La tesi di dottorato di Maria Molinari (Punci Lanka, piccolo Sri Lanka d’Appennino. Migrazioni e rappresentazioni della montagna parmense), si basa su un’approfondita ricerca etnografica che analizza le dinamiche migratorie e le trasformazioni culturali e sociali che interessano le aree montane dell’Appennino, in particolare il paese di Marzolara, frazione del comune di Calestano (Parma). L’autrice parte da una riflessione autoetnografica, legata alla sua passata esperienza di operatrice dell’accoglienza e residente in un contesto montano, per collocare storicamente la sua osservazione e per indagare il modo in cui le presenze migranti – in particolare quelle srilankesi – abbiano contribuito, spesso in maniera invisibile o sottorappresentata, alla rivitalizzazione di quei territori segnati dallo spopolamento e dalla marginalità. La tesi mette in luce come i piccoli paesi dell’Appennino stiano cambiando volto grazie all’insediamento di nuove comunità, che non solo vivono e lavorano in questi luoghi contribuendo attivamente allo sviluppo della loro economia e al mantenimento dei servizi di base, ma talvolta garantiscono la sopravvivenza di pratiche religiose e culturali locali. Uno degli obiettivi principali del lavoro di Molinari è quello di decostruire le rappresentazioni stereotipate della montagna – vista come luogo della “tradizione” e immobile nella sua autenticità – e restituire una visione più dinamica e plurale. Il tentativo è anche quello di comprendere quanto la narrazione consuetudinaria della montagna, spesso proposta a fini commerciali, possa talvolta costituire un ostacolo al suo sviluppo piuttosto che un aiuto. L’analisi si muove su due fronti principali: quello della produzione agroalimentare (nel settore dei salumi, in particolare in quello del prosciutto di Parma dove molti lavoratori srilankesi sono impiegati) e quello della religiosità, con specifica attenzione ad alcune celebrazioni cattoliche che coinvolgono la comunità srilankese. Attraverso un’approfondita ricerca sul campo, l’autrice evidenzia la presenza di nuove forme di negoziazione identitaria, in cui i migranti partecipano e riplasmano le pratiche locali, inserendosi a pieno titolo nel paesaggio umano e sociale appenninico. La tesi si colloca all’incrocio tra antropologia delle migrazioni e antropologia della montagna, proponendo una visione critica delle politiche pubbliche che spesso rilanciano visioni estetizzanti e turisticizzate delle aree interne, sottovalutando la complessità sociale di questi territori. Il lavoro di Molinari invita a riconoscere la multiculturalità delle aree montane come una risorsa, a valorizzare i nuovi abitanti come parte integrante – e non marginale – del futuro delle terre alte italiane e a costruire rappresentazioni della montagna che siano più fedeli ad una realtà rapidamente e profondamente mutata.
PUNCI LANKA, PICCOLO SRI LANKA D’APPENNINO. MIGRAZIONI E RAPPRESENTAZIONI DELLA MONTAGNA PARMENSE
MOLINARI, MARIA
2025
Abstract
La tesi di dottorato di Maria Molinari (Punci Lanka, piccolo Sri Lanka d’Appennino. Migrazioni e rappresentazioni della montagna parmense), si basa su un’approfondita ricerca etnografica che analizza le dinamiche migratorie e le trasformazioni culturali e sociali che interessano le aree montane dell’Appennino, in particolare il paese di Marzolara, frazione del comune di Calestano (Parma). L’autrice parte da una riflessione autoetnografica, legata alla sua passata esperienza di operatrice dell’accoglienza e residente in un contesto montano, per collocare storicamente la sua osservazione e per indagare il modo in cui le presenze migranti – in particolare quelle srilankesi – abbiano contribuito, spesso in maniera invisibile o sottorappresentata, alla rivitalizzazione di quei territori segnati dallo spopolamento e dalla marginalità. La tesi mette in luce come i piccoli paesi dell’Appennino stiano cambiando volto grazie all’insediamento di nuove comunità, che non solo vivono e lavorano in questi luoghi contribuendo attivamente allo sviluppo della loro economia e al mantenimento dei servizi di base, ma talvolta garantiscono la sopravvivenza di pratiche religiose e culturali locali. Uno degli obiettivi principali del lavoro di Molinari è quello di decostruire le rappresentazioni stereotipate della montagna – vista come luogo della “tradizione” e immobile nella sua autenticità – e restituire una visione più dinamica e plurale. Il tentativo è anche quello di comprendere quanto la narrazione consuetudinaria della montagna, spesso proposta a fini commerciali, possa talvolta costituire un ostacolo al suo sviluppo piuttosto che un aiuto. L’analisi si muove su due fronti principali: quello della produzione agroalimentare (nel settore dei salumi, in particolare in quello del prosciutto di Parma dove molti lavoratori srilankesi sono impiegati) e quello della religiosità, con specifica attenzione ad alcune celebrazioni cattoliche che coinvolgono la comunità srilankese. Attraverso un’approfondita ricerca sul campo, l’autrice evidenzia la presenza di nuove forme di negoziazione identitaria, in cui i migranti partecipano e riplasmano le pratiche locali, inserendosi a pieno titolo nel paesaggio umano e sociale appenninico. La tesi si colloca all’incrocio tra antropologia delle migrazioni e antropologia della montagna, proponendo una visione critica delle politiche pubbliche che spesso rilanciano visioni estetizzanti e turisticizzate delle aree interne, sottovalutando la complessità sociale di questi territori. Il lavoro di Molinari invita a riconoscere la multiculturalità delle aree montane come una risorsa, a valorizzare i nuovi abitanti come parte integrante – e non marginale – del futuro delle terre alte italiane e a costruire rappresentazioni della montagna che siano più fedeli ad una realtà rapidamente e profondamente mutata.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/210726
URN:NBN:IT:UNITO-210726