Gli ambienti ospedalieri sono stati tradizionalmente progettati per soddisfare esigenze cliniche specifiche, spesso trascurando l’impatto ambientale derivante dalla loro operatività quotidiana. Gli ospedali sono strutture altamente energivore, consumano ingenti risorse naturali e producono rilevanti quantità di rifiuti, contribuendo all’inquinamento ambientale. In questo contesto si inserisce il presente progetto di dottorato, il cui principale obiettivo è approfondire alcune tematiche relative al modello di Green hospital, ovvero di ospedale pensato o ripensato in termini di sostenibilità. In particolare, i quattro aspetti che saranno oggetto di approfondimento sono il Waste Management in un contesto ospedaliero, impatto ambientale di disinfettanti e sterilizzanti utilizzati in ambiente ospedaliero; procedure di gestione e smaltimento dei prodotti utilizzati per le cure igieniche dei pazienti e analisi di impatto ambientale della gestione delle cartelle cliniche e incremento della sostenibilità ambientale attraverso l’uso della digitalizzazione e l’adozione della cartella clinica elettronica. Il problema dei rifiuti in ambiente nosocomiale è molto discusso a livello internazionale. Le sale operatorie, insieme ai servizi di endoscopia, le procedure anestetiche e l’emodialisi sono le attività che producono la maggior quantità di rifiuti. Le strategie suggerite partono dalla formazione del personale sanitario e del management. La regola delle 5 R (ridurre, riutilizzare, riciclare, ripensare e ricercare) deve diventare una guida per la gestione dei rifiuti medici. L’analisi di campo sui profili di tossicità dei disinfettanti e sterilizzanti, utilizzati in ambiente ospedaliero, ha evidenziato importanti lacune nelle informazioni sulla sicurezza per la salute umana e l’ambiente; in particolare, il 31,9% dei prodotti utilizzati dagli ospedali pugliesi e della Basilicata non documenta gli effetti sull’uomo e sull’ambiente in scheda tecnica. Il profilo di tossicità umana evidenzia che gli effetti irritanti sul sistema respiratorio, sulla pelle e sugli occhi sono le reazioni avverse più comuni. Dal punto di vista ambientale, l’assenza di dati degli effetti sugli ecosistemi e sulla vita acquatica evidenzia una lacuna nella nostra comprensione delle conseguenze a lungo termine di questi prodotti. Nell’indagine sulla gestione e smaltimento dei prodotti per le pratiche adottate nell’igiene del paziente sono emerse differenze significative tra le aree operative, con un quadro di assenza di procedure standardizzate sul tema. Il prodotto più utilizzato risulta il sapone liquido. Per quanto riguarda lo smaltimento dei rifiuti e dei residui, una percentuale significativa del personale sanitario smaltisce i residui nella rete fognaria, sia per pazienti non autosufficienti che autosufficienti. Per quanto riguarda il packaging, i dispenser a muro ricaricabili e i flaconi biodegradabili sono le soluzioni più utilizzate. I risultati di questo studio mettono in luce la necessità di uniformare le pratiche operative attraverso protocolli standardizzati, suggerendo che politiche di approvvigionamento più omogenee potrebbero ridurre le disparità tra le aree operative. Lo studio sull’analisi di impatto ambientale delle cartelle cliniche e loro digitalizzazione focalizza l’attenzione sul rifiuto “carta” che viene considerato rifiuto speciale e quindi non riciclabile. Dall’analisi campionaria si evidenzia come il numero dei fogli mostra una notevole variabilità tra le UO delle diverse aree cliniche, riflettendo la complessità della documentazione richiesta per la gestione e il monitoraggio dei pazienti. L’analisi dei costi complessivi delle cartelle cliniche evidenzia un impatto economico significativo che ha un peso sulla sostenibilità ambientale e sulla efficienza del servizio erogato col supporto cartaceo.
Il Green come elemento di valutazione di impatto delle tecnologie nel setting sanitario .
LATTANZIO, Sabrina
2025
Abstract
Gli ambienti ospedalieri sono stati tradizionalmente progettati per soddisfare esigenze cliniche specifiche, spesso trascurando l’impatto ambientale derivante dalla loro operatività quotidiana. Gli ospedali sono strutture altamente energivore, consumano ingenti risorse naturali e producono rilevanti quantità di rifiuti, contribuendo all’inquinamento ambientale. In questo contesto si inserisce il presente progetto di dottorato, il cui principale obiettivo è approfondire alcune tematiche relative al modello di Green hospital, ovvero di ospedale pensato o ripensato in termini di sostenibilità. In particolare, i quattro aspetti che saranno oggetto di approfondimento sono il Waste Management in un contesto ospedaliero, impatto ambientale di disinfettanti e sterilizzanti utilizzati in ambiente ospedaliero; procedure di gestione e smaltimento dei prodotti utilizzati per le cure igieniche dei pazienti e analisi di impatto ambientale della gestione delle cartelle cliniche e incremento della sostenibilità ambientale attraverso l’uso della digitalizzazione e l’adozione della cartella clinica elettronica. Il problema dei rifiuti in ambiente nosocomiale è molto discusso a livello internazionale. Le sale operatorie, insieme ai servizi di endoscopia, le procedure anestetiche e l’emodialisi sono le attività che producono la maggior quantità di rifiuti. Le strategie suggerite partono dalla formazione del personale sanitario e del management. La regola delle 5 R (ridurre, riutilizzare, riciclare, ripensare e ricercare) deve diventare una guida per la gestione dei rifiuti medici. L’analisi di campo sui profili di tossicità dei disinfettanti e sterilizzanti, utilizzati in ambiente ospedaliero, ha evidenziato importanti lacune nelle informazioni sulla sicurezza per la salute umana e l’ambiente; in particolare, il 31,9% dei prodotti utilizzati dagli ospedali pugliesi e della Basilicata non documenta gli effetti sull’uomo e sull’ambiente in scheda tecnica. Il profilo di tossicità umana evidenzia che gli effetti irritanti sul sistema respiratorio, sulla pelle e sugli occhi sono le reazioni avverse più comuni. Dal punto di vista ambientale, l’assenza di dati degli effetti sugli ecosistemi e sulla vita acquatica evidenzia una lacuna nella nostra comprensione delle conseguenze a lungo termine di questi prodotti. Nell’indagine sulla gestione e smaltimento dei prodotti per le pratiche adottate nell’igiene del paziente sono emerse differenze significative tra le aree operative, con un quadro di assenza di procedure standardizzate sul tema. Il prodotto più utilizzato risulta il sapone liquido. Per quanto riguarda lo smaltimento dei rifiuti e dei residui, una percentuale significativa del personale sanitario smaltisce i residui nella rete fognaria, sia per pazienti non autosufficienti che autosufficienti. Per quanto riguarda il packaging, i dispenser a muro ricaricabili e i flaconi biodegradabili sono le soluzioni più utilizzate. I risultati di questo studio mettono in luce la necessità di uniformare le pratiche operative attraverso protocolli standardizzati, suggerendo che politiche di approvvigionamento più omogenee potrebbero ridurre le disparità tra le aree operative. Lo studio sull’analisi di impatto ambientale delle cartelle cliniche e loro digitalizzazione focalizza l’attenzione sul rifiuto “carta” che viene considerato rifiuto speciale e quindi non riciclabile. Dall’analisi campionaria si evidenzia come il numero dei fogli mostra una notevole variabilità tra le UO delle diverse aree cliniche, riflettendo la complessità della documentazione richiesta per la gestione e il monitoraggio dei pazienti. L’analisi dei costi complessivi delle cartelle cliniche evidenzia un impatto economico significativo che ha un peso sulla sostenibilità ambientale e sulla efficienza del servizio erogato col supporto cartaceo.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/209523
URN:NBN:IT:UNIBA-209523