L’etnobotanica nei contesti educativi. Memorie verdi per contrastare la plant blindness

The debate on the relationship and interdependence between humans, other living beings, and the planet is more heated today than ever. It highlights how crucial it is to recognise humanity's dependence on the natural world and the fact that it is an integral part of it. However, educational strategies that put this issue at the centre of discussion in some academic contexts, especially from primary school to university, still need to be developed and under-practised. This contribution addresses various issues through an interdisciplinary approach that combines biology and pedagogy to foster a dialogue between disciplines that can stimulate new reflections on the relationship with the natural world. The main objective of the research was to highlight how the environment in which school groups spend their time daily can become a powerful catalyst for thoughts and actions about plants and their relationships with them. The conditions dictated by these contexts facilitated the investigating of the relationship between children, parents, teaching staff and plants. The narrative and interpretative reconstruction of lived experiences with the plant world was encouraged through ethnobotany. As an educational practice, storytelling fosters environmental awareness by involving the subjects emotionally in the learning process. It helped them identify with and actively participate in the temporal reconstruction of actions. The Reggio Emilia Approach promoted dynamic learning contexts, recognising individuals as active, competent and curious subjects, capable of actively constructing their own knowledge. The research began as an innovative approach in a primary school defined as Plant Listening Pedagogy (Buonanno, review), aiming to demonstrate that sharing narratives about intimate relationships established with plants can represent a vital paradigm shift towards the conception of the natural world and plants and a source of psychophysical well-being at individual and group levels. Furthermore, collecting narratives about class groups' and parents' knowledge and interests in plants could bridge the gap caused by the loss of traditional knowledge handed down through the generations. Ethnobotany and the collection of green memories fostered the promotion of biophilia and tried to counteract plant blindness. Furthermore, the research was extended thanks to data collected at a social cooperative in Salsomaggiore, in collaboration with the Free University of Bolzano. The main objective was to provide educators with tools to understand the importance of the interdependence between humans and plants. The approach adopted promoted an ecological and interconnected vision, highlighting the link between man, nature and plants, and contributing to sustainable development for the future. The investigation integrated relevant reflections from direct experience with plants, contributing to a contemporary narrative about plants, emerging from introducing plants into the educational space. The educators are involved in constructing new narrative forms with plants. These contemporary narratives have opened new emotional fronts towards nature, allowing educators to broaden their sensitivity and rediscover their biophilic connection to the world.

Il dibattito sulla relazione e l’interdipendenza tra esseri umani, altri esseri viventi e il pianeta è oggi più acceso che mai. Questo mette in evidenza quanto sia cruciale riconoscere la dipendenza dell’umanità dal mondo naturale e il fatto che ne è parte integrante. Tuttavia, le strategie educative che mettono al centro della discussione questa tematica in alcuni contesti educativi, specialmente dalla scuola primaria all’università, risultano ancora poco sviluppate e poco praticate. Questo contributo affronta diverse tematiche attraverso un approccio interdisciplinare che unisce biologia e pedagogia, con l’obiettivo di favorire un dialogo tra discipline che possa stimolare nuove riflessioni sul rapporto con il mondo naturale. L’obiettivo principale della ricerca è stato quello di mettere in evidenza come l’ambiente in cui i gruppi scolastici vivono quotidianamente il loro tempo, possa diventare un potente catalizzatore di pensieri e azioni sulle piante e sulle relazioni che hanno con esse. Le condizioni dettate da questi contesti hanno facilitato le indagini sul tema della relazione esistente tra le bambine e i bambini, genitori, personale insegnante e le piante. Attraverso l’etnobotanica è stata incentivata la ricostruzione narrativa e interpretativa delle esperienze vissute con il mondo vegetale. La narrazione, come pratica educativa, ha favorito la consapevolezza ambientale coinvolgendo i soggetti coinvolti emotivamente nel processo di apprendimento e li ha aiutati a immedesimarsi e a sentirsi parte attiva nella ricostruzione temporale delle azioni. Il Reggio Emilia Approach ha promosso contesti di apprendimento dinamici, riconoscendo gli individui come soggetti attivi, competenti e curiosi, capaci di costruire attivamente la propria conoscenza. La ricerca è iniziata come un approccio innovativo in una scuola primaria definito successivamente come Plant Listening Pedagogy (Buonanno, review), con l’obiettivo di dimostrare che condividere racconti sulle relazioni intime instaurate con le piante può rappresentare sia un cambio di paradigma importante nei confronti della concezione del mondo naturale e delle piante che una fonte di benessere psicofisico sia a livello individuale che di gruppo. Inoltre, la raccolta delle narrazioni sulle conoscenze e gli interessi dei gruppi classe e dei genitori sul tema vegetale, potrebbe colmare il divario causato dalla perdita di conoscenze tradizionali tramandate attraverso le diverse generazioni. L’etnobotanica e la raccolta delle memorie verdi ha favorito la promozione della biofilia e ha provato a contrastare la plant blindness. Inoltre, la ricerca è stata ampliata grazie ai dati raccolti presso una cooperativa sociale di Salsomaggiore, in collaborazione con Libera Università di Bolzano. L’obiettivo principale è stato fornire agli educatori strumenti per comprendere l’importanza dell’interdipendenza tra l’uomo e le piante. L’approccio adottato ha promosso una visione ecologica e interconnessa, evidenziando il legame tra l’uomo, la natura e le piante, e contribuendo ad uno sviluppo sostenibile per il futuro. L’indagine ha integrato riflessioni pertinenti derivanti dall’esperienza diretta con le piante. In questo modo, ha contribuito a una narrazione contemporanea sulle piante, emergente dall’introduzione delle piante nello spazio educativo. Le educatrici e gli educatori coinvolti nel progetto sono stati pienamente impegnati nella costruzione di nuove forme narrative con le piante. Queste narrazioni contemporanee hanno aperto a nuovi fronti emotivi verso la natura, permettendo a coloro che educano di ampliare la loro sensibilità e riscoprire la loro connessione biofilica con il mondo.