Ruolo dell’indice trigliceridi-glucosio nell’assessment metabolico dei soggetti affetti da sarcoidosi

Sarcoidosis is a rare granulomatous disease that can affect any organ. It leads to an increased risk of metabolic syndrome and insulin resistance, due to biochemical pathways involved in low-grade inflammation in both diseases. The aim of our retrospective case-control study was to evaluate the utility of triglyceride-glucose (TyG) index, a surrogate of insulin resistance, for metabolic assessment of sarcoidosis patients. A cohort of 90 sarcoidosis patients and a cohort of 90 control subjects were enrolled. Clinical, anamnestic, and biochemical data were collected. Results showed that TyG index values were higher in the sarcoidosis cohort than in the control group (p < 0.001), even after excluding the influence of diabetes and metabolic syndrome (p = 0.018). In the sarcoidosis cohort, TyG index was not correlated with clinical phenotyping (p = 0.358), gender (p = 0.139), radiological stage (p = 0.656), glucocorticoids cumulative dose (p = 0.682) or treatment regimen (p = 0.093), while significant positive correlations with waist circumference (p < 0.001), systolic and diastolic pressure (p = 0.041 and p = 0.029, respectively), Framingham score (p = 0.007) were found. Receiving operating characteristics curve analysis identified a TyG index optimal cut-off value of 8.64 (66.7% sensitivity, 77.8% specificity, area under the curve -AUC- 75%, 95% confidence interval -CI- 65-85, p < 0.001) to detect metabolic syndrome and a cut-off value of 8.69 (64.1% sensitivity, 70.6% specificity; AUC 67%, 95% CI 55-78, p = 0.007) to detect an intermediate cardiovascular risk according to Framingham risk score. Concluding, TyG index can be considered a useful tool for the metabolic assessment of sarcoidosis patients, given its capacity to predict metabolic syndrome and cardiovascular risk.

La sarcoidosi è una rara malattia granulomatosa che può colpire qualunque organo. Essa conduce ad un rischio incrementato di sindrome metabolica ed insulino-resistenza, a causa dell’implicazione di determinati pathways biochimici correlati all’infiammazione cronica di basso grado, condivisi fra le due patologie. L’obiettivo del nostro studio retrospettivo caso-controllo è stato di valutare l’utilità dell’indice trigliceridi-glucosio (TyG index), un surrogato di insulino-resistenza, per la valutazione metabolica dei pazienti affetti da sarcoidosi. Sono state arruolate una coorte di 90 soggetti con diagnosi di sarcoidosi ed una coorte di 90 controlli. Sono stati raccolti dati clinici, anamnestici e biochimici. I risultati hanno mostrato che i valori di TyG index erano più elevati nella coorte sarcoidosi rispetto al gruppo controllo (p < 0.001), anche dopo aver escluso l’influenza del diabete e della sindrome metabolica (p = 0.018). Nell’ambito della coorte sarcoidosi, il TyG index non era correlato alla fenotipizzazione clinica (p = 0.358), al genere (p = 0.139), allo stadio radiologico (p = 0.656), alla dose cumulativa di glucocorticoidi (p = 0.682) o al regime di trattamento (p = 0.093). D’altra parte, sono state riscontrate correlazioni significative e positive fra TyG index e circonferenza addome (p < 0.001), pressione arteriosa sistolica e diastolica (rispettivamente p = 0.041 e p = 0.029), score di Framingham (p = 0.007). Le analisi di curva ROC (receiving operating characteristics curve) hanno identificato un cut-off ottimale del valore di TyG index pari a 8.64 (sensibilità: 66.7%; specificità: 77.8%; area sotto la curva: 75%; intervallo di confidenza al 95%: 65-85; p < 0.001) per identificare la presenza di sindrome metabolica e un cut-off ottimale del valore del TyG index pari a 8.69 (sensibilità: 64.1%; specificità: 70.6%; area sotto la curva: 67%; intervallo di confidenza al 95%: 55-78; p = 0.007) per intercettare un rischio cardiovascolare almeno moderato secondo lo score di rischio di Framingham. Concludendo, l’indice trigliceridi-glucosio può essere considerato un utile tool per l’assessment metabolico dei pazienti affetti da sarcoidosi, data la sua capacità di predire la sindrome metabolica ed il rischio cardiovascolare.