L'ordine stabilito a Yalta e' crollato insieme al Muro di Berlino. Con la fine della guerra fredda l'Urss e' scomparsa, lasciando al suo posto la Russia, ridemensionata al punto da classificarsi nel 2004 in termini PIL a parita' di potere d' aquisto al decimo posto mondiale dopo il Brasile. Le sue spese militari in dollari erano pari a 1/23 di quelle del Pentagono (dati di SIPRI). La fine del Bipolarismo ha inaugurato una nuova configurazione: quella Unipolare, con i soli Stati Uniti definiti come †œiperpotenza†�. Il mondo e' profondamente mutato, e gli equilibri dell'epoca bipolare sono diventati un ricordo del passato. L' indipendenza delle cinque repubbliche centro-asiatiche (Kazakistan, Kirghisistan, Tagikistan, Turkmenistan, Uzbekistan) e delle tre caucasiche (Armenia, Azerbaigian, Georgia) al seguito della dissoluzione dell'Unione Sovietica, ha comportato un completo sconvolgimento dello spazio geopolitico. E' impossibile non rilevare la straordinaria posizione geopolitica di questi stati. Essi sorgono, infatti, al centro della massa euroasiatica, nel cuore di quella "Terra Centrale" che Halford Mackinder considerava la "chiave" del dominio mondiale, all'incrocio di civiltà millenarie, lungo quella che fu la "Via della seta" e, finalmente, in prossimità del Medio Oriente. I dirigenti di Mosca hanno tardato a valutare in tutta la loro portata i cambiamenti geopolitici del dopo guerra fredda, e in particolare la determinazione di Washington ad approfittare dell'indebolimento dell'influenza russa per rafforzare le sue posizioni strategiche dal Caucaso all'Asia Centrale.La perdita dell'influenza di Mosca e' iniziata con la Perestrojka, mentre si rafforzavano i movimenti nazionalistici. La nascita di stati indipendenti ha fatto cessare qualsiasi forma di controllo diretto, mentre i blocchi legati ai conflitti acceleravano il crollo dei legami economici. La determinazione della Georgia a sganciarsi al pi๠presto dall'influenza russa e' anche il risultato della strumentalizzazione da parte di Mosca dei conflitti locali che, fin dai primi anni †˜90 sono continuati (Abkasia, Ossezia del Sud). Mosca non appariva come una risorsa per la risoluzione di questi conflitti; al contrario, ha tentato di utilizzarli per i propri fini. E' stato, questo, uno dei principali argomenti avanzati dagli americani nel 1997, al momento della creazione del Guam (Georgia, Ucraina, Azerbaijan, Moldavia). Gli Stati Uniti sono incontestabilmente i maggiori protagonisti della ricomposizione dello spazio post-sovietico, con tutta una gamma di interventi: sia trattati bilaterali di cooperazione economica e militare, sia trattati multilaterali, quali il sostegno dato alla creazione di Guam (Georgia, Ucraina, Azerbaijan, Moldavia). Gli attentati dell'11 settembre 2001 forniscono agli Stati Uniti l'occasione per piazzare le proprie pedine nell'ambito 'antiterrorismo†� nel cuore dell'area euroasiatica, al fine di garantire la sicurezza degli accessi alle ricchezze petrolifere del Mar Caspio, (in piena collaborazione militare in particolare nel Uzbekistan, Kirgistan, Georgia, Azerbaijan). In Georgia, strategicamente importante per Washington, sono sorte numerose ONG locali, finanziate e sostenute dalle ONG estere e da organismi internazionali. I finanziamenti vanno a programmi di ogni genere, ma sempre con l'imposizione di un modello unico. La strategia di Washington, finalizzata al duraturo indebolimento della Russia nell'ambito del suo spazio tradizionale, viene completata dalle rivoluzioni politiche: in Georgia alla fine dell 2003, in Ucraina alla fine dell 2004. Da allora la percezione delle minacce per la Russia si e' evoluta sino al punto in cui il potere militare degli USA e della NATO e stato definito come la principale minaccia militare, come affermato da Putin nei suoi discorsi (con la sua affermazione la minaccia missilistica farebbe tornare USA e Russia ai tempi della guerra fredda). Come sappiamo la Sicurezza Energetica e' priorita assoluta, punto cardine dello sviluppo dello Stato. La dipendenza energetica influenza direttamente la capacita' di uno Stato di esercitare il suo potere nel campo della sicurezza. Gli Stati importatori sono particolarmente vulnerabili di fronte alla minaccia di una loro interruzione. Il Petrolio e' protagonista di molte crisi internazionali, ha provocato guerre e alleanze internazionali. La decisione sul trasporto del greggio sui mercati internazionali non solo e' una priorita' assoluta, ma riveste una piu' profonda valenza geopolitica. Molteplici segnali indicano chiaramente la volontà e la determinazione del Cremlino a perseguire un disegno neo-imperiale nelle aree ex-sovietiche dell' "estero vicino". L'essenziale per Putin - Medvedev ਠmantenere il controllo dell'hard core, ovvero l'unità e centralizzazione dello Stato, la coerenza geo-politica. Oggi ciಠche conta per Mosca ਠrafforzarsi, durare. La scelta unipolare induce le Potenze di rango inferiore ad allearsi tra di esse per contrabilanciare l'egemonia dell'Iperpotenza. La politica di pressione energetica non ਠuna novità : questa, gia' ideata negli anni '90, e'stata perfezionata nell'era Putin, il cui piu' ambizioso sogno e' quello di controllare l'intero sistema di distribuzione regionale del gas in Europa, secondo il principio seguente: chi controlla le pipeline, controlla l'acquirente/buyer †" ed, in qualche misura, il Paese produttore di gas. Cosà¬, prima tappa del progetto di Vladimir Vladimirovich ਠl'Europa, dove Mosca ha stabilito stretti e collaudati legami con alcuni governi (Germania, in primis, il gasdotto sottomarino baltico tra Russia e Germania. gasdotto sottomarino posato nel Mar Baltico che permetterà a Gazprom di portare il gas russo in Germania e nel resto dell'Europa nord-occidentale, forse persino in Gran Bretagna.) e compagnie energetiche per organizzare una grande rete di sicurezza e business. La †œSicurezza energetica†� ਠoggi il servizio pi๠importante che Mosca vuole vendere all'Europa. Tuttavia esiste un ostacolo, la cosiddetta †œNuova Europa†� di Rumsfeld: tutta la †œNuova frontiera orientale†� della UE e della NATO, dai Paesi Baltici a Polonia, Ucraina, Georgia, ਠpercepita da Mosca come ostile: NATO dell'Est. L'incubo per Mosca e anche il †œcorridoio†� Caspio - Azerbajan †" Georgia - Mar Nero †" Odessa (Ukraina) (già esiste l'oleodotto Odessa †" Brody con possibile estensione fino a Danzica, Mar Baltico) per portare il gas centroasiatico direttamente alla †œNuova Europa†�, bypassando la Russia; in prospettiva fino al terminale di Danzica (Mar Baltico, Polonia), dove ਠpossibile liquefare e mandare il gas via mare agli USA; oppure da Brody avviarlo alla commercializzazione regionale via Ucraina e Polonia. Mosca ha percezione della minaccia: già da tempo compagnie occidentali che operano nel Caspio azero e kazako hanno costruito postazioni sulla costa del Mar Nero per favorire i futuri flussi di idrocarburi centro-asiatici verso occidente. Inoltre l'ingresso nella UE di Romania e Bulgaria ha reso attuali i progetti di †œcorridoi†� per portare il gas azero e turkmeno in Europa via Caspio †" Caucaso †" Turchia †" Europa sud-orientale (per esempio il progetto Nabucco), escludendo Mosca. Infine ਠoperativo l'oleodotto BTC (Baku-Tbilisi-Ceyhan), che per ora trasporta solo petrolio azero fino alle coste del Mediterraneo orientale, bypassando i Dardanelli e la Russia. In un non lontano domani si potrebbe realizzare una pipeline sottomarina caspica, in grado di portare anche il greggio kazako di Tengiz, Karatchaganak, Kashagan, sottraendolo alla servit๠delle pipeline russe. Di conseguenza per l'intero East-West Energy Corridor ci sono alcune preoccupazioni. I conflitti nel Caucaso: tra Armenia e Azerbaijan rigurdante di Nagorno Karabach e in Georgia (Abkazia e Ossetia del Sud) .
Geopolitica della Georgia
-
2011
Abstract
L'ordine stabilito a Yalta e' crollato insieme al Muro di Berlino. Con la fine della guerra fredda l'Urss e' scomparsa, lasciando al suo posto la Russia, ridemensionata al punto da classificarsi nel 2004 in termini PIL a parita' di potere d' aquisto al decimo posto mondiale dopo il Brasile. Le sue spese militari in dollari erano pari a 1/23 di quelle del Pentagono (dati di SIPRI). La fine del Bipolarismo ha inaugurato una nuova configurazione: quella Unipolare, con i soli Stati Uniti definiti come †œiperpotenza†�. Il mondo e' profondamente mutato, e gli equilibri dell'epoca bipolare sono diventati un ricordo del passato. L' indipendenza delle cinque repubbliche centro-asiatiche (Kazakistan, Kirghisistan, Tagikistan, Turkmenistan, Uzbekistan) e delle tre caucasiche (Armenia, Azerbaigian, Georgia) al seguito della dissoluzione dell'Unione Sovietica, ha comportato un completo sconvolgimento dello spazio geopolitico. E' impossibile non rilevare la straordinaria posizione geopolitica di questi stati. Essi sorgono, infatti, al centro della massa euroasiatica, nel cuore di quella "Terra Centrale" che Halford Mackinder considerava la "chiave" del dominio mondiale, all'incrocio di civiltà millenarie, lungo quella che fu la "Via della seta" e, finalmente, in prossimità del Medio Oriente. I dirigenti di Mosca hanno tardato a valutare in tutta la loro portata i cambiamenti geopolitici del dopo guerra fredda, e in particolare la determinazione di Washington ad approfittare dell'indebolimento dell'influenza russa per rafforzare le sue posizioni strategiche dal Caucaso all'Asia Centrale.La perdita dell'influenza di Mosca e' iniziata con la Perestrojka, mentre si rafforzavano i movimenti nazionalistici. La nascita di stati indipendenti ha fatto cessare qualsiasi forma di controllo diretto, mentre i blocchi legati ai conflitti acceleravano il crollo dei legami economici. La determinazione della Georgia a sganciarsi al pi๠presto dall'influenza russa e' anche il risultato della strumentalizzazione da parte di Mosca dei conflitti locali che, fin dai primi anni †˜90 sono continuati (Abkasia, Ossezia del Sud). Mosca non appariva come una risorsa per la risoluzione di questi conflitti; al contrario, ha tentato di utilizzarli per i propri fini. E' stato, questo, uno dei principali argomenti avanzati dagli americani nel 1997, al momento della creazione del Guam (Georgia, Ucraina, Azerbaijan, Moldavia). Gli Stati Uniti sono incontestabilmente i maggiori protagonisti della ricomposizione dello spazio post-sovietico, con tutta una gamma di interventi: sia trattati bilaterali di cooperazione economica e militare, sia trattati multilaterali, quali il sostegno dato alla creazione di Guam (Georgia, Ucraina, Azerbaijan, Moldavia). Gli attentati dell'11 settembre 2001 forniscono agli Stati Uniti l'occasione per piazzare le proprie pedine nell'ambito 'antiterrorismo†� nel cuore dell'area euroasiatica, al fine di garantire la sicurezza degli accessi alle ricchezze petrolifere del Mar Caspio, (in piena collaborazione militare in particolare nel Uzbekistan, Kirgistan, Georgia, Azerbaijan). In Georgia, strategicamente importante per Washington, sono sorte numerose ONG locali, finanziate e sostenute dalle ONG estere e da organismi internazionali. I finanziamenti vanno a programmi di ogni genere, ma sempre con l'imposizione di un modello unico. La strategia di Washington, finalizzata al duraturo indebolimento della Russia nell'ambito del suo spazio tradizionale, viene completata dalle rivoluzioni politiche: in Georgia alla fine dell 2003, in Ucraina alla fine dell 2004. Da allora la percezione delle minacce per la Russia si e' evoluta sino al punto in cui il potere militare degli USA e della NATO e stato definito come la principale minaccia militare, come affermato da Putin nei suoi discorsi (con la sua affermazione la minaccia missilistica farebbe tornare USA e Russia ai tempi della guerra fredda). Come sappiamo la Sicurezza Energetica e' priorita assoluta, punto cardine dello sviluppo dello Stato. La dipendenza energetica influenza direttamente la capacita' di uno Stato di esercitare il suo potere nel campo della sicurezza. Gli Stati importatori sono particolarmente vulnerabili di fronte alla minaccia di una loro interruzione. Il Petrolio e' protagonista di molte crisi internazionali, ha provocato guerre e alleanze internazionali. La decisione sul trasporto del greggio sui mercati internazionali non solo e' una priorita' assoluta, ma riveste una piu' profonda valenza geopolitica. Molteplici segnali indicano chiaramente la volontà e la determinazione del Cremlino a perseguire un disegno neo-imperiale nelle aree ex-sovietiche dell' "estero vicino". L'essenziale per Putin - Medvedev ਠmantenere il controllo dell'hard core, ovvero l'unità e centralizzazione dello Stato, la coerenza geo-politica. Oggi ciಠche conta per Mosca ਠrafforzarsi, durare. La scelta unipolare induce le Potenze di rango inferiore ad allearsi tra di esse per contrabilanciare l'egemonia dell'Iperpotenza. La politica di pressione energetica non ਠuna novità : questa, gia' ideata negli anni '90, e'stata perfezionata nell'era Putin, il cui piu' ambizioso sogno e' quello di controllare l'intero sistema di distribuzione regionale del gas in Europa, secondo il principio seguente: chi controlla le pipeline, controlla l'acquirente/buyer †" ed, in qualche misura, il Paese produttore di gas. Cosà¬, prima tappa del progetto di Vladimir Vladimirovich ਠl'Europa, dove Mosca ha stabilito stretti e collaudati legami con alcuni governi (Germania, in primis, il gasdotto sottomarino baltico tra Russia e Germania. gasdotto sottomarino posato nel Mar Baltico che permetterà a Gazprom di portare il gas russo in Germania e nel resto dell'Europa nord-occidentale, forse persino in Gran Bretagna.) e compagnie energetiche per organizzare una grande rete di sicurezza e business. La †œSicurezza energetica†� ਠoggi il servizio pi๠importante che Mosca vuole vendere all'Europa. Tuttavia esiste un ostacolo, la cosiddetta †œNuova Europa†� di Rumsfeld: tutta la †œNuova frontiera orientale†� della UE e della NATO, dai Paesi Baltici a Polonia, Ucraina, Georgia, ਠpercepita da Mosca come ostile: NATO dell'Est. L'incubo per Mosca e anche il †œcorridoio†� Caspio - Azerbajan †" Georgia - Mar Nero †" Odessa (Ukraina) (già esiste l'oleodotto Odessa †" Brody con possibile estensione fino a Danzica, Mar Baltico) per portare il gas centroasiatico direttamente alla †œNuova Europa†�, bypassando la Russia; in prospettiva fino al terminale di Danzica (Mar Baltico, Polonia), dove ਠpossibile liquefare e mandare il gas via mare agli USA; oppure da Brody avviarlo alla commercializzazione regionale via Ucraina e Polonia. Mosca ha percezione della minaccia: già da tempo compagnie occidentali che operano nel Caspio azero e kazako hanno costruito postazioni sulla costa del Mar Nero per favorire i futuri flussi di idrocarburi centro-asiatici verso occidente. Inoltre l'ingresso nella UE di Romania e Bulgaria ha reso attuali i progetti di †œcorridoi†� per portare il gas azero e turkmeno in Europa via Caspio †" Caucaso †" Turchia †" Europa sud-orientale (per esempio il progetto Nabucco), escludendo Mosca. Infine ਠoperativo l'oleodotto BTC (Baku-Tbilisi-Ceyhan), che per ora trasporta solo petrolio azero fino alle coste del Mediterraneo orientale, bypassando i Dardanelli e la Russia. In un non lontano domani si potrebbe realizzare una pipeline sottomarina caspica, in grado di portare anche il greggio kazako di Tengiz, Karatchaganak, Kashagan, sottraendolo alla servit๠delle pipeline russe. Di conseguenza per l'intero East-West Energy Corridor ci sono alcune preoccupazioni. I conflitti nel Caucaso: tra Armenia e Azerbaijan rigurdante di Nagorno Karabach e in Georgia (Abkazia e Ossetia del Sud) .I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14242/224943
URN:NBN:IT:UNITS-224943