Il giardino spontaneo nelle città si configura come un paradigma innovativo di rigenerazione degli spazi aperti, in cui la natura diviene strumento di trasformazione urbana. Utilizzando vegetazione a bassa manutenzione e valorizzando habitat informali, offre soluzioni per contrastare le sfide dell’urbanizzazione e della crisi climatica. Intervenire sul paesaggio significa anche ridefinire il rapporto tra uomo e natura, trasformando il suo dinamismo in un’opportunità per una gestione sostenibile degli spazi pubblici. Cosa accade quando la natura spontanea si fa promotrice di un’estetica alternativa, capace di rispondere alle crescenti esigenze di spazi aperti urbani accessibili e a bassa manutenzione? In che modo il recupero e il riuso di spazi abbandonati possano condurre a una ridefinizione dell’identità urbana, generando benefici ambientali, sociali ed economici? Il giardino spontaneo può essere la strada per sperimentare nuovi approcci al progetto di paesaggio? La tesi affronta questi e altri interrogativi mediante un’argomentazione critica che unisce una lettura storico-valutativa degli approcci storici – dai pionieri del naturalismo come Robinson e Jekyll – a uno sguardo progettuale contemporaneo, rappresentato dalle esperienze di Oudolf, Dunnett e altri. Lo studio in questione esamina come il modello del giardino spontaneo – e le sue declinazioni – possa contribuire a rispondere alle problematiche ambientali date dalla crisi climatica, offrendo soluzioni innovative per la riqualificazione di aree urbane degradate. Particolare attenzione viene riservata all’impatto delle esperienze europee sulla definizione di politiche per spazi verdi e alla sfida che il contesto italiano deve affrontare nell’integrare tali approcci. Infine, la ricerca evidenzia come l’adozione di modelli dinamici e in continua evoluzione, in sintonia con i ritmi naturali, possa favorire un nuovo modo di vivere urbano, in cui natura e città si riconfigurano in un rapporto sinergico e sostenibile.

Giardini spontanei in città: un ossimoro? Storie ed esperienze nella progettazione di aree urbane

AHON VASQUEZ, LISBET ALESSANDRA
2025

Abstract

Il giardino spontaneo nelle città si configura come un paradigma innovativo di rigenerazione degli spazi aperti, in cui la natura diviene strumento di trasformazione urbana. Utilizzando vegetazione a bassa manutenzione e valorizzando habitat informali, offre soluzioni per contrastare le sfide dell’urbanizzazione e della crisi climatica. Intervenire sul paesaggio significa anche ridefinire il rapporto tra uomo e natura, trasformando il suo dinamismo in un’opportunità per una gestione sostenibile degli spazi pubblici. Cosa accade quando la natura spontanea si fa promotrice di un’estetica alternativa, capace di rispondere alle crescenti esigenze di spazi aperti urbani accessibili e a bassa manutenzione? In che modo il recupero e il riuso di spazi abbandonati possano condurre a una ridefinizione dell’identità urbana, generando benefici ambientali, sociali ed economici? Il giardino spontaneo può essere la strada per sperimentare nuovi approcci al progetto di paesaggio? La tesi affronta questi e altri interrogativi mediante un’argomentazione critica che unisce una lettura storico-valutativa degli approcci storici – dai pionieri del naturalismo come Robinson e Jekyll – a uno sguardo progettuale contemporaneo, rappresentato dalle esperienze di Oudolf, Dunnett e altri. Lo studio in questione esamina come il modello del giardino spontaneo – e le sue declinazioni – possa contribuire a rispondere alle problematiche ambientali date dalla crisi climatica, offrendo soluzioni innovative per la riqualificazione di aree urbane degradate. Particolare attenzione viene riservata all’impatto delle esperienze europee sulla definizione di politiche per spazi verdi e alla sfida che il contesto italiano deve affrontare nell’integrare tali approcci. Infine, la ricerca evidenzia come l’adozione di modelli dinamici e in continua evoluzione, in sintonia con i ritmi naturali, possa favorire un nuovo modo di vivere urbano, in cui natura e città si riconfigurano in un rapporto sinergico e sostenibile.
27-mag-2025
Italiano
CAPUANO, Alessandra
DI CARLO, Fabio
MORGIA, FEDERICA
DI CARLO, Fabio
Università degli Studi di Roma "La Sapienza"
387
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Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIROMA1-211131