Da tempo, ormai, il diritto societario italiano – anche corroborato dal processo di armonizzazione europea – contempla alcuni strumenti che permettono a soggetti estranei alla compagine sociale, di ingerirsi nelle dinamiche d’impresa, al fine di condizionare (se non, a volte, di impedire) il compimento di alcune tra le più ricorrenti ed importanti operazioni societarie. È il caso del potere di opposizione riconosciuto per mano legislativa ai creditori sociali in corrispondenza di talune vicende societarie, considerate – con tutta evidenza – come particolarmente delicate dal legislatore, giacché ritenute (quantomeno) potenzialmente lesive delle ragioni di questi; e tra cui si annovera – per ciò che qui interessa – quella inerente la riduzione effettiva del capitale sociale, ed in riferimento alla quale si svilupperà, dunque, la ricerca che segue. Partendo dall’analisi della ratio di questo peculiare diritto d’intervento, si cercherà, innanzitutto, di verificare l’attuale sostenibilità delle teorizzazioni, di volta in volta, elaborate dalla dottrina e, in secondo luogo, di appurare se sia possibile coniugare la soluzione ritenuta preferibile con le concezioni ultime inerenti l’istituto del capitale sociale; tenendo, altresì, in debito conto che, al tempo stesso, quanto precede non potrebbe mai considerarsi scevro dall’analisi dei presupposti sui quali si ritiene che debba fondarsi un tale potere. In un’ottica interdisciplinare, e senza trascurare una doverosa – ma anche opportuna – indagine storica e comparatistica, ed al fine di delineare, quanto più possibile, l’ambito di applicazione dell’intervento dei creditori, la ricerca proseguirà indagando le ulteriori ipotesi di riduzione del capitale sociale (con e senza diminuzione del patrimonio) suscettibili di potersi verificare anche in conseguenza di situazioni non espressamente disciplinate dal legislatore, nonché, altresì, in corrispondenza di alcune operazioni straordinarie tipiche. Lo studio involgerà, poi, l’intera disciplina dell’istituto dell’opposizione, tanto nel suo effetto impeditivo, quanto nella sua dimensione processualistica (anche cautelare), sino a verificarne i termini di compatibilità (e sovrapposizione) sia con lo strumento della revocatoria ordinaria (quale tradizionale rimedio, ancorché successivo, a tutela proprio delle ragioni creditorie), che anche con gli altri strumenti di tutela preventiva del credito predisposti, in via generale, dal diritto comune.
Riduzione del capitale e opposizione dei creditori
Gioffre', Gianluca
2020
Abstract
Da tempo, ormai, il diritto societario italiano – anche corroborato dal processo di armonizzazione europea – contempla alcuni strumenti che permettono a soggetti estranei alla compagine sociale, di ingerirsi nelle dinamiche d’impresa, al fine di condizionare (se non, a volte, di impedire) il compimento di alcune tra le più ricorrenti ed importanti operazioni societarie. È il caso del potere di opposizione riconosciuto per mano legislativa ai creditori sociali in corrispondenza di talune vicende societarie, considerate – con tutta evidenza – come particolarmente delicate dal legislatore, giacché ritenute (quantomeno) potenzialmente lesive delle ragioni di questi; e tra cui si annovera – per ciò che qui interessa – quella inerente la riduzione effettiva del capitale sociale, ed in riferimento alla quale si svilupperà, dunque, la ricerca che segue. Partendo dall’analisi della ratio di questo peculiare diritto d’intervento, si cercherà, innanzitutto, di verificare l’attuale sostenibilità delle teorizzazioni, di volta in volta, elaborate dalla dottrina e, in secondo luogo, di appurare se sia possibile coniugare la soluzione ritenuta preferibile con le concezioni ultime inerenti l’istituto del capitale sociale; tenendo, altresì, in debito conto che, al tempo stesso, quanto precede non potrebbe mai considerarsi scevro dall’analisi dei presupposti sui quali si ritiene che debba fondarsi un tale potere. In un’ottica interdisciplinare, e senza trascurare una doverosa – ma anche opportuna – indagine storica e comparatistica, ed al fine di delineare, quanto più possibile, l’ambito di applicazione dell’intervento dei creditori, la ricerca proseguirà indagando le ulteriori ipotesi di riduzione del capitale sociale (con e senza diminuzione del patrimonio) suscettibili di potersi verificare anche in conseguenza di situazioni non espressamente disciplinate dal legislatore, nonché, altresì, in corrispondenza di alcune operazioni straordinarie tipiche. Lo studio involgerà, poi, l’intera disciplina dell’istituto dell’opposizione, tanto nel suo effetto impeditivo, quanto nella sua dimensione processualistica (anche cautelare), sino a verificarne i termini di compatibilità (e sovrapposizione) sia con lo strumento della revocatoria ordinaria (quale tradizionale rimedio, ancorché successivo, a tutela proprio delle ragioni creditorie), che anche con gli altri strumenti di tutela preventiva del credito predisposti, in via generale, dal diritto comune.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/210370
URN:NBN:IT:UNIROMA2-210370