Dalla metà del terzo secolo, seppure in fasi alterne, Roma iniziò il processo di espansione mediterranea che continuerà per tutto il periodo repubblicano ed oltre. L’evento che diede inizio a questo processo fu la conquista della Sicilia e la sua successiva organizzazione in provincia a seguito della Prima Guerra Punica (241). Parallelamente alle conquiste transmarine si sperimentò un movimento di cittadini romano-italici che lasciarono l’Italia per stabilirsi nelle province. In quale modo questa migrazione ebbe luogo? Quale fu il ruolo dell’espansione militare romana in questo scenario? A quanto ammontava la popolazione d’oltremare durante il periodo repubblicano e soprattutto, quale fu il suo impatto demografico sulla popolazione romana complessiva? Quest’ultima è la domanda più ovvia e complessa al tempo stesso. Il dibattito accademico sulla popolazione romana, infatti, è uno dei più accesi e complessi tra gli esperti del settore e perdura da oltre un secolo. Varie scuole di pensiero, note come conto basso (low count), conto alto (high count) e conto medio (mid count), hanno offerto diverse interpretazioni sull’entità della popolazione romana tra il periodo repubblicano e quello augusteo. Nell’ambito di questo dibattito sulla popolazione romana, tuttavia, ritengo che un elemento solitamente non abbia ricevuto la dovuta attenzione: la popolazione romano-italica d’oltremare. La narrativa tradizionale sostiene che questa non conobbe una crescita significativa se non verso la fine del primo secolo a.C. quando, tramite l’azione di Cesare e di Augusto, non ebbe luogo un’intensa attività coloniale fuori dall’Italia. Tramite questa ricerca, è mia intenzione riesaminare il problema della popolazione romana d’oltremare, quali furono alcuni degli elementi chiave che, a parer mio, stimolarono questa mobilità durante il periodo dell’espansione della Repubblica ed infine, il suo potenziale ruolo nel dibattito demografico. Tramite un’attenta analisi delle fonti letterarie, epigrafiche ed archeologiche, oltre che una puntuale considerazione dell’attuale dibattito accademico, è mio obiettivo suggerire una nuova teoria incentrata su di una maggiore presenza romano-italica al di fuori dell’Italia peninsulare durante il periodo repubblicano tra il quarto secolo a.C. fino all’ascesa di Augusto. In particolare, è mia intenzione suggerire un modello che ha come suo elemento portante e l’espansione mediterranea di Roma ed esaminare l’esercito come un “push factor” determinante nel movimento di persone. Ritengo, infatti, che l’esercito e il servizio militare abbiano contribuito a questo processo, promuovendo una simbiosi tra espansione ed insediamento. Sebbene da una prospettiva più tarda, Seneca, al tempo del suo esilio, riferendosi ai coloni romani commentò: “Ubicumque vicit Romanus, habitat” (dovunque il Romano abbia vinto, lì abita) enfatizzando, quindi, una connessione tra espansione ed insediamento. Con questa ricerca, sarà mia intenzione sostenere che questa connessione accompagnò Roma nel corso del periodo repubblicano aumentando di portata e complessità con il proseguire delle conquiste transmarine.
Riflessioni demografiche sulla mobilità umana durante l’espansione della Repubblica romana
BIGLINO, FABRIZIO
2025
Abstract
Dalla metà del terzo secolo, seppure in fasi alterne, Roma iniziò il processo di espansione mediterranea che continuerà per tutto il periodo repubblicano ed oltre. L’evento che diede inizio a questo processo fu la conquista della Sicilia e la sua successiva organizzazione in provincia a seguito della Prima Guerra Punica (241). Parallelamente alle conquiste transmarine si sperimentò un movimento di cittadini romano-italici che lasciarono l’Italia per stabilirsi nelle province. In quale modo questa migrazione ebbe luogo? Quale fu il ruolo dell’espansione militare romana in questo scenario? A quanto ammontava la popolazione d’oltremare durante il periodo repubblicano e soprattutto, quale fu il suo impatto demografico sulla popolazione romana complessiva? Quest’ultima è la domanda più ovvia e complessa al tempo stesso. Il dibattito accademico sulla popolazione romana, infatti, è uno dei più accesi e complessi tra gli esperti del settore e perdura da oltre un secolo. Varie scuole di pensiero, note come conto basso (low count), conto alto (high count) e conto medio (mid count), hanno offerto diverse interpretazioni sull’entità della popolazione romana tra il periodo repubblicano e quello augusteo. Nell’ambito di questo dibattito sulla popolazione romana, tuttavia, ritengo che un elemento solitamente non abbia ricevuto la dovuta attenzione: la popolazione romano-italica d’oltremare. La narrativa tradizionale sostiene che questa non conobbe una crescita significativa se non verso la fine del primo secolo a.C. quando, tramite l’azione di Cesare e di Augusto, non ebbe luogo un’intensa attività coloniale fuori dall’Italia. Tramite questa ricerca, è mia intenzione riesaminare il problema della popolazione romana d’oltremare, quali furono alcuni degli elementi chiave che, a parer mio, stimolarono questa mobilità durante il periodo dell’espansione della Repubblica ed infine, il suo potenziale ruolo nel dibattito demografico. Tramite un’attenta analisi delle fonti letterarie, epigrafiche ed archeologiche, oltre che una puntuale considerazione dell’attuale dibattito accademico, è mio obiettivo suggerire una nuova teoria incentrata su di una maggiore presenza romano-italica al di fuori dell’Italia peninsulare durante il periodo repubblicano tra il quarto secolo a.C. fino all’ascesa di Augusto. In particolare, è mia intenzione suggerire un modello che ha come suo elemento portante e l’espansione mediterranea di Roma ed esaminare l’esercito come un “push factor” determinante nel movimento di persone. Ritengo, infatti, che l’esercito e il servizio militare abbiano contribuito a questo processo, promuovendo una simbiosi tra espansione ed insediamento. Sebbene da una prospettiva più tarda, Seneca, al tempo del suo esilio, riferendosi ai coloni romani commentò: “Ubicumque vicit Romanus, habitat” (dovunque il Romano abbia vinto, lì abita) enfatizzando, quindi, una connessione tra espansione ed insediamento. Con questa ricerca, sarà mia intenzione sostenere che questa connessione accompagnò Roma nel corso del periodo repubblicano aumentando di portata e complessità con il proseguire delle conquiste transmarine.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Fabrizio_tesi.pdf
embargo fino al 27/06/2028
Dimensione
3.86 MB
Formato
Adobe PDF
|
3.86 MB | Adobe PDF |
I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14242/215143
URN:NBN:IT:UNITO-215143