La tesi di dottorato è dedicata a un riesame complessivo del De fato di Cicerone, finalizzato alla preparazione di una nuova edizione critica dell’opera. Punto di partenza dell’indagine è la constatazione che, nonostante il rinnovato interesse mostrato dalla ricerca – in particolare sul piano filosofico – il testo non è stato sottoposto, negli ultimi decenni, a una revisione critica sistematica. Scopo principale del lavoro è dunque offrire una nuova ricostruzione sia delle implicazioni filosofiche, sia della base testuale del De fato. La prima parte della tesi propone una rilettura della struttura dialettica del trattato, con particolare attenzione al confronto tra il determinismo stoico e lo scetticismo accademico, e intende mettere in luce l’autonomia argomentativa di Cicerone rispetto alle autorità filosofiche. Un caso di studio specifico è costituito dal §39. A questa sezione, più marcatamente esegetico-filosofica, segue un’indagine sulla ricezione altomedievale dell’opera, incentrata in particolare sulla figura dell’intellettuale carolingio Lupo di Ferrières, analizzato come editore e commentatore del De fato. I suoi interventi testuali e il suo profilo editoriale vengono rivalutati alla luce di un’indagine codicologica e paleografica. La seconda parte della ricerca è dedicata a una recensio completa della tradizione manoscritta, con particolare attenzione ai testimoni più antichi del cosiddetto Corpus Leidense (De natura deorum, De divinatione, Timaeus, De fato, Topica, Paradoxa Stoicorum, Lucullus, De legibus). L’analisi dettagliata dei codici Leiden, Bibliotheek der Rijksuniversiteit, Voss. Lat. F. 84 (A), Voss. Lat. F. 86 (B), e Wien, Österreichische Nationalbibliothek, Cod. 189 (V), consente una ricostruzione articolata della fase alta della storia della tradizione. Sulla base di questi risultati, la terza parte della tesi propone un nuovo stemma codicum, che rivede criticamente alcune ipotesi sinora centrali sulla trasmissione del testo, in particolare per quanto riguarda i potiores. Completa il lavoro un apparato critico, concepito come base per una futura edizione dell’opera ciceroniana.
Il De fato di Cicerone: prolegomeni a una nuova edizione critica
BELLORIO, FABIO
2025
Abstract
La tesi di dottorato è dedicata a un riesame complessivo del De fato di Cicerone, finalizzato alla preparazione di una nuova edizione critica dell’opera. Punto di partenza dell’indagine è la constatazione che, nonostante il rinnovato interesse mostrato dalla ricerca – in particolare sul piano filosofico – il testo non è stato sottoposto, negli ultimi decenni, a una revisione critica sistematica. Scopo principale del lavoro è dunque offrire una nuova ricostruzione sia delle implicazioni filosofiche, sia della base testuale del De fato. La prima parte della tesi propone una rilettura della struttura dialettica del trattato, con particolare attenzione al confronto tra il determinismo stoico e lo scetticismo accademico, e intende mettere in luce l’autonomia argomentativa di Cicerone rispetto alle autorità filosofiche. Un caso di studio specifico è costituito dal §39. A questa sezione, più marcatamente esegetico-filosofica, segue un’indagine sulla ricezione altomedievale dell’opera, incentrata in particolare sulla figura dell’intellettuale carolingio Lupo di Ferrières, analizzato come editore e commentatore del De fato. I suoi interventi testuali e il suo profilo editoriale vengono rivalutati alla luce di un’indagine codicologica e paleografica. La seconda parte della ricerca è dedicata a una recensio completa della tradizione manoscritta, con particolare attenzione ai testimoni più antichi del cosiddetto Corpus Leidense (De natura deorum, De divinatione, Timaeus, De fato, Topica, Paradoxa Stoicorum, Lucullus, De legibus). L’analisi dettagliata dei codici Leiden, Bibliotheek der Rijksuniversiteit, Voss. Lat. F. 84 (A), Voss. Lat. F. 86 (B), e Wien, Österreichische Nationalbibliothek, Cod. 189 (V), consente una ricostruzione articolata della fase alta della storia della tradizione. Sulla base di questi risultati, la terza parte della tesi propone un nuovo stemma codicum, che rivede criticamente alcune ipotesi sinora centrali sulla trasmissione del testo, in particolare per quanto riguarda i potiores. Completa il lavoro un apparato critico, concepito come base per una futura edizione dell’opera ciceroniana.| File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/217879
URN:NBN:IT:UNITO-217879