Introduzione. L’ espansione rapida mascellare (rapid maxillary expansion, RME) è una procedura frequentemente utilizzata nella pratica clinica ortodontica per la correzione delle contrazioni scheletriche trasversali del mascellare superiore. Da un punto di vista biologico, l’RME agisce sulla sutura palatina mediana determinando una apertura della stessa con l’interruzione del tessuto connettivo suturale,attraverso l’utilizzo di forze ortopediche. Il trattamento ideale di RME dovrebbe produrre forze ortopediche dento-facciali e ridurre al minimo il movimento dentale; tuttavia, gli effetti dento-alveolari in termini di inclinazione dei molari e di flessione alveolare rappresentano circa il 50% degli effetti totali. Negli ultimi anni, con l’introduzione nella pratica clinica delle miniviti ortodontiche, sono stati ideati nuovi dispositivi di espansione mascellare che, sfruttando l’ancoraggio scheletrico, hanno permesso di ridurre gli effetti collaterali a carico degli elementi dentari utilizzati come ancoraggio. Lo scopo primario di questo studio è stato valutare e confrontare gli effetti dento-alveolari, scheletrici, parodontali e sulle vie aeree, di due dispositivi ad ancoraggio scheletrico: uno supportato da due e uno da quattro miniviti. Gli scopi secondari sono stati valutare l’alterazione dello stato di salute orale e la percezione del dolore di ogni paziente. Materiali e Metodi. Un totale di 24 pazienti è stato incluso nello studio. A 12 pazienti (età media 12.4 anni M:F= 6:6) è stato assegnato il trattamento con espansore ad ancoraggio scheletrico supportato da 2 miniviti (Gruppo A) e a 12 pazienti (età media 12.3 anni M:F= 7:5) il trattamento con espansore ad ancoraggio scheletrico sostenuto da 4 miniviti (Gruppo B).Per tutti i pazienti sono stata effettuate CBCT pre-trattamento (T0) e post trattamento (T1) a 6 mesi. Sulle CBCT sono state effettuate diverse misurazioni al fine di indagare gli effetti scheletrici, dento-alveolari e sulle vie aere di entrambi i dispositivi. A tutti i pazienti sono stati somministrati 3 diversi strumenti di valutazione del dolore e del discomfort: la scala grafica del livello di dolore (Graphic Rating Scale: GRS); la scala facciale di Wong-Baker (Faces pain scale FPS); Il questionario OHIP-14. Risultati: Entrambi i dispositivi sono efficaci per il trattamento del deficit trasversale mascellare, tuttavia le due tipologie di espansori palatali producono effetti scheletrici differenti. In particolare gli espansori supportati da 4 miniviti determinano un maggior incremento, statisticamente significativo, della base mascellare, della base nasale, della distanza inter-zigomatica mascellare e della distanza intermolare. L’entità dell’espansione scheletrica ottenuta dal dispositivo supportato da 2 miniviti risulta sovrapponibile a quella ottenuta dal dispositivo su 4 solo a livello del forame naso-palatino e dei primi premolari, quindi a livello della pre-maxilla. Entrambi i dispositivi non alterano l’inclinazione dei primi molari mascellari e non si associano ed effetti dento-alveolari indesiderati. A livello parodontale non è presente una significativa riduzione degli spessori ossei buccali dei primi molari mascellari per entrambi i dispositivi; infine l’intensità del dolore percepito dal paziente è simile con entrambi gli approcci terapeutici ed entrambe le apparecchiature sono ben tollerate dal paziente, come dimostrato dal questionario OHIP-14. Conclusioni: l’uso di dispositivi di espansione mascellare ad ancoraggio scheletrico dovrebbe essere incoraggiato; tali apparecchiature realizzano un incremento trasversale delle strutture scheletriche naso-mascellari efficace, riducendo gli effetti indesiderati tipici dei dispositivi ad ancoraggio tradizionale sugli elementi dentari. Inoltre la scelta tra un dispositivo ad ancoraggio su 2 o su 4 miniviti dovrebbe essere guidata dall’entità dell’espansione necessaria e dalla valutazione del tipo di contrazione. Gli espansori su due miniviti potrebbero rappresentare la prima scelta nel caso in cui è necessario effettuare una espansione della pre-maxilla o nei casi in cui le caratteristiche della volta palatina non permettono l’inserimento di 4 miniviti. In tutti gli altri casi la prima scelta dovrebbe essere rappresentata dal dispositivo di espansione supportato da 4 miniviti.
Espansione rapida del palato ad ancoraggio scheletrico: dispositivo su 2 vs 4 miniviti: studio prospettico randomizzato
MEZIO, MARTINA
2025
Abstract
Introduzione. L’ espansione rapida mascellare (rapid maxillary expansion, RME) è una procedura frequentemente utilizzata nella pratica clinica ortodontica per la correzione delle contrazioni scheletriche trasversali del mascellare superiore. Da un punto di vista biologico, l’RME agisce sulla sutura palatina mediana determinando una apertura della stessa con l’interruzione del tessuto connettivo suturale,attraverso l’utilizzo di forze ortopediche. Il trattamento ideale di RME dovrebbe produrre forze ortopediche dento-facciali e ridurre al minimo il movimento dentale; tuttavia, gli effetti dento-alveolari in termini di inclinazione dei molari e di flessione alveolare rappresentano circa il 50% degli effetti totali. Negli ultimi anni, con l’introduzione nella pratica clinica delle miniviti ortodontiche, sono stati ideati nuovi dispositivi di espansione mascellare che, sfruttando l’ancoraggio scheletrico, hanno permesso di ridurre gli effetti collaterali a carico degli elementi dentari utilizzati come ancoraggio. Lo scopo primario di questo studio è stato valutare e confrontare gli effetti dento-alveolari, scheletrici, parodontali e sulle vie aeree, di due dispositivi ad ancoraggio scheletrico: uno supportato da due e uno da quattro miniviti. Gli scopi secondari sono stati valutare l’alterazione dello stato di salute orale e la percezione del dolore di ogni paziente. Materiali e Metodi. Un totale di 24 pazienti è stato incluso nello studio. A 12 pazienti (età media 12.4 anni M:F= 6:6) è stato assegnato il trattamento con espansore ad ancoraggio scheletrico supportato da 2 miniviti (Gruppo A) e a 12 pazienti (età media 12.3 anni M:F= 7:5) il trattamento con espansore ad ancoraggio scheletrico sostenuto da 4 miniviti (Gruppo B).Per tutti i pazienti sono stata effettuate CBCT pre-trattamento (T0) e post trattamento (T1) a 6 mesi. Sulle CBCT sono state effettuate diverse misurazioni al fine di indagare gli effetti scheletrici, dento-alveolari e sulle vie aere di entrambi i dispositivi. A tutti i pazienti sono stati somministrati 3 diversi strumenti di valutazione del dolore e del discomfort: la scala grafica del livello di dolore (Graphic Rating Scale: GRS); la scala facciale di Wong-Baker (Faces pain scale FPS); Il questionario OHIP-14. Risultati: Entrambi i dispositivi sono efficaci per il trattamento del deficit trasversale mascellare, tuttavia le due tipologie di espansori palatali producono effetti scheletrici differenti. In particolare gli espansori supportati da 4 miniviti determinano un maggior incremento, statisticamente significativo, della base mascellare, della base nasale, della distanza inter-zigomatica mascellare e della distanza intermolare. L’entità dell’espansione scheletrica ottenuta dal dispositivo supportato da 2 miniviti risulta sovrapponibile a quella ottenuta dal dispositivo su 4 solo a livello del forame naso-palatino e dei primi premolari, quindi a livello della pre-maxilla. Entrambi i dispositivi non alterano l’inclinazione dei primi molari mascellari e non si associano ed effetti dento-alveolari indesiderati. A livello parodontale non è presente una significativa riduzione degli spessori ossei buccali dei primi molari mascellari per entrambi i dispositivi; infine l’intensità del dolore percepito dal paziente è simile con entrambi gli approcci terapeutici ed entrambe le apparecchiature sono ben tollerate dal paziente, come dimostrato dal questionario OHIP-14. Conclusioni: l’uso di dispositivi di espansione mascellare ad ancoraggio scheletrico dovrebbe essere incoraggiato; tali apparecchiature realizzano un incremento trasversale delle strutture scheletriche naso-mascellari efficace, riducendo gli effetti indesiderati tipici dei dispositivi ad ancoraggio tradizionale sugli elementi dentari. Inoltre la scelta tra un dispositivo ad ancoraggio su 2 o su 4 miniviti dovrebbe essere guidata dall’entità dell’espansione necessaria e dalla valutazione del tipo di contrazione. Gli espansori su due miniviti potrebbero rappresentare la prima scelta nel caso in cui è necessario effettuare una espansione della pre-maxilla o nei casi in cui le caratteristiche della volta palatina non permettono l’inserimento di 4 miniviti. In tutti gli altri casi la prima scelta dovrebbe essere rappresentata dal dispositivo di espansione supportato da 4 miniviti.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/223468
URN:NBN:IT:UNIROMA1-223468