Public housing, commonly known as ‘social’ housing, has had a decisive impact on European urban development since the late 19th century. This segment of the built environment has not only improved housing standards for the working classes, but has also provided a platform for architectural and urban innovation.Today, however, the modern building stock faces significant challenges: obsolescence, critical energy issues and the need for structural and functional adaptations call into question its suitability for the objectives of the European New Green Deal and emerging standards for environmental compatibility and ecological transition. Among these challenges, the regeneration of social housing is a key issue. Suburban areas, often characterised by post-war complexes, are particularly affected. In Italy, the experience of Rome is emblematic, with social housing covering 12% of the urbanised area. At a time when housing must be reaffirmed as a primary social service, the research poses the fundamental question: “How and with what strategies can the existing building stock be upgraded? The construction of prefabricated buildings in the 1970s and 1980s marked an important phase in the history of public housing in Italy. Designed to respond quickly to housing needs, these buildings now face problems of deterioration, energy inefficiency and functional disconnection from contemporary needs. The lack of adequate maintenance and the negligence of the life cycle of the buildings have led to a situation where entire complexes are not only technically obsolete, but also socially and urbanistically isolated. In this context, an approach combining technological innovation, sustainability and social participation is needed to redefine the role of these buildings in the urban context.

L’edilizia residenziale pubblica, conosciuta comunemente come edilizia “popolare”, ha avuto un impatto cruciale nello sviluppo urbano europeo sin dalla fine del XIX secolo. Questo segmento dell’ambiente costruito non solo ha migliorato gli standard abitativi delle classi lavoratrici, ma ha anche rappresentato una piattaforma d’innovazione architettonica e urbanistica. Tuttavia, il patrimonio edilizio della modernità oggi affronta sfide significative: l’obsolescenza, le criticità energetiche e la necessità di adeguamenti strutturali e funzionali mettono in discussione la sua idoneità rispetto agli obiettivi del New Green Deal1 europeo e ai nuovi criteri di compatibilità ambientale e transizione ecologica. Tra queste sfide, la riqualificazione dell’edilizia residenziale pubblica è un tema centrale. Le aree urbane periferiche, spesso caratterizzate da complessi costruiti nel secondo dopoguerra, sono particolarmente interessate da queste problematiche. In Italia, l’esperienza di Roma è emblematica, con una produzione edilizia pubblica che ha contribuito a plasmare il 12% della superficie urbanizzata. In un momento storico in cui la casa deve essere riaffermata come servizio sociale primario, la ricerca si pone la domanda fondamentale: “Come e con quali strategie è possibile riqualificare il patrimonio edilizio esistente?” La costruzione di edifici prefabbricati, tra gli anni ’70 e ’80, ha segnato una fase importante nella storia dell’edilizia residenziale pubblica italiana. Questi edifici, progettati per rispondere rapidamente alla domanda abitativa, presentano oggi problemi di deterioramento, inefficienza energetica e disconnessione funzionale rispetto alle esigenze contemporanee. La mancanza di manutenzione adeguata e la scarsa attenzione iniziale al ciclo di vita degli edifici hanno portato a una situazione in cui interi complessi risultano non solo obsoleti dal punto di vista tecnico, ma anche socialmente e urbanisticamente isolati. In questo contesto, è necessario un approccio che combini innovazione tecnologica, sostenibilità e partecipazione sociale per ridefinire il ruolo di questi edifici nel tessuto urbano.

Modelli digitali per la progettazione tecnologica ai fini del rinnovo sostenibile dell’edilizia pubblica. Il caso studio del I° Piano di Edilizia Economica e Popolare di Roma

VANNINI, CARLO
2025

Abstract

Public housing, commonly known as ‘social’ housing, has had a decisive impact on European urban development since the late 19th century. This segment of the built environment has not only improved housing standards for the working classes, but has also provided a platform for architectural and urban innovation.Today, however, the modern building stock faces significant challenges: obsolescence, critical energy issues and the need for structural and functional adaptations call into question its suitability for the objectives of the European New Green Deal and emerging standards for environmental compatibility and ecological transition. Among these challenges, the regeneration of social housing is a key issue. Suburban areas, often characterised by post-war complexes, are particularly affected. In Italy, the experience of Rome is emblematic, with social housing covering 12% of the urbanised area. At a time when housing must be reaffirmed as a primary social service, the research poses the fundamental question: “How and with what strategies can the existing building stock be upgraded? The construction of prefabricated buildings in the 1970s and 1980s marked an important phase in the history of public housing in Italy. Designed to respond quickly to housing needs, these buildings now face problems of deterioration, energy inefficiency and functional disconnection from contemporary needs. The lack of adequate maintenance and the negligence of the life cycle of the buildings have led to a situation where entire complexes are not only technically obsolete, but also socially and urbanistically isolated. In this context, an approach combining technological innovation, sustainability and social participation is needed to redefine the role of these buildings in the urban context.
21-lug-2025
Italiano
L’edilizia residenziale pubblica, conosciuta comunemente come edilizia “popolare”, ha avuto un impatto cruciale nello sviluppo urbano europeo sin dalla fine del XIX secolo. Questo segmento dell’ambiente costruito non solo ha migliorato gli standard abitativi delle classi lavoratrici, ma ha anche rappresentato una piattaforma d’innovazione architettonica e urbanistica. Tuttavia, il patrimonio edilizio della modernità oggi affronta sfide significative: l’obsolescenza, le criticità energetiche e la necessità di adeguamenti strutturali e funzionali mettono in discussione la sua idoneità rispetto agli obiettivi del New Green Deal1 europeo e ai nuovi criteri di compatibilità ambientale e transizione ecologica. Tra queste sfide, la riqualificazione dell’edilizia residenziale pubblica è un tema centrale. Le aree urbane periferiche, spesso caratterizzate da complessi costruiti nel secondo dopoguerra, sono particolarmente interessate da queste problematiche. In Italia, l’esperienza di Roma è emblematica, con una produzione edilizia pubblica che ha contribuito a plasmare il 12% della superficie urbanizzata. In un momento storico in cui la casa deve essere riaffermata come servizio sociale primario, la ricerca si pone la domanda fondamentale: “Come e con quali strategie è possibile riqualificare il patrimonio edilizio esistente?” La costruzione di edifici prefabbricati, tra gli anni ’70 e ’80, ha segnato una fase importante nella storia dell’edilizia residenziale pubblica italiana. Questi edifici, progettati per rispondere rapidamente alla domanda abitativa, presentano oggi problemi di deterioramento, inefficienza energetica e disconnessione funzionale rispetto alle esigenze contemporanee. La mancanza di manutenzione adeguata e la scarsa attenzione iniziale al ciclo di vita degli edifici hanno portato a una situazione in cui interi complessi risultano non solo obsoleti dal punto di vista tecnico, ma anche socialmente e urbanisticamente isolati. In questo contesto, è necessario un approccio che combini innovazione tecnologica, sostenibilità e partecipazione sociale per ridefinire il ruolo di questi edifici nel tessuto urbano.
PARIS, Spartaco
BOLOGNA, ALBERTO
NENCINI, Dina
Università degli Studi di Roma "La Sapienza"
373
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/219024
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIROMA1-219024