Background: Nei Paesi ad alto reddito il luogo del parto risulta essere prevalentemente l’ospedale. Tuttavia, per le donne che rientrano nei criteri di fisiologia, è possibile ricorrere al cosiddetto parto extra-ospedaliero, a domicilio o in casa maternità, qualora desiderato dalla coppia. La letteratura dimostra ampiamente che nella popolazione a basso rischio ostetrico la scelta pianificata del luogo del parto ha un impatto poco significativo sugli esiti perinatali avversi. Nonostante l’esigua prevalenza nazionale dei parti extra-ospedalieri (0,2% nel 2021), sembrerebbe che il trend abbia subito un aumento per effetto della pandemia da COVID-19. Attualmente il costo dell’assistenza ostetrica nel parto a domicilio o in casa maternità è totalmente a carico della donna/coppia e solamente alcune Regioni italiane offrono un parziale rimborso spese. Inoltre, per assicurare elevati standard di sicurezza e di qualità, sull’esempio di alcuni Paesi esteri i quali adottano specifici dataset, il parto extra-ospedaliero è un’opzione che deve essere valutata secondo sistemi di controllo ad hoc al fine di garantire, come negli ospedali, un’assistenza materno-infantile sicura ed efficace. Obiettivi: Il presente programma dottorale si pone come obiettivo di implementare un sistema epidemiologico di sorveglianza attiva dei parti extra-ospedalieri a livello regionale, finalizzato al monitoraggio della qualità dell’assistenza e al controllo continuo degli outcome materno-neonatali. Lo scopo è quello di promuovere interventi finalizzati al miglioramento della qualità assistenziale del percorso nascita extra-ospedaliero regionale, all’identificazione di eventuali criticità e alla prevenzione di esiti avversi. Metodi: Sono stati condotti tre diversi studi: il primo studio rappresenta un’indagine pilota effettuata su una casa maternità presente nel territorio romano col fine di sviluppare e testare la scheda di rilevazione successivamente utilizzata per la raccolta dati effettuata nel triennio 2019-2021 nella Regione Lazio. Il secondo studio riguarda la valutazione del costo legato al parto nei diversi luoghi di nascita in Italia, con la conduzione di un’analisi dei costi relativa al “processo parto in ambiente extra-ospedaliero nella prospettiva di accreditamento al Sistema Sanitario Nazionale (SSN)”. Infine, il terzo studio mostra le caratteristiche dell’assistenza ostetrica e degli esiti materno-neonatali dei parti extraospedalieri espletati nel triennio 2019-2021 presso la Regione Lazio nell’ambito del progetto di implementazione del Sistema Regionale di Sorveglianza Attiva. Risultati: Attualmente, nel contesto ospedaliero, il DRG 373 prevede una tariffa omnicomprensiva di euro 1272,00 per il “parto spontaneo senza diagnosi complicanti” mentre il DRG 391 prevede una tariffa di euro 560,00 per il “neonato normale”. Pertanto è possibile desumere come l’assistenza alla diade madre-bambino in condizioni di fisiologia, sommando entrambi i DRG, abbia un costo complessivo di 1832,00 euro. Il processo “parto in ambiente extra-ospedaliero nella prospettiva di accreditamento al Sistema Sanitario Nazionale” in una struttura come la casa maternità è risultato avere un costo pieno di 1.354,95 euro, mentre a domicilio di 919,36 euro. Confrontando le “tariffe” è possibile notare come il costo pieno associato al parto in casa maternità risulta inferiore alla somma delle tariffe DRG del 26,04%, mentre per il parto a domicilio del 49,82%. Il costo medio dell’evento parto presso case maternità private gestite da ostetriche libero-professioniste risulta pari a 3260,00 euro, mentre a domicilio di 2910,00 euro. Tra le donne che hanno partorito in setting extra-ospedalieri della Regione Lazio nel triennio 2019-2021, su 542 donne che hanno portato avanti il percorso extra-ospedaliero, 64 di esse hanno necessitato di un trasferimento in ospedale durante il travaglio. Ne consegue che 478 donne hanno partorito in casa/casa maternità. Tra i principali risultati vi sono: perineo integro nel 38,9% dei casi, 2 casi di lacerazione di III grado (0,4%), nessuna lacerazione di IV grado e in un caso (0,2%) è stata eseguita l’episiotomia. Le emergenze intra-partum hanno riguardato 85 donne sulle 478 che hanno travagliato in ambiente extraospedaliero (17,8%), ma solo 10 di esse hanno necessitato di un trasferimento in ospedale dopo il parto. Il punteggio di Apgar è risultato essere uguale o superiore a 7 al primo minuto nel 99,2% dei casi. Le prevalenze di allattamento esclusivo sono state stimate pari al 96% a una settimana dalla nascita e al 94,6% a un mese. Conclusioni: La scelta di partorire in ambiente extra-ospedaliero nella Regione Lazio, si è dimostrata essere un'alternativa sicura, adeguata, appropriata ed efficace. Per le donne che soddisfano i criteri di fisiologia, è fondamentale sottolineare come la sicurezza, la qualità e l'appropriatezza di tali nascite dipendano da un sistema di regolamentazione che preveda una pianificazione accurata e un monitoraggio adeguato. Pertanto sarebbe auspicabile l'adozione a livello nazionale di un sistema di monitoraggio degli outcome materno-neonatali per i parti extra ospedalieri, similmente a quanto avviene negli ospedali. Ciò appare necessario oltre che sostenibile e successivamente replicabile su scala nazionale. Infine considerare un eventuale accreditamento da parte del SSN dei parti extra- ospedalieri determinerebbe un minor dispendio di risorse economiche rispetto al parto ospedaliero, rendendo accessibile questa alternativa anche alle coppie con basso reddito, riducendo le disuguaglianze sanitarie, fermo restando l’assistenza in regime privato per le coppie che la preferiscono. Inoltre, contribuirebbe in maniera significativa alla demedicalizzazione dell’evento nascita nel nostro Paese.

Il parto in ambiente extra-ospedaliero: dalla cost analisys al monitoraggio degli outcome materno-neonatali nella regione Lazio

CICERO, ROBERTA VITTORIA
2023

Abstract

Background: Nei Paesi ad alto reddito il luogo del parto risulta essere prevalentemente l’ospedale. Tuttavia, per le donne che rientrano nei criteri di fisiologia, è possibile ricorrere al cosiddetto parto extra-ospedaliero, a domicilio o in casa maternità, qualora desiderato dalla coppia. La letteratura dimostra ampiamente che nella popolazione a basso rischio ostetrico la scelta pianificata del luogo del parto ha un impatto poco significativo sugli esiti perinatali avversi. Nonostante l’esigua prevalenza nazionale dei parti extra-ospedalieri (0,2% nel 2021), sembrerebbe che il trend abbia subito un aumento per effetto della pandemia da COVID-19. Attualmente il costo dell’assistenza ostetrica nel parto a domicilio o in casa maternità è totalmente a carico della donna/coppia e solamente alcune Regioni italiane offrono un parziale rimborso spese. Inoltre, per assicurare elevati standard di sicurezza e di qualità, sull’esempio di alcuni Paesi esteri i quali adottano specifici dataset, il parto extra-ospedaliero è un’opzione che deve essere valutata secondo sistemi di controllo ad hoc al fine di garantire, come negli ospedali, un’assistenza materno-infantile sicura ed efficace. Obiettivi: Il presente programma dottorale si pone come obiettivo di implementare un sistema epidemiologico di sorveglianza attiva dei parti extra-ospedalieri a livello regionale, finalizzato al monitoraggio della qualità dell’assistenza e al controllo continuo degli outcome materno-neonatali. Lo scopo è quello di promuovere interventi finalizzati al miglioramento della qualità assistenziale del percorso nascita extra-ospedaliero regionale, all’identificazione di eventuali criticità e alla prevenzione di esiti avversi. Metodi: Sono stati condotti tre diversi studi: il primo studio rappresenta un’indagine pilota effettuata su una casa maternità presente nel territorio romano col fine di sviluppare e testare la scheda di rilevazione successivamente utilizzata per la raccolta dati effettuata nel triennio 2019-2021 nella Regione Lazio. Il secondo studio riguarda la valutazione del costo legato al parto nei diversi luoghi di nascita in Italia, con la conduzione di un’analisi dei costi relativa al “processo parto in ambiente extra-ospedaliero nella prospettiva di accreditamento al Sistema Sanitario Nazionale (SSN)”. Infine, il terzo studio mostra le caratteristiche dell’assistenza ostetrica e degli esiti materno-neonatali dei parti extraospedalieri espletati nel triennio 2019-2021 presso la Regione Lazio nell’ambito del progetto di implementazione del Sistema Regionale di Sorveglianza Attiva. Risultati: Attualmente, nel contesto ospedaliero, il DRG 373 prevede una tariffa omnicomprensiva di euro 1272,00 per il “parto spontaneo senza diagnosi complicanti” mentre il DRG 391 prevede una tariffa di euro 560,00 per il “neonato normale”. Pertanto è possibile desumere come l’assistenza alla diade madre-bambino in condizioni di fisiologia, sommando entrambi i DRG, abbia un costo complessivo di 1832,00 euro. Il processo “parto in ambiente extra-ospedaliero nella prospettiva di accreditamento al Sistema Sanitario Nazionale” in una struttura come la casa maternità è risultato avere un costo pieno di 1.354,95 euro, mentre a domicilio di 919,36 euro. Confrontando le “tariffe” è possibile notare come il costo pieno associato al parto in casa maternità risulta inferiore alla somma delle tariffe DRG del 26,04%, mentre per il parto a domicilio del 49,82%. Il costo medio dell’evento parto presso case maternità private gestite da ostetriche libero-professioniste risulta pari a 3260,00 euro, mentre a domicilio di 2910,00 euro. Tra le donne che hanno partorito in setting extra-ospedalieri della Regione Lazio nel triennio 2019-2021, su 542 donne che hanno portato avanti il percorso extra-ospedaliero, 64 di esse hanno necessitato di un trasferimento in ospedale durante il travaglio. Ne consegue che 478 donne hanno partorito in casa/casa maternità. Tra i principali risultati vi sono: perineo integro nel 38,9% dei casi, 2 casi di lacerazione di III grado (0,4%), nessuna lacerazione di IV grado e in un caso (0,2%) è stata eseguita l’episiotomia. Le emergenze intra-partum hanno riguardato 85 donne sulle 478 che hanno travagliato in ambiente extraospedaliero (17,8%), ma solo 10 di esse hanno necessitato di un trasferimento in ospedale dopo il parto. Il punteggio di Apgar è risultato essere uguale o superiore a 7 al primo minuto nel 99,2% dei casi. Le prevalenze di allattamento esclusivo sono state stimate pari al 96% a una settimana dalla nascita e al 94,6% a un mese. Conclusioni: La scelta di partorire in ambiente extra-ospedaliero nella Regione Lazio, si è dimostrata essere un'alternativa sicura, adeguata, appropriata ed efficace. Per le donne che soddisfano i criteri di fisiologia, è fondamentale sottolineare come la sicurezza, la qualità e l'appropriatezza di tali nascite dipendano da un sistema di regolamentazione che preveda una pianificazione accurata e un monitoraggio adeguato. Pertanto sarebbe auspicabile l'adozione a livello nazionale di un sistema di monitoraggio degli outcome materno-neonatali per i parti extra ospedalieri, similmente a quanto avviene negli ospedali. Ciò appare necessario oltre che sostenibile e successivamente replicabile su scala nazionale. Infine considerare un eventuale accreditamento da parte del SSN dei parti extra- ospedalieri determinerebbe un minor dispendio di risorse economiche rispetto al parto ospedaliero, rendendo accessibile questa alternativa anche alle coppie con basso reddito, riducendo le disuguaglianze sanitarie, fermo restando l’assistenza in regime privato per le coppie che la preferiscono. Inoltre, contribuirebbe in maniera significativa alla demedicalizzazione dell’evento nascita nel nostro Paese.
2023
Inglese
Italiano
COLACECI, SOFIA
Università degli Studi di Roma "Tor Vergata"
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/209293
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIROMA2-209293