La ricerca si propone di esplorare l'opera di Carlo Mollino attraverso il prisma delle sue ambientazioni d’interni, considerate non come episodi marginali, ma come campi sperimentali in cui si manifesta una riflessione complessa sull’abitare. In questi spazi, Mollino sviluppa un approccio progettuale che privilegia la relazione sensibile tra corpo e spazio, rifiutando le convenzioni accademiche della misura per adottare una pratica fondata sull’immaginazione e sulla percezione fisica. Il disegno si configura come strumento primario di elaborazione del pensiero, in un processo di “pensare con la carta” che consente di tradurre l’interiorità in forma architettonica. Attraverso un'analisi articolata di interni significativi e la loro ricostruzione — Casa Miller, Casa Minola, Casa Rivetti — e di fonti archivistiche inedite, la tesi indaga come le ambientazioni molliniane si presentino come dispositivi capaci di mediare tra l’individuo e l’ambiente, tra il visibile e l’invisibile, tra l’identità e lo spazio. In esse, i confini murari si offrono come estensioni del corpo, gusci protettivi e superfici di proiezione dell’immaginario. L’autorialità di Mollino si rivela così non nell'imposizione di uno stile univoco, ma nella costruzione di narrazioni spaziali differenti e mutevoli, capaci di restituire la complessità dell’esperienza abitativa. Questa lettura consente di reinterpretare l’opera di Mollino alla luce di questioni contemporanee sull’abitare, mostrando come il suo lavoro anticipi pratiche progettuali attente all’ascolto, alla cura e alla dimensione relazionale dello spazio.

Ambientazioni Mollino. Materie trame e dimensioni negli spazi dell'interno

ADDONA, MARCO
2025

Abstract

La ricerca si propone di esplorare l'opera di Carlo Mollino attraverso il prisma delle sue ambientazioni d’interni, considerate non come episodi marginali, ma come campi sperimentali in cui si manifesta una riflessione complessa sull’abitare. In questi spazi, Mollino sviluppa un approccio progettuale che privilegia la relazione sensibile tra corpo e spazio, rifiutando le convenzioni accademiche della misura per adottare una pratica fondata sull’immaginazione e sulla percezione fisica. Il disegno si configura come strumento primario di elaborazione del pensiero, in un processo di “pensare con la carta” che consente di tradurre l’interiorità in forma architettonica. Attraverso un'analisi articolata di interni significativi e la loro ricostruzione — Casa Miller, Casa Minola, Casa Rivetti — e di fonti archivistiche inedite, la tesi indaga come le ambientazioni molliniane si presentino come dispositivi capaci di mediare tra l’individuo e l’ambiente, tra il visibile e l’invisibile, tra l’identità e lo spazio. In esse, i confini murari si offrono come estensioni del corpo, gusci protettivi e superfici di proiezione dell’immaginario. L’autorialità di Mollino si rivela così non nell'imposizione di uno stile univoco, ma nella costruzione di narrazioni spaziali differenti e mutevoli, capaci di restituire la complessità dell’esperienza abitativa. Questa lettura consente di reinterpretare l’opera di Mollino alla luce di questioni contemporanee sull’abitare, mostrando come il suo lavoro anticipi pratiche progettuali attente all’ascolto, alla cura e alla dimensione relazionale dello spazio.
22-mag-2025
Italiano
GHIA, MARIA CLARA
Moschetti, Vincenzo
CARPENZANO, Orazio
Università degli Studi di Roma "La Sapienza"
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/211292
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIROMA1-211292