Fenomeni migratori, insediamenti informali e diritto alla città: Opportunità e sfide per la pianificazione

In the context of contemporary territorial transformations, this research investigates the informal settlement conditions of migrant populations in the rural territories of Sicily and Andalusia. Informal living, the expression of a systemic and multi-level exclusion, is configured as an autonomous and rationally structured, albeit precarious, housing modality that challenges the traditional categories defined by territorial planning. Through an integrated methodology, based on theoretical analysis, GIS mapping and field research, the thesis analyses two case studies: the settlement between Campobello di Mazara and Castelvetrano in Sicily, and the ‘chabolas’ of Atochares in Almería, Andalusia. The results show how these settlements, despite their conditions of legal invisibility and spatial marginality, constitute active spaces of resistance, adaptation and self-organisation, revealing a structural tension between migratory governance and spatial justice. The research proposes a critical reinterpretation of the role of planning, highlighting the urgency of tools capable of recognising and integrating these forms of settlement, overcoming emergency responses and promoting inclusive practices oriented at reducing territorial inequalities.

Nel contesto delle trasformazioni territoriali contemporanee, la presente ricerca indaga le condizioni insediative informali delle popolazioni migranti nei territori rurali della Sicilia e dell’Andalusia. L’abitare informale, espressione di un’esclusione sistemica e multilivello, si configura come una modalità abitativa autonoma e razionalmente strutturata, seppur precaria, che sfida le tradizionali categorie definita dalla pianificazione territoriale. Attraverso una metodologia integrata, fondata su analisi teorica, mappature GIS e ricerca sul campo, la tesi analizza due casi studio: l’insediamento tra Campobello di Mazara e Castelvetrano in Sicilia, e le “chabolas” di Atochares ad Almería, in Andalusia. I risultati mostrano come tali insediamenti, pur in condizioni di invisibilità giuridica e marginalità spaziale, costituiscano spazi attivi di resistenza, adattamento e autorganizzazione, rivelando una tensione strutturale tra governance migratoria e giustizia spaziale. La ricerca propone una rilettura critica del ruolo della pianificazione, evidenziando l’urgenza di strumenti capaci di riconoscere e integrare tali forme abitative, superando le risposte emergenziali e promuovendo pratiche inclusive orientate alla riduzione delle disuguaglianze territoriali.