Il lavoro analizza l'evoluzione della gestione delle acque nel territorio canavesano attraverso il caso della famiglia dei Valperga di Masino, utilizzando una metodologia storica basata sull'analisi di documenti archivistici. Nella prima parte, si esamina il quadro normativo sabaudo riguardante le risorse idriche a partire dalla prima edizione delle Regie Costituzioni. Infatti, a seguito dell'affermazione del potere centrale, i Savoia cercarono di operare una centralizzazione, benché mediata e difficile. Ad esempio, le Regie Costituzioni del 1729 estendevano il concetto di demanialità a tutte le acque e a tutti i corsi d'acqua, regolamentando l'uso privato tramite concessioni regie. Nella seconda parte si illustrano due diversi modelli di gestione delle risorse idriche: in un primo momento la famiglia esercitava un controllo diretto e monopolistico sul territorio e sulle risorse idriche, in linea con le politiche feudali sabaude; verso la fine del XVIII secolo la famiglia assunse un ruolo di mero concessionario. L'ultima parte della tesi analizza, sembra sulla base dei documenti archivistici, la progressiva erosione delle prerogative feudali dei Valperga, evidenziando come le trasformazioni politiche e amministrative abbiano ridotto il loro ruolo nella gestione delle risorse idriche, riflettendo un più ampio processo di modernizzazione e centralizzazione di quel potere sovrano che si stava affermando.
La gestione delle acque da parte della famiglia dei Valperga di Masino fra l’Ottocento e i primi anni del Novecento
ORDINE, MORGANE
2025
Abstract
Il lavoro analizza l'evoluzione della gestione delle acque nel territorio canavesano attraverso il caso della famiglia dei Valperga di Masino, utilizzando una metodologia storica basata sull'analisi di documenti archivistici. Nella prima parte, si esamina il quadro normativo sabaudo riguardante le risorse idriche a partire dalla prima edizione delle Regie Costituzioni. Infatti, a seguito dell'affermazione del potere centrale, i Savoia cercarono di operare una centralizzazione, benché mediata e difficile. Ad esempio, le Regie Costituzioni del 1729 estendevano il concetto di demanialità a tutte le acque e a tutti i corsi d'acqua, regolamentando l'uso privato tramite concessioni regie. Nella seconda parte si illustrano due diversi modelli di gestione delle risorse idriche: in un primo momento la famiglia esercitava un controllo diretto e monopolistico sul territorio e sulle risorse idriche, in linea con le politiche feudali sabaude; verso la fine del XVIII secolo la famiglia assunse un ruolo di mero concessionario. L'ultima parte della tesi analizza, sembra sulla base dei documenti archivistici, la progressiva erosione delle prerogative feudali dei Valperga, evidenziando come le trasformazioni politiche e amministrative abbiano ridotto il loro ruolo nella gestione delle risorse idriche, riflettendo un più ampio processo di modernizzazione e centralizzazione di quel potere sovrano che si stava affermando.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Tesi dottorato M. Ordine.pdf
accesso aperto
Dimensione
2.26 MB
Formato
Adobe PDF
|
2.26 MB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14242/217507
URN:NBN:IT:UNIUPO-217507