La tesi esplora la casa giardino come dispositivo spaziale e relazionale per ripensare l’abitare contemporaneo in chiave ecologica e multispecie. Superando una visione decorativa della natura, il progetto architettonico è qui indagato come strumento capace di riattivare forme di coabitazione profonde tra esseri umani, vegetazione e ambiente, a partire dalla dimensione più prossima dell’abitare: lo spazio domestico. L’ipotesi di ricerca si fonda sull’idea che la coesistenza tra casa e giardino possa dare forma a un nuovo modo di abitare: aperto, interdipendente, attento ai legami tra le specie e capace di rispondere alle crisi ambientali, culturali e sociali del nostro tempo. La tesi si articola in quattro capitoli. I primi due affrontano il tema da un punto di vista storico e teorico, ricostruendo una genealogia del rapporto tra spazio domestico e paesaggio naturale. I successivi analizzano una selezione di casi studio, attraverso un metodo che intreccia esperienza diretta, analisi grafico-critica e riflessione fenomenologica. A partire dalla lettura lirica e naturalistica di Luigi Figini, il primo capitolo esplora il legame originario tra uomo e physis, mettendo in luce la frattura introdotta dalla modernità con l’affermazione del sapere tecnico e la progressiva oggettivazione della natura. Il secondo capitolo approfondisce alcuni modelli progettuali che, nel corso del Novecento, hanno tentato di reintegrare il verde nella dimensione abitativa — tra questi, la casa all’italiana di Gio Ponti e la visione edonistica e vernacolare di Bernard Rudofsky. Il terzo capitolo propone un cambio di prospettiva: le architetture non sono analizzate come oggetti, ma come dispositivi relazionali, attraverso sette verbi-azione (selezionare, aprire, orientare, tessere, unire, accogliere, condividere) che definiscono strategie progettuali capaci di connettere lo spazio domestico con il contesto naturale e con i corpi che lo abitano. Il quarto capitolo approfondisce tre casi recenti — La Florida, Rambla Climate House e House with Plants — in cui il progetto si apre a forme evolute di coabitazione con il vivente, integrandosi con il suolo e con la vegetazione. Non un modello da replicare, ma un orientamento etico ed estetico, che restituisca al progetto domestico il potere di generare relazioni, cura e prossimità nel mondo condiviso
La casa giardino. Ripensare l'abitare nel dialogo col naturale
CASALINO, FRANCESCA
2025
Abstract
La tesi esplora la casa giardino come dispositivo spaziale e relazionale per ripensare l’abitare contemporaneo in chiave ecologica e multispecie. Superando una visione decorativa della natura, il progetto architettonico è qui indagato come strumento capace di riattivare forme di coabitazione profonde tra esseri umani, vegetazione e ambiente, a partire dalla dimensione più prossima dell’abitare: lo spazio domestico. L’ipotesi di ricerca si fonda sull’idea che la coesistenza tra casa e giardino possa dare forma a un nuovo modo di abitare: aperto, interdipendente, attento ai legami tra le specie e capace di rispondere alle crisi ambientali, culturali e sociali del nostro tempo. La tesi si articola in quattro capitoli. I primi due affrontano il tema da un punto di vista storico e teorico, ricostruendo una genealogia del rapporto tra spazio domestico e paesaggio naturale. I successivi analizzano una selezione di casi studio, attraverso un metodo che intreccia esperienza diretta, analisi grafico-critica e riflessione fenomenologica. A partire dalla lettura lirica e naturalistica di Luigi Figini, il primo capitolo esplora il legame originario tra uomo e physis, mettendo in luce la frattura introdotta dalla modernità con l’affermazione del sapere tecnico e la progressiva oggettivazione della natura. Il secondo capitolo approfondisce alcuni modelli progettuali che, nel corso del Novecento, hanno tentato di reintegrare il verde nella dimensione abitativa — tra questi, la casa all’italiana di Gio Ponti e la visione edonistica e vernacolare di Bernard Rudofsky. Il terzo capitolo propone un cambio di prospettiva: le architetture non sono analizzate come oggetti, ma come dispositivi relazionali, attraverso sette verbi-azione (selezionare, aprire, orientare, tessere, unire, accogliere, condividere) che definiscono strategie progettuali capaci di connettere lo spazio domestico con il contesto naturale e con i corpi che lo abitano. Il quarto capitolo approfondisce tre casi recenti — La Florida, Rambla Climate House e House with Plants — in cui il progetto si apre a forme evolute di coabitazione con il vivente, integrandosi con il suolo e con la vegetazione. Non un modello da replicare, ma un orientamento etico ed estetico, che restituisca al progetto domestico il potere di generare relazioni, cura e prossimità nel mondo condivisoFile | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/211146
URN:NBN:IT:UNIROMA1-211146