, causal linearity and thus the unbroken continuity of Being. The deconstructive operation initiated by Jacques Derrida, by bringing out a difference “more ancient” than Being, breaks precisely these principles: to the metaphysical foundation it “substitutes” a void of foundation. The aim of the dissertation is thus to show the necessary correlation between void and difference, while at the same time rehabilitating the philosophical fruitfulness of void itself. To this end, availing itself of deconstructive "tools", the relationship between void and difference is structured through a rereading of ancient atomism, the Platonic notion of χώρα, negative theology and Qabbalah, and finally through a comparison with Buddhism.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/203068
URN:NBN:IT:UNIUPO-203068