Identita Maternà: Un Construtto Sociale

That mother as a constant in all of us is known; we all have one, some are one, all have mother-stories. But that all women are defined by motherhood within a patriarchal system is a political, gendered experience and currently still an under-explored academic field of study (Raphael-Leff, 2010b; Rich, 2021/1976). The politics of motherhood is also a personal interest that was born from my own story, and more recently an attempt to make sense of the demise of my marriage. Only in the subjectivation of mothers do they become nuanced human beings rather than a stereotypical group of objects seen through a patriarchal lens (Rich, 1976/2021). I believe mother-subjects are born one woman, and one story, at a time. Auto/Biography as ‘epistemological orientation and methodological approach’ (Parsons & Chappell, 2020: 289) addresses the politics of epistemology, methodology, reflectivity, positionality, and power. I therefore approach this study from an auto/biographic position to hear the voices of subject-mothers and use them academically in an ethical way. My socially constructed position has a great impact on how my identity is shaped and on the knowledge I create through this study (Misawa, 2010). I claim my positionality through telling my own life story. I also tell the story of the city of Reggio Emilia and of the Reggio Emilia Approach, the background against which I do this study. I build my study on some of the fundamental principles of the Reggio Philosophy, namely social constructionism, the narrative voice, the politics of epistemology, ecosystemic and complexity theories, and interdisciplinarity. With me as researcher as well as full participant, I include eight mothers as research participants in group conversations and with writing tasks. I approach the data collection phase with the general maternal identity theme in mind, but without further agenda. The effect of this strict social construction is that the group steers the process, and the data guides me towards the themes on which the thesis is built. I use three data sets, namely verbatim transcripts of the research participant meetings, research participants’ writing tasks, and the reflective journal I kept throughout the study. I use the data to do a thematic content analysis, write character sketches, create free-form poetry and I-poetry, and to create polyphonic compound characters. I define and explore the three ways in which the mother-field is generally divided, namely mother (as title and identity), mothering (the experience and tasks of a mother), and motherhood (as patriarchal institution). The first of two major themes born from the data, is maternal ambivalence. I address the dilemma that classical psychoanalysis created for mothers who want their own lives and careers and who also want to raise their children to become highly functioning adults (Hrdy, 2000). I discuss this theme against the Madonna-Whore myth, political- and sacral mythology, the choice – or not – to be a mother, and the competition between mothers’ different roles for time, effort, and money. The second theme includes social- and intra-psychic norms and expectations, judgement and punishment, disobedience and transgression, and personal freedom. I hope that readers, through projective identification with mothers’ stories or through hearing subjective mother voices, will also benefit from reading the text.

Che la madre sia un costante in tutti noi è conosciuto; noi abbiamo tutti una, alcune sono madre, tutti hanno storie-di-madri. Ma che ogni donna sia definita dalla maternità all’interno di un sistema patriarcale è un’esperienza politica, di genere e tuttora un campo di studio accademico ancora sotto-esplorato (Raphael-Leff, 2010b; Rich, 2021/1976). La politica della maternità è anche di interesse personale, nata dalla mia propria storia, e più recentemente, dal tentativo di trarre senso dalla scomparsa del mio matrimonio. Soltanto tramite la soggettivazione, le madri diventano esseri umani con sfumature, piuttosto che un gruppo stereotipico di oggetti visti tramite una lente patriarcale (Rich, 1976/2021). Credo che le madri-soggetti sono nate donna e una storia alla volta. L’auto/biografia come orientamento epistemologico e approccio metodologico tratta la politica dell’epistemologia, della metodologia, della riflettività, della posizione, e del potere. Affronto dunque questo studio da una posizione auto/biografica per sentire le voci delle madri-soggetti e utilizzarle accademicamente in maniera etica. La mia posizione costruita socialmente ha un impatto significativo su come viene configurata la mia identità e sulle conoscenze che creo tramite questo studio. Faccio valere la mia posizione tramite il racconto della mia propria vita. Racconto anche la storia della città di Reggio Emilia and dell’Approccio Reggio Emilia, che costituiscono lo sfondo del mio studio. Costruisco il mio studio su alcuni dei principi fondamentali della filosofia reggiana, cioè il costruzionismo sociale, la voce narrativa, la politica dell’epistemologia, le teorie ecosistemiche e di complessità e l’interdisciplinarità. Insieme a me come ricercatrice e partecipante a tutti gli effetti, includo otto madri come partecipanti di ricerca nei dibattiti di gruppo e nei compiti scritti. Tratto la fase di raccolta dati dall’ottica del tema generale dell’identità materna, ma senza un’agenda aggiuntiva. L’effetto di questa stretta costruzione sociale è che il gruppo guida il processo, e i dati mi guidano verso i temi su cui si costruisce questa tesi. Utilizzo tre dataset, vale a dire, le trascrizioni letterali delle riunioni dei partecipanti della ricerca, i compiti scritti dei partecipanti della ricerca, e il diario riflessivo che ho compilato nel corso dello studio. Utilizzo i dati per fare un’analisi tematica del contenuto, descrivere i caratteri, creare poesia a forma libera e io-poesia, e per creare composti caratteri polifonici. Definisco ed esploro i tre modi in cui il campo-madre viene generalmente diviso, cioè, la madre (come titolo e identità), la cura materna (l’esperienza e i compiti di una madre) e la maternità (come istituzione patriarcale). Il primo dei due temi principali tratto dai dati è l’ambivalenza materna. Prendo in esame il dilemma che la psicoanalisi tradizionale ha creato per le madri che vogliono la propria vita e carriera, e che vogliono anche far crescere i loro figli per diventare adulti altamente funzionanti. Tratto questo argomento nei confronti del mito della Madonna-Prostituta, della mitologia politica – e sacrale, la scelta di diventare madre – o meno, e la concorrenza dei vari ruoli della madre fra il tempo, lo sforzo e il denaro. Il secondo tema include le norme e le aspettative sociali- nonché intra-psichici, il giudizio e la punizione, la disobbedienza e la trasgressione, e la libertà personale. Spero che i lettori, tramite l’identificazione proiettiva con le storie delle madri o tramite l’ascolto delle voci soggettive di madri, possono trarre beneficio dalla lettura del testo.