Il lavoro di tesi verte sulle possibilità e modalità di applicazione dei principi enunciati nell’Agenda 2030, in particolare nei goals 8 e 10, al sistema di sostegno all’occupazione e al reddito in Italia. Ad oggi, le riforme di flessibilizzazione del mercato del lavoro hanno determinato l’aumento della domanda di lavoratori qualificati e una riduzione della richiesta dei lavoratori meno qualificati. Di conseguenza, i livelli retributivi di questi ultimi sono diventanti così bassi da non consentire condizioni di vita dignitose. Inoltre, i tradizionali modi di intervento pubblico appaiono inadeguati rispetto al fine di realizzare un innalzamento dei livelli occupazionali, non solo perché carenti sul piano dell’effettivo accertamento dello stato di necessità, ma anche a causa della “inconsistenza” dei c.d. meccanismi di condizionalità che dovrebbero collegare funzionalmente le politiche attive del lavoro con quelle passive. Tuttavia, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza nella misura M5C1.1, che si propone l’«obiettivo di introdurre un’ampia e integrata riforma delle politiche attive e della formazione professionale», offre nuove possibilità di intervento sul sistema produttivo e sul mercato del lavoro. Di particolare interesse sono, inoltre, le c.d. making work pay policies. Queste ultime sono dei modelli economici finalizzati a contrastare gli effetti disincentivanti dei moderni sistemi di welfare con il riconoscimento di sussidi pubblici a soggetti già percettori di reddito da lavoro. La subordinazione del sussidio pubblico alla condizione dell’occupazione garantisce, in primo luogo, un ritorno alla finanza pubblica della spesa sostenuta poiché, è lo stesso beneficiario che, in quanto occupato, partecipa attivamente al finanziamento del beneficio erogatogli; in secondo luogo, l’aumento di occasioni di occupazione attraverso l’erogazione di incentivi alle imprese finalizzati all’assunzione di lavoratori svantaggiati, ridurrebbe esponenzialmente il fenomeno dell’esclusione sociale; infine, verrebbe garantita l’attivazione e l’impegno di tutti i beneficiari della misura.
Sviluppo Sostenibile e Politiche del Lavoro
PASTORE, ANTONIA ROSSANA
2025
Abstract
Il lavoro di tesi verte sulle possibilità e modalità di applicazione dei principi enunciati nell’Agenda 2030, in particolare nei goals 8 e 10, al sistema di sostegno all’occupazione e al reddito in Italia. Ad oggi, le riforme di flessibilizzazione del mercato del lavoro hanno determinato l’aumento della domanda di lavoratori qualificati e una riduzione della richiesta dei lavoratori meno qualificati. Di conseguenza, i livelli retributivi di questi ultimi sono diventanti così bassi da non consentire condizioni di vita dignitose. Inoltre, i tradizionali modi di intervento pubblico appaiono inadeguati rispetto al fine di realizzare un innalzamento dei livelli occupazionali, non solo perché carenti sul piano dell’effettivo accertamento dello stato di necessità, ma anche a causa della “inconsistenza” dei c.d. meccanismi di condizionalità che dovrebbero collegare funzionalmente le politiche attive del lavoro con quelle passive. Tuttavia, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza nella misura M5C1.1, che si propone l’«obiettivo di introdurre un’ampia e integrata riforma delle politiche attive e della formazione professionale», offre nuove possibilità di intervento sul sistema produttivo e sul mercato del lavoro. Di particolare interesse sono, inoltre, le c.d. making work pay policies. Queste ultime sono dei modelli economici finalizzati a contrastare gli effetti disincentivanti dei moderni sistemi di welfare con il riconoscimento di sussidi pubblici a soggetti già percettori di reddito da lavoro. La subordinazione del sussidio pubblico alla condizione dell’occupazione garantisce, in primo luogo, un ritorno alla finanza pubblica della spesa sostenuta poiché, è lo stesso beneficiario che, in quanto occupato, partecipa attivamente al finanziamento del beneficio erogatogli; in secondo luogo, l’aumento di occasioni di occupazione attraverso l’erogazione di incentivi alle imprese finalizzati all’assunzione di lavoratori svantaggiati, ridurrebbe esponenzialmente il fenomeno dell’esclusione sociale; infine, verrebbe garantita l’attivazione e l’impegno di tutti i beneficiari della misura.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/217863
URN:NBN:IT:UNIBA-217863