Il presente lavoro è incentrato precipuamente sull’analisi delle misure di sicurezza personali (detentive e non detentive); contestualmente costituiscono motivo di interesse i naturali destinatari delle misure di sicurezza, ossia i cd. non imputabili, per i quali le misure di sicurezza rappresentano l’unico e il solo strumento di controllo e intervento penale. Tale disamina si avvale dello studio del sistema delle fonti di diritto internazionale ed europeo, avuto riguardo alla quotidiana e costante proiezione dell’ordinamento italiano nel complesso e multidimensionale apparato sovranazionale, in special modo tenendo a mente che gli attuali sistemi giuridici – costituzionale e internazionale insieme – dovrebbero essere incentrati esclusivamente sui princìpi della rieducazione del condannato e della proporzionalità della pena. L’obiettivo è quello di verificare la reale effettività dei diritti fondamentali di soggetti infermi di mente sottoposti a limitazione della propria libertà personale, onde accertare, non soltanto il tipo di tutela ad essi offerta, ma il modo in cui questa venga concretamente prestata, al fine di comprendere, qualora sia ravvisabile un adeguato complesso di garanzie, gli ostacoli che ne rendano difficoltosa l’applicazione, e quali siano le cause e quali i rimedi atti a rimuoverli; e, in caso contrario, se e fino a che punto il legislatore sia chiamato a “realizzare” un impianto normativo volto a colmare le lacune in materia. Da qui, l’idea di una ricerca che si interroghi – anche in chiave comparatistica, con speciale attenzione ai sistemi “monistici” (Spagna) e “vicariali” (Germania) – sull’opportunità di ripensare (e in che modo) il sistema del doppio binario.
I diritti dei detenuti infermi di mente nelle fonti nazionali e internazionali. L'evoluzione della giurisprudenza interna ed europea
RUSSO, ANGELA
2025
Abstract
Il presente lavoro è incentrato precipuamente sull’analisi delle misure di sicurezza personali (detentive e non detentive); contestualmente costituiscono motivo di interesse i naturali destinatari delle misure di sicurezza, ossia i cd. non imputabili, per i quali le misure di sicurezza rappresentano l’unico e il solo strumento di controllo e intervento penale. Tale disamina si avvale dello studio del sistema delle fonti di diritto internazionale ed europeo, avuto riguardo alla quotidiana e costante proiezione dell’ordinamento italiano nel complesso e multidimensionale apparato sovranazionale, in special modo tenendo a mente che gli attuali sistemi giuridici – costituzionale e internazionale insieme – dovrebbero essere incentrati esclusivamente sui princìpi della rieducazione del condannato e della proporzionalità della pena. L’obiettivo è quello di verificare la reale effettività dei diritti fondamentali di soggetti infermi di mente sottoposti a limitazione della propria libertà personale, onde accertare, non soltanto il tipo di tutela ad essi offerta, ma il modo in cui questa venga concretamente prestata, al fine di comprendere, qualora sia ravvisabile un adeguato complesso di garanzie, gli ostacoli che ne rendano difficoltosa l’applicazione, e quali siano le cause e quali i rimedi atti a rimuoverli; e, in caso contrario, se e fino a che punto il legislatore sia chiamato a “realizzare” un impianto normativo volto a colmare le lacune in materia. Da qui, l’idea di una ricerca che si interroghi – anche in chiave comparatistica, con speciale attenzione ai sistemi “monistici” (Spagna) e “vicariali” (Germania) – sull’opportunità di ripensare (e in che modo) il sistema del doppio binario.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/207682
URN:NBN:IT:UNIME-207682