La presente ricerca ha come obiettivo indagare l’importanza delle attività di pesca (con particolare attenzione su quelle svolte in contesti dulcicoli) in un ampio arco cronologico, compreso tra il Neolitico e l’età medievale, prendendo in considerazione anche alcuni contesti d’epoca rinascimentale. La ricerca ha previsto il recupero e lo studio dei resti ossei di pesce rinvenuti in diversi contesti archeologici circoscritti in un preciso areale geografico della Pianura Padana, la cui ricchezza di corsi fluviali e bacini lacustri la rende il paesaggio ottimale per valutare il ruolo che la pesca aveva nell’economia dei popoli che anticamente la abitavano. La ricerca ha previsto la scelta di specifici siti archeologici selezionati con specifici criteri, tra cui quello principale risulta essere la vicinanza col corso principale del fiume Po e dei suoi affluenti o con il Lago di Garda. Considerando la maggiore fortuna che la pesca in ambiente marino assume in epoche più recenti, sono stati preferiti, ove possibile, contesti in aree interne, escludendo quelli vicino alla costa. La pesca in ambiente dulcicolo è infatti spesso sottorappresentata e presa meno in considerazione sia nei contesti pre-protostorici che in quelli storici. A causa delle difficoltà di recupero dei resti ittici, questo lavoro non poteva fare riferimento solamente ai reperti recuperati “a vista” dagli scavi archeologici; perciò, è stato necessario avvalersi della collaborazione con diversi esperti (perlopiù archeobotanici), le cui ricerche prevedono campionamenti dei suoli archeologici. Il vaglio dei sedimenti risulta infatti fondamentale per il recupero di resti ossei di dimensioni minute come quelli ittici. Per alcuni casi specifici è stato inoltre necessario recarsi in prima persona sugli scavi per svolgere le attività di campionatura e setacciatura dei sedimenti per il recupero dei reperti ittici. La struttura dell’elaborato prevede un’introduzione archeologica generale ai periodi cronologici presi in considerazione per la presente ricerca, nella quale ci si focalizza sugli aspetti paleoambientali e paleoidrografici, fondamentali per comprendere le pratiche di sussistenza dei gruppi umani; anche quest’ultimo argomento viene trattato al fine di osservare l’importanza dei pesci nella dieta proteica, tramite il rapporto tra i resti ittici con quelli delle altre categorie animali utilizzate nell’alimentazione. Sono inoltre riassunte anche le evidenze materiali principali legate alla pesca riscontrate nell’area in esame e in quelle limitrofe. Una volta recuperati i reperti oggetto della ricerca, essi sono stati analizzati in accordo con i metodi che caratterizzano la ricerca archeozoologica e, nello specifico, quella ittioarcheologica. Dopo una definizione delle metodologie adottate, verranno presentati i dati ottenuti dalla ricerca dottorale, ossia i dati ittioarcheologici divisi per sito e cronologia. Oltre alla determinazione delle specie, è stato fondamentale prendere in considerazione anche vari aspetti legati alle modificazioni riscontrate sulle ossa (processi tafonomici) e alle ricostruzioni biometriche, utili per comprendere le strategie di pesca del passato. I dati così ottenuti hanno permesso di formulare delle strategie di approvvigionamento delle risorse dulcicole valide per il singolo sito; queste sono state poi confrontate con gli altri campioni coevi, oltre che con altri studi simili disponibili per l’area in esame. Questi dati sono stati comparati con altre tipologie di evidenze, come gli strumenti da pesca e, in epoche più recenti, le varie fonti scritte che trattano delle attività alieutiche. Infine, particolare attenzione è stata data anche alle pratiche di processamento e preparazione alimentare di cibi a base di pesce; per ricostruire queste attività, in assenza di fonti scritte, i dati ittioarcheologici sono stati esaminati tramite confronto con studi etnoarcheologici ed etnografici.
SIEVING FOR BONES: LO SFRUTTAMENTO DELLE RISORSE ITTICHE IN PIANURA PADANA DALLA PREISTORIA AL MEDIOEVO
PRILLO, VITO GIUSEPPE
2025
Abstract
La presente ricerca ha come obiettivo indagare l’importanza delle attività di pesca (con particolare attenzione su quelle svolte in contesti dulcicoli) in un ampio arco cronologico, compreso tra il Neolitico e l’età medievale, prendendo in considerazione anche alcuni contesti d’epoca rinascimentale. La ricerca ha previsto il recupero e lo studio dei resti ossei di pesce rinvenuti in diversi contesti archeologici circoscritti in un preciso areale geografico della Pianura Padana, la cui ricchezza di corsi fluviali e bacini lacustri la rende il paesaggio ottimale per valutare il ruolo che la pesca aveva nell’economia dei popoli che anticamente la abitavano. La ricerca ha previsto la scelta di specifici siti archeologici selezionati con specifici criteri, tra cui quello principale risulta essere la vicinanza col corso principale del fiume Po e dei suoi affluenti o con il Lago di Garda. Considerando la maggiore fortuna che la pesca in ambiente marino assume in epoche più recenti, sono stati preferiti, ove possibile, contesti in aree interne, escludendo quelli vicino alla costa. La pesca in ambiente dulcicolo è infatti spesso sottorappresentata e presa meno in considerazione sia nei contesti pre-protostorici che in quelli storici. A causa delle difficoltà di recupero dei resti ittici, questo lavoro non poteva fare riferimento solamente ai reperti recuperati “a vista” dagli scavi archeologici; perciò, è stato necessario avvalersi della collaborazione con diversi esperti (perlopiù archeobotanici), le cui ricerche prevedono campionamenti dei suoli archeologici. Il vaglio dei sedimenti risulta infatti fondamentale per il recupero di resti ossei di dimensioni minute come quelli ittici. Per alcuni casi specifici è stato inoltre necessario recarsi in prima persona sugli scavi per svolgere le attività di campionatura e setacciatura dei sedimenti per il recupero dei reperti ittici. La struttura dell’elaborato prevede un’introduzione archeologica generale ai periodi cronologici presi in considerazione per la presente ricerca, nella quale ci si focalizza sugli aspetti paleoambientali e paleoidrografici, fondamentali per comprendere le pratiche di sussistenza dei gruppi umani; anche quest’ultimo argomento viene trattato al fine di osservare l’importanza dei pesci nella dieta proteica, tramite il rapporto tra i resti ittici con quelli delle altre categorie animali utilizzate nell’alimentazione. Sono inoltre riassunte anche le evidenze materiali principali legate alla pesca riscontrate nell’area in esame e in quelle limitrofe. Una volta recuperati i reperti oggetto della ricerca, essi sono stati analizzati in accordo con i metodi che caratterizzano la ricerca archeozoologica e, nello specifico, quella ittioarcheologica. Dopo una definizione delle metodologie adottate, verranno presentati i dati ottenuti dalla ricerca dottorale, ossia i dati ittioarcheologici divisi per sito e cronologia. Oltre alla determinazione delle specie, è stato fondamentale prendere in considerazione anche vari aspetti legati alle modificazioni riscontrate sulle ossa (processi tafonomici) e alle ricostruzioni biometriche, utili per comprendere le strategie di pesca del passato. I dati così ottenuti hanno permesso di formulare delle strategie di approvvigionamento delle risorse dulcicole valide per il singolo sito; queste sono state poi confrontate con gli altri campioni coevi, oltre che con altri studi simili disponibili per l’area in esame. Questi dati sono stati comparati con altre tipologie di evidenze, come gli strumenti da pesca e, in epoche più recenti, le varie fonti scritte che trattano delle attività alieutiche. Infine, particolare attenzione è stata data anche alle pratiche di processamento e preparazione alimentare di cibi a base di pesce; per ricostruire queste attività, in assenza di fonti scritte, i dati ittioarcheologici sono stati esaminati tramite confronto con studi etnoarcheologici ed etnografici.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/220164
URN:NBN:IT:UNIPD-220164