Tutela del lavoro spontaneo e impresa familiare

This research project aims to study and analyze family work and specifically family business regulated by articles 230 bis and 230 ter of the Civil Code. Family business presents itself as a complex institute in which three fundamental elements coexist: family, work and company; each of them generates specific protection needs, but none is destined to prevail over the others, having to balance themselves in the discipline. In article 230 bis of the Civil Code is possible to see one of those moments in which the legal system intervened by implementing a phenomenon already widespread, expression of interests judged worthy of protection. Therefore, first, this work intends to analyze the origin of the institute and its ratio legis, with a careful look at its peculiarities, its legal nature and its condition of applicability and also the rights and powers deriving from participation therein. The institute didn’t receive any changes for over forty years, until law n. 76 of 20 May 2016. This law established civil unions – thus offering the possibility for the parties to a homosexual union to formalize their relationship – and regulated de facto cohabitation; in this way, the law constituted a necessary and impactful intervention on the topic of emotional relationships, restoring an image of family law in rapid and incessant evolution. The family relationship represents a founding element of the family business, therefore, inevitably, this law led to an important change in its regulation. This study highlights how the discipline of family business hasn’t developed in a uniform way, having specific peculiarities for each relationship, which led to differences in the protection granted to the spouse, the cohabitant and the partner of a civil union. Differences which, in fact, brought to the declaration of unconstitutionality of both articles 230 bis and 230 ter of the Civil Code. A correct attempt to frame family work requires not only the delimitation of the exact scope of application of the family business, but also the verification of other possible protection tools for the work performed by family members not attributable to the provision of article 230 bis of the Civil Code. In fact, the work performance of the family members can also constitute a subordinate relationship, or the contribution can derive from participation in the company established in corporate form. The exact qualification of the family member’s work is a complex operation; in family work, the demands of the family intersect with those of work, giving rise to a tangle of balances that is difficult to disentangle, given the multiplicity and heterogeneity of the interests involved, both economic and personal. The important – if not predominant – role of affective dynamics makes it difficult to balance the interests at stake. In conclusion, the awareness of this complexity, acquired through this study, allows us to underline the importance of the protection offered by the institution of the family business in the overall framework of the instruments for the protection of family work and above all to hope for its extensive application which involves every form of collaboration out of affection.

Il presente progetto di ricerca si pone l’obiettivo di studiare e analizzare il lavoro familiare e specificamente l’istituto dell’impresa familiare disciplinato agli articoli 230 bis c.c. e 230 ter c.c. Il rapporto di impresa familiare si atteggia come un istituto complesso in cui coesistono tre elementi fondamentali: la famiglia, il lavoro e l'impresa; ciascuno di essi genera esigenze specifiche di tutela, ma nessuno è destinato a prevalere sugli altri, dovendosi bilanciare nella disciplina. Nell’art. 230 bis c.c. può scorgersi uno di quei momenti in cui l’ordinamento è intervenuto recependo un fenomeno già diffuso nella realtà, espressione di interessi giudicati meritevoli di protezione. Dunque, con il presente lavoro, si intende anzitutto analizzare l’origine dell’istituto e la sua ratio legis, con uno sguardo attento alle sue peculiarità e, in particolare, alla natura giuridica e ai presupposti di applicabilità della fattispecie, oltre che ai diritti e poteri derivanti dalla partecipazione alla stessa. L’istituto non ha subito alcuna modifica per oltre quarant’anni, fino alla legge n. 76 del 2016, legge che ha istituito le unioni civili – così offrendo la possibilità alle parti di un’unione omosessuale di formalizzare il loro rapporto – e ha regolamentato le convivenze di fatto. Questa legge costituisce un intervento necessario e impattante sul tema delle relazioni affettive, che, in ultima istanza, contribuisce a restituire un’immagine del diritto di famiglia in rapida e incessante evoluzione. Il rapporto familiare rappresenta un elemento fondante dell’impresa familiare, pertanto, inevitabilmente, tale legge ha comportato un’importante modifica nella regolamentazione dello stesso: in particolare, mentre alle unioni civili è stato applicato l’art. 230 bis c.c., per le convivenze è stato introdotto l’art. 230 ter c.c. recante un regime ad hoc. Il presente studio pone in evidenza come la disciplina dell’impresa familiare non si sia sviluppata in modo uniforme, avendo specifiche peculiarità e sfaccettature per ciascuna relazione sentimentale, che comportano differenze di non poco conto nella tutela riconosciuta al coniuge, al convivente e all’unito civilmente. Differenze che, difatti, hanno portato alla dichiarazione di incostituzionalità di entrambi gli articoli 230 bis c.c. e 230 ter c.c. Un corretto tentativo di inquadramento del lavoro familiare richiede non solo la delimitazione dell’esatto ambito di applicazione dell’impresa familiare, ma anche la verifica di altri possibili strumenti di tutela per le prestazioni di lavoro rese dai familiari non riconducibili alla disciplina dell’art. 230 bis c.c. Infatti, la prestazione del familiare può configurare anche un rapporto subordinato oppure l’apporto può discendere dalla partecipazione all’impresa costituita in forma societaria. L’esatta qualificazione dell’attività di lavoro del familiare si presenta come un’operazione complessa; nel lavoro familiare le istanze della famiglia si intersecano con quelle del lavoro, dando vita ad un groviglio di equilibri difficilmente districabile, data la molteplicità ed eterogeneità degli interessi coinvolti, sia economici che personali. Il ruolo importante – se non predominante – delle dinamiche affettive rende difficile l’attività di bilanciamento degli interessi in gioco. La consapevolezza di tale complessità, acquisita mediante il presente studio, consente in conclusione di rimarcare l’importanza della protezione offerta dall’istituto dell’impresa familiare nel quadro complessivo degli strumenti a tutela del lavoro familiare e soprattutto di auspicarne un’applicazione estensiva che coinvolga ogni forma di collaborazione per affetto.