La chirurgia rigenerativa, espressione della più alta ricerca in campo medico ed estetico, rappresenta il punto chiave nella medicina attuale in quanto ha lo scopo di accelerare i processi di guarigione, ricostruire tridimensionalmente i tessuti deteriorati e/o danneggiati tramite metodiche mini-invasive, rallentando non solo l’orologio biologico dell’invecchiamento, ma anche accelerando il ripristino delle aree traumatizzate delle ferite difficili. Alcuni studi mostrano che i monociti del sangue periferico (PBMNC) sembrano possedere capacità di induzione cito-architetturale, neoangiogenica e di proliferazioni di cellule staminali del tessuto adiposo simili a quelle determinate dall’arricchimento degli innesti con PRP e SVF 23, 65, 128, 141. In questo studio è stata utilizzata una tecnica all’avanguardia, tramite l’utilizzo dei monociti del sangue periferico (PBMNC) come fattori di arricchimento negli innesti di grasso autologo (SVF) nella chirurgia di rifinitura delle deformità facciali. Questo studio, quindi, mira ad essere inclusa nella letteratura internazionale con l’auspicio di favorire la standardizzazione l’utilizzo dei monociti del sangue periferico (PBMNC) come fattori di arricchimento negli innesti di grasso autologo laddove la cute necessiti di un riempimento volumetrico. In tale progetto di ricerca sono stati analizzati un totale di 3 pazienti che presentavano un’evidente asimmetria facciale dovuta a atrofia o a esiti cicatrizzali sottoposti a innesti di grasso autologo arricchiti con SVF (Stromal Vascular Fractions) e PBMNCs. In questo studio, si è osservato un aumento del 63% di mantenimento dell’innesto ad un anno dall’intervento rispetto ai casi precedentemente trattati con innesti di grasso autologo, presso l’U.O.C. di Chirurgia Plastica, Ricostruttiva ed Estetica dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata / Policlinico Casilino, in cui tale percentuale era in media del 39%. Allo stesso modo i risultati ottenuti in questa ricerca sono stati comparati con quelli precedentemente ottenuti nel trattamento di pazienti con sequele di ustione e con cicatrici post traumatiche, utilizzando l’innesto di grasso autologo operato secondo la tecnica di Coleman e arricchito con PRP (Plateled Rich Plasma). In questo caso si è osservato un mantenimento del profilo di ripristino del volto del 69%. Sebbene questo sia uno studio pilota effettuato su di un campione statistico limitato di soli 3 pazienti i risultati da noi ottenuti a 2-10 giorni, 1 mese, 6 mesi e 4 anni sono promettenti e lasciano supporre che vi sia spazio per futuri studi su più ampia scala volti a verificare l’efficacia di questo tipo di terapia combinata.
Tecnica combinata lipostructure e cellule mononucleate da sangue periferico (PBMNCs) in chirurgia rigenerativa delle anomalie del volto
FERNANDES LOPES MORAIS D'AUTILIO, MARGARIDA
2020
Abstract
La chirurgia rigenerativa, espressione della più alta ricerca in campo medico ed estetico, rappresenta il punto chiave nella medicina attuale in quanto ha lo scopo di accelerare i processi di guarigione, ricostruire tridimensionalmente i tessuti deteriorati e/o danneggiati tramite metodiche mini-invasive, rallentando non solo l’orologio biologico dell’invecchiamento, ma anche accelerando il ripristino delle aree traumatizzate delle ferite difficili. Alcuni studi mostrano che i monociti del sangue periferico (PBMNC) sembrano possedere capacità di induzione cito-architetturale, neoangiogenica e di proliferazioni di cellule staminali del tessuto adiposo simili a quelle determinate dall’arricchimento degli innesti con PRP e SVF 23, 65, 128, 141. In questo studio è stata utilizzata una tecnica all’avanguardia, tramite l’utilizzo dei monociti del sangue periferico (PBMNC) come fattori di arricchimento negli innesti di grasso autologo (SVF) nella chirurgia di rifinitura delle deformità facciali. Questo studio, quindi, mira ad essere inclusa nella letteratura internazionale con l’auspicio di favorire la standardizzazione l’utilizzo dei monociti del sangue periferico (PBMNC) come fattori di arricchimento negli innesti di grasso autologo laddove la cute necessiti di un riempimento volumetrico. In tale progetto di ricerca sono stati analizzati un totale di 3 pazienti che presentavano un’evidente asimmetria facciale dovuta a atrofia o a esiti cicatrizzali sottoposti a innesti di grasso autologo arricchiti con SVF (Stromal Vascular Fractions) e PBMNCs. In questo studio, si è osservato un aumento del 63% di mantenimento dell’innesto ad un anno dall’intervento rispetto ai casi precedentemente trattati con innesti di grasso autologo, presso l’U.O.C. di Chirurgia Plastica, Ricostruttiva ed Estetica dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata / Policlinico Casilino, in cui tale percentuale era in media del 39%. Allo stesso modo i risultati ottenuti in questa ricerca sono stati comparati con quelli precedentemente ottenuti nel trattamento di pazienti con sequele di ustione e con cicatrici post traumatiche, utilizzando l’innesto di grasso autologo operato secondo la tecnica di Coleman e arricchito con PRP (Plateled Rich Plasma). In questo caso si è osservato un mantenimento del profilo di ripristino del volto del 69%. Sebbene questo sia uno studio pilota effettuato su di un campione statistico limitato di soli 3 pazienti i risultati da noi ottenuti a 2-10 giorni, 1 mese, 6 mesi e 4 anni sono promettenti e lasciano supporre che vi sia spazio per futuri studi su più ampia scala volti a verificare l’efficacia di questo tipo di terapia combinata.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/209802
URN:NBN:IT:UNIROMA2-209802