La tesi di Dottorato che intendo presentare ha avuto come obiettivo quello di indagare le modalità attraverso le quali si è manifestato lo studio dell’anatomia umana a Roma, tra la fine sei Seicento e primi vent’anni circa dell’Ottocento. Quest’analisi ha interessato il modello di studio anatomico proposto dalle accademie artistiche cittadine, come l’Accademia di San Luca o l’Accademia di Francia, occasionalmente messe in rapporto con le maggiori accademie d’arte italiane ed europee e con gli studi di artisti indipendenti. Le stesse Accademie sono state poste a confronto anche con studi condotti in ambito ospedaliero, in particolare modo è stato preso in esame il caso dell’Ospedale di Santo Spirito in Sassia. Quest’analisi ha portato ad indagare, attraverso produzioni pittoriche, scultoree e di opere a stampa, il lavoro di artisti - e talvolta anche di medici che si sono misurati con l’arte - che hanno inteso, studiato, appreso e riprodotto l’anatomia umana in modo diverso e tuttavia complementare: dalle grandi teatralizzazioni estetiche barocche, all’idealizzazione del modello anatomico offerto dalla statuaria classica - di cui le collezioni romane abbondavano - fino ai modelli iperrealisti scolpiti in cera. Tutte le opere considerate sono, pertanto, state realizzate a Roma, molto spesso però da artisti solo di passaggio, a testimonianza anche di un dato curioso: la scelta di questa città quale “Accademia d’Europa” e luogo in cui era possibile apprendere l’anatomia umana, eppure in forte ritardo rispetto all’Accademia francese in fatto di impartizione di studi anatomici e allo stesso tempo lontanissima dal modello inglese della Royal Academy, in cui lo scambio tra l’anatomia artistica e quella medica era davvero perseguito con convinzione. La tesi, scegliendo Roma come luogo in cui portare avanti questo genere di ricognizione, ha altresì ambito a mostrare come qui fosse possibile assistere, durante l’intero arco temporale che si è occupata di coprire, ad un’intersezione di tre piani diversi in merito agli interessi anatomici: quello religioso-devozionale di matrice cattolica e popolare, quello artistico ed, infine, quello medico-scientifico. Il lavoro che ne è risultato, dunque, mostra anche quanto in questa città queste tre sfere fossero destinate a compartecipare ad un sistema complesso, in cui il corpo umano occupa sempre un posto centrale, senza possibilità di escludersi. Le ricerche d’archivio di questa tesi sono state svolte principalmente presso l'Archivio dell’Accademia di San Luca, l'Archivio della Banca d’Italia, l'Archivio della Chiesa di San Giovanni Decollato, l’Archivio di Stato di Roma, l'Archivio Storico del Vicariato di Roma, la Biblioteca Lancisiana, la Biblioteca Apostolica Vaticana, la Biblioteca Angelica e la Biblioteca Casanatense di Roma oltre al Nobile Collegio Chimico Farmaceutico, il Museo della Specola dell’Università di Firenze ed, infine, l’Hunterian Collection della University of Glasgow. Le ricerche bibliografiche, invece, sono avvenute presso la Bibliotheca Hertziana – Istituto Max Planck di Roma e presso il Kunsthistorische Institut in Florenz – Istituto Max Planck. Per gli archivi online, si ricordano qui solo i principali presi in esame come quello dell’Accademia di Francia a Roma e della Wellcome Collection, London.

"Essere versati sempre più in quella scienza". Lo studio del corpo umano tra pratica scientifica e artistica a Roma tra il XVII e il XIX secolo

DEL RICCIO, ELEONORA
2025

Abstract

La tesi di Dottorato che intendo presentare ha avuto come obiettivo quello di indagare le modalità attraverso le quali si è manifestato lo studio dell’anatomia umana a Roma, tra la fine sei Seicento e primi vent’anni circa dell’Ottocento. Quest’analisi ha interessato il modello di studio anatomico proposto dalle accademie artistiche cittadine, come l’Accademia di San Luca o l’Accademia di Francia, occasionalmente messe in rapporto con le maggiori accademie d’arte italiane ed europee e con gli studi di artisti indipendenti. Le stesse Accademie sono state poste a confronto anche con studi condotti in ambito ospedaliero, in particolare modo è stato preso in esame il caso dell’Ospedale di Santo Spirito in Sassia. Quest’analisi ha portato ad indagare, attraverso produzioni pittoriche, scultoree e di opere a stampa, il lavoro di artisti - e talvolta anche di medici che si sono misurati con l’arte - che hanno inteso, studiato, appreso e riprodotto l’anatomia umana in modo diverso e tuttavia complementare: dalle grandi teatralizzazioni estetiche barocche, all’idealizzazione del modello anatomico offerto dalla statuaria classica - di cui le collezioni romane abbondavano - fino ai modelli iperrealisti scolpiti in cera. Tutte le opere considerate sono, pertanto, state realizzate a Roma, molto spesso però da artisti solo di passaggio, a testimonianza anche di un dato curioso: la scelta di questa città quale “Accademia d’Europa” e luogo in cui era possibile apprendere l’anatomia umana, eppure in forte ritardo rispetto all’Accademia francese in fatto di impartizione di studi anatomici e allo stesso tempo lontanissima dal modello inglese della Royal Academy, in cui lo scambio tra l’anatomia artistica e quella medica era davvero perseguito con convinzione. La tesi, scegliendo Roma come luogo in cui portare avanti questo genere di ricognizione, ha altresì ambito a mostrare come qui fosse possibile assistere, durante l’intero arco temporale che si è occupata di coprire, ad un’intersezione di tre piani diversi in merito agli interessi anatomici: quello religioso-devozionale di matrice cattolica e popolare, quello artistico ed, infine, quello medico-scientifico. Il lavoro che ne è risultato, dunque, mostra anche quanto in questa città queste tre sfere fossero destinate a compartecipare ad un sistema complesso, in cui il corpo umano occupa sempre un posto centrale, senza possibilità di escludersi. Le ricerche d’archivio di questa tesi sono state svolte principalmente presso l'Archivio dell’Accademia di San Luca, l'Archivio della Banca d’Italia, l'Archivio della Chiesa di San Giovanni Decollato, l’Archivio di Stato di Roma, l'Archivio Storico del Vicariato di Roma, la Biblioteca Lancisiana, la Biblioteca Apostolica Vaticana, la Biblioteca Angelica e la Biblioteca Casanatense di Roma oltre al Nobile Collegio Chimico Farmaceutico, il Museo della Specola dell’Università di Firenze ed, infine, l’Hunterian Collection della University of Glasgow. Le ricerche bibliografiche, invece, sono avvenute presso la Bibliotheca Hertziana – Istituto Max Planck di Roma e presso il Kunsthistorische Institut in Florenz – Istituto Max Planck. Per gli archivi online, si ricordano qui solo i principali presi in esame come quello dell’Accademia di Francia a Roma e della Wellcome Collection, London.
28-mag-2025
Italiano
CURZI, Valter
MORSELLI, RAFFAELLA
Università degli Studi di Roma "La Sapienza"
377
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/212168
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIROMA1-212168