La gestione dei disturbi del ritmo sonno-veglia legati all'ospedalizzazione: il progetto CircadianCare

Introduction. Hospitalised patients often present with sleep and circadian rhythm disorders. Hospitalisation per se weakens circadian rhythmicity due to disease itself, noise, loss of habitual daily routines, and abnormal exposure to light. The present study tests an inpatient management system (CircadianCare) aimed at limiting the circadian impact of hospitalisation by enhancing circadian rhythmicity through a personalised light-dark, meal and activity schedule. This was compared to standard inpatient management in terms of sleep-wake quality/timing, temperature and melatonin profiles, and length of hospitalisation. Methods. Fifty inpatients were enrolled and randomised to either the CircadianCare system (n=25; 18 males; 62.4±1.9 years) or standard of care (n=25; 14 males; 64.5±2.3 years). On admission, all underwent an assessment of pre-hospitalisation sleep quality/timing, diurnal preference and habitual meal timing. During hospitalisation, they underwent monitoring of sleep quality/timing through daily sleep diaries and actigraphy. Patients in the CircadianCare arm were asked to wear blue-enriched bright light glasses immediately after awakening and short-wavelength filter glasses in the evening; an enforced rolling shutter policy was adopted to guarantee adequate lighting in the daytime/darkness at night; meals/physical exercise were provided according to the patients’ habitual preference. Comparisons were performed between sleep diaries/actigraphic parameters recorded on day 1 (T0), day 7 (T1) and day 14 (T2) of hospitalisation. Results. Treated and untreated patients were comparable in terms of demographics, diurnal preference and pre-admission sleep quality/timing (except for the number of night awakenings, which was higher in the control group). During hospitalisation, sleep diaries documented a higher number of hours spent in bed (8.24±0.44 at T0 and 9.08±0.45 at T1 in treated vs 8.65±0.41 at T0 and 7.70±0.42 at T1 in untreated patients) and a trend for earlier bedtime (22:38±00:21 at T0 and 22:02±00:25 at T1 in treated vs 22:17±00:20 at T0 and 22:49±00:24 at T1 in untreated patients, F=3.768, p=0.062) in treated patients. When comparing sleep diaries data at T0, T1 and T2, these documented an advance in bed time for treated patients (23:38±00:46 at T0, 21:45±00:50 at T1 and 21:28±01:10 at T2 in treated vs 21:00±00:41 at T0, 22:12±00:45 at T1 and 23:42±01:02 at T2 in untreated patients, F=4.263, p=0.036) and the number of night awakenings was generally higher in the control group (0.90±0.46 in treated vs 2.43±0.35 in untreated patients). Actigraphy showed a delay in wake-up time (05:31±00:31 at T0 vs 06:59±00:33 at T1) and midsleep (02:20±00:28 at T0 vs 03:37±00:29 at T1) for “intermediate” patients in the control group from T0 to T1. Data on noise, 24-hour temperature and melatonin profiles are currently being analysed. In conclusion, the CircadianCare management system showed some positive results in terms of sleep-wake timing, suggesting potential for chronotherapy in the hospital setting.

Introduzione. I pazienti ospedalizzati spesso presentano disturbi del sonno e del ritmo circadiano. L’ospedalizzazione stessa indebolisce il ritmo circadiano e questo è dovuto alla patologia di base, al rumore, alla perdita della routine quotidiana e all’alterata esposizione alla luce. Questo studio valuta un sistema di gestione dei pazienti ospedalizzati (CircadianCare), che ha lo scopo di limitare l’impatto dell’ospedalizzazione sull’orologio endogeno e di potenziare la ritmicità circadiana mediante un regime personalizzato di orari luce-buio, cibo e attività fisica. Questo sistema è stato confrontato con la gestione standard dei pazienti ricoverati in termini di qualità e orari del sonno e della veglia, profili di temperatura e melatonina, e durata dell’ospedalizzazione. Metodi. Cinquanta pazienti sono stati arruolati ed assegnati in modo casuale al gruppo CircadianCare (n=25; 18 uomini; 62.4±1.9 anni) o allo standard di cura (n=25; 14 uomini; 64.5±2.3 anni). All’ingresso nello studio, tutti i pazienti sono stati sottoposti ad una valutazione della qualità e degli orari del sonno prima del ricovero, della preferenza diurna e degli orari abituali dei pasti. Durante il ricovero, i pazienti sono stati sottoposti ad un monitoraggio della qualità e degli orari del sonno mediante i diari del sonno e l’attigrafia. Ai pazienti nel gruppo CircadianCare è stato chiesto di indossare degli occhiali emittenti una luce arricchita nel blu immediatamente dopo il risveglio e degli occhiali schermanti la luce a ridotta lunghezza d’onda durante le ore serali; è stato inoltre adottato un regime di apertura e chiusura delle tapparelle per garantire degli adeguati livelli di illuminazione durante il giorno e di buio durante la notte; i pasti e l’esercizio fisico sono stati organizzati a seconda della preferenza abituale del paziente. Sono stati confrontati diari del sonno/parametri attigrafici registrati al giorno 1 (T0), al giorno 7 (T1) e al giorno 14 (T2). Risultati. I pazienti trattati e non trattati erano confrontabili in termini di caratteristiche demografiche, preferenza diurna e qualità/orari del sonno prima dell’ospedalizzazione (ad eccezione del numero di risvegli notturni, che era più alto nel gruppo controllo). Durante l’ospedalizzazione, i diari del sonno hanno documentato un maggior numero di ore trascorse a letto (8.24±0.44 al T0 e 9.08±0.45 al T1 nei trattati vs 8.65±0.41 al T0 e 7.70±0.42 al T1 nei pazienti non trattati) e una tendenza ad anticipare l’orario di coricamento nei pazienti trattati (22:38±00:21 al T0 e 22:02±00:25 al T1 nei trattati vs 22:17±00:20 al T0 e 22:49±00:24 al T1 nei pazienti non trattati, F=3.768, p=0.062). Il confronto fra i diari del sonno al T0, T1 e T2 ha documentato un significativo anticipo dell’orario di coricamento nei pazienti trattati (23:38±00:46 al T0, 21:45±00:50 al T1 e 21:28±01:10 al T2 nei trattati vs 21:00±00:41 al T0, 22:12±00:45 al T1 e 23:42±01:02 al T2 nei pazienti non trattati, F=4.263, p=0.036) e il numero di risvegli notturni è risultato in genere più alto nel gruppo controllo (0.90±0.46 nei trattati vs 2.43±0.35 nei pazienti non trattati). I dati attigrafici hanno mostrato un ritardo dell’orario di risveglio (05:31±00:31 al T0 vs 06:59±00:33 al T1) e del midsleep (02:20±00:28 al T0 vs 03:37±00:29 al T1) dal T0 al T1 per i pazienti con cronotipo intermedio del gruppo controllo. I dati relativi ai livelli di rumore, alla misurazione di 24 ore della temperatura e al profilo della melatonina sono attualmente in corso di analisi. In conclusione, il sistema di gestione CircadianCare ha mostrato risultati positivi in termini di orari del ciclo sonno-veglia, e suggerisce che la cronoterapia sia una strategia promettente anche in ambito ospedaliero.