E’ possibile un nuovo trattamento rieducativo del condannato grazie all’innovazione tecnologica e agli algoritmi predittivi? Il lavoro di tesi prova a dare una risposta al quesito, muovendo anzitutto dalla definizione della funzione rieducativa della pena di cui all’art. 27 Cost. Dall’analisi in astratto della rieducazione si passa, poi, ad accertare se la pena adempia al dettato costituzionale in concreto. Su quest’ultimo punto si registra un fallimento della rieducazione e tanto quindi impone di riconsiderare le strutture detentive e di valorizzare le misure alternative alla detenzione. Con riguardo alle prime, pur consapevoli dell’annoso problema del sovraffollamento, si propongono soluzioni per creare, attraverso l’innovazione tecnologica, istituti penitenziari 2.0, ove siano maggiormente garantiti tutti i diritti fondamentali dei detenuti, anche quello all’affettività. Con riguardo alle seconde, invece, si considera la possibilità che le stesse siano disposte anche mediante l’ausilio di software predittivi. Questa ipotesi, sempre più attuale e concreta in ragione dell’AI ACT, deve essere vagliata alla luce dei principi costituzionali che regolano il processo penale e il procedimento di sorveglianza. Infine, il possibile ingresso di algoritmi predittivi nelle trame del procedimento penale, largamente inteso, impone di volgere lo sguardo oltreoceano, agli Stati Uniti, ove da lungo tempo l’intelligenza artificiale coadiuva l’autorità giudiziaria.

Il trattamento rieducativo del condannato fra innovazione tecnologica e algoritmi predittivi

PASCAZIO, MARIA
2025

Abstract

E’ possibile un nuovo trattamento rieducativo del condannato grazie all’innovazione tecnologica e agli algoritmi predittivi? Il lavoro di tesi prova a dare una risposta al quesito, muovendo anzitutto dalla definizione della funzione rieducativa della pena di cui all’art. 27 Cost. Dall’analisi in astratto della rieducazione si passa, poi, ad accertare se la pena adempia al dettato costituzionale in concreto. Su quest’ultimo punto si registra un fallimento della rieducazione e tanto quindi impone di riconsiderare le strutture detentive e di valorizzare le misure alternative alla detenzione. Con riguardo alle prime, pur consapevoli dell’annoso problema del sovraffollamento, si propongono soluzioni per creare, attraverso l’innovazione tecnologica, istituti penitenziari 2.0, ove siano maggiormente garantiti tutti i diritti fondamentali dei detenuti, anche quello all’affettività. Con riguardo alle seconde, invece, si considera la possibilità che le stesse siano disposte anche mediante l’ausilio di software predittivi. Questa ipotesi, sempre più attuale e concreta in ragione dell’AI ACT, deve essere vagliata alla luce dei principi costituzionali che regolano il processo penale e il procedimento di sorveglianza. Infine, il possibile ingresso di algoritmi predittivi nelle trame del procedimento penale, largamente inteso, impone di volgere lo sguardo oltreoceano, agli Stati Uniti, ove da lungo tempo l’intelligenza artificiale coadiuva l’autorità giudiziaria.
29-apr-2025
Italiano
rieducazione; smart prisons; algoritmi predittivi
COLAMUSSI, Marilena
CALAMO SPECCHIA, Marina
TORRE, Alessandro
Università degli studi di Bari
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/218027
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIBA-218027