Il rapporto di lavoro dirigenziale nel settore privato

The dissertation aims to analyze the role of managers in the private sector, highlighting their regulatory and judicial evolution, the nature of the employment relationship, and the applicable protections. Particular attention is given to the definition of worker categories and their classification within the Civil Code, with a specific focus on the managerial category. The study examines how, over time, legal scholarship and case law have consolidated managers into a single category, aligning their contractual and legal status. A portion of the analysis is dedicated to the legal framework for executive dismissals, emphasizing how their exclusion from the scope of Law No. 604/1966 has subjected them to the regime of free termination ad nutum. This legislative choice has been justified by the unique combination of attenuated subordination and the strong fiduciary element inherent in the alter ego role. However, the introduction of protections through collective bargaining agreements and the extension of certain statutory safeguards to managers clearly indicate a progressive erosion of the employer’s unfettered right to dismiss them. The concept of “giustificatezza” (justifiability), the contractual-collective cause for managerial dismissal, is reconstructed through judicial interpretative principles, revealing a certain degree of overlap between statutory and contractual grounds for termination. The overall aim of this work is to highlight the interpretative tensions between the intention to distinguish managers from other subordinate workers and the need to extend to them certain protections typically granted to the latter.

L’elaborato si propone di analizzare la figura del dirigente nel settore privato, evidenziandone l’evoluzione normativa e giurisprudenziale, la natura del rapporto di lavoro e le tutele applicabili. Particolare attenzione è dedicata alla definizione delle categorie dei prestatori di lavoro e alla loro collocazione nel Codice Civile, con un focus specifico sulla categoria dirigenziale. Si esamina come, nel tempo, dottrina e giurisprudenza abbiano ricondotto i dirigenti a un’unica categoria, con piena coincidenza tra quella contrattuale e quella legale. Parte dell’analisi è dedicata alla disciplina del licenziamento dei dirigenti, in cui si evidenzia come la mancata inclusione di questi nell’ambito di applicazione della L. n. 604/1966 li abbia relegati nell’ambito di applicazione del libero recesso ad nutum, adducendo a giustificazione ragionevole dell’intervento normativo la peculiare combinazione tra subordinazione attenuata e il forte elemento fiduciario della figura dell’alter ego. L’introduzione di tutele da parte della contrattazione collettiva e l’estensione di altre di matrice legale ai dirigenti, fa emergere chiaramente una certa erosione del perimetro della libera recedibilità. La nozione di giustificatezza, quale causale al licenziamento del dirigente di matrice contrattual-collettiva, viene ricostruita attraverso i principi interpretativi della giurisprudenza, rivelando una qualche sovrapposizione tra le causali legali e contrattuali dei giustificati motivi. L’intento complessivo dello scritto è quello di mettere in evidenza le tensioni interpretative tra la volontà di differenziare il dirigente dagli altri lavoratori subordinati e la necessità di garantirgli alcune tutele tipiche di questi ultimi.