Questo lavoro intende contribuire alla comprensione dello sviluppo della capacitàƒÂ  esplicativa in etàƒÂ  prescolare. Lࢠinteresse verte sugli aspetti pragmatici della spiegazione ed in particolare sulla capacitàƒÂ  dei bambini di produrre spontaneamente spiegazioni quando le situazioni di contesto ne segnalano lࢠesigenza. Tale interesse nasce da una riflessione intorno ai dati sperimentali che la psicologia dello sviluppo, a partire da Piaget, ha prodotto intorno alla capacitàƒÂ  esplicativa dei bambini. Le ricerche che hanno indagato la capacitàƒÂ  di ragionamento causale in riferimento a eventi del mondo fisico e naturale hanno evidenziato i limiti del pensiero logico dei bambini prescolari (Piaget, 1923; 1924, Donaldson, 1986). Questi dati hanno portato gli psicologi dello sviluppo a considerare il ragionamento causale e la sua espressione nelle spiegazioni una acquisizione relativamente tardiva nel corso dello sviluppo (Piaget, 1929). Ricerche piàƒ¹ recenti, invece, propongono evidenze a sostegno della precoce capacitàƒÂ  di ragionamento causale e della sua espressione sulla base di osservazioni in contesti naturalistici. Hood e Bloom (1979) ad esempio hanno studiato lo sviluppo spontaneo del linguaggio causale nei bambini fra i 2,6 e i 3,6 anni utilizzando come criterio di selezione dei loro dati o la presenza di un connettivo causale esplicito o la sua inferibilitàƒÂ . Le autrici hanno osservato come questo tipo di linguaggio fosse fin dallࢠinizio padroneggiato correttamente dai loro soggetti, contrariamente a quanto sostenuto in proposito dalle teorie piagetiane. Hanno peràƒ² anche osservato come la maggior parte delle spiegazioni comparissero in contesti nei quali il bambino tentava di dirigere il comportamento del partner, si trattava cioàƒ¨ di spiegazioni che giustificavano una richiesta, un ordine, un rifiuto, mentre erano molto rare le spiegazioni relative al comportamento degli oggetti fisici o che connettevano tra loro due eventi in contesti in cui lo scopo comunicativo del bambino era una semplice descrizione di eventi. Studi piàƒ¹ recenti confermano la precoce capacitàƒÂ  dei bambini di fornire spiegazioni nei contesti per loro piàƒ¹ motivanti. Le spiegazioni piàƒ¹ frequentemente prodotte dai bambini in questi contesti sono risultate riguardare le azioni e il comportamento delle persone e non quegli eventi del mondo fisico su cui i primi studi sul ragionamento causale si erano concentrati. I bambini, giàƒÂ  in etàƒÂ  prescolare dimostrano un grande interesse per ricevere spiegazioni riguardo il comportamento e le azioni delle persone, e molto precocemente sono in grado essi stessi di fornire tale tipo di spiegazioni (Hickling e Wellman, 2001). Anche gli studi che hanno osservato il linguaggio spontaneo dei bambini prescolari in situazioni di conflitto, hanno messo in luce la capacitàƒÂ  di fornire spontaneamente giustificazioni e spiegazioni (Veneziano e Sinclair, 1995). Questi dati introducono un tema interessante e ancora poco indagato, ossia la capacitàƒÂ  dei bambini di utilizzare le spiegazione nel contesto comunicativo per raggiungere un determinato scopo comunicativo, nello specifico il controllo del comportamento dellࢠaltro attraverso la modificazione dei suoi contenuti mentali. In altre parole in determinati contesti comunicativi, particolarmente rilevanti e motivanti, i bambini dimostrano di possedere molto precocemente quella competenza pragmatica che consente di servirsi della spiegazione, quale mezzo linguistico volto alla ristrutturazione delle conoscenze dellࢠinterlocutore e ridirigere cosàƒ¬ il suo comportamento. Da un punto di vista pragmatico, puàƒ² essere definita spiegazione, ogni mossa comunicativa attraverso cui il parlante fornisce al suo interlocutore una nuova informazione (explanans) rispetto ad un oggetto di attenzione comune (explanandum), allo scopo di ristrutturare le conoscenze dellࢠinterlocutore stesso (Barbieri, 1989). Secondo questa definizione lࢠuso contestualmente adeguato della spiegazione dipende dalla presa dࢠatto delle conoscenze/credenze dellࢠascoltatore e dalla produzione di un messaggio che produca un cambiamento in tali stati mentali. La produzione di una spiegazione richiede dunque che il parlante si rappresenti lo stato di conoscenze dellࢠinterlocutore e che si proponga di riorganizzare tali credenze in funzione degli scopi comunicativi che egli si propone. Risulta di particolare interesse, dunque, considerare quale peso abbiano le capacitàƒÂ  di teoria della mente nella comprensione delle condizioni pragmatiche dࢠuso della spiegazione. Non esistono studi sperimentali che abbiano indagato il legame tra lo sviluppo della teoria della mente e la capacitàƒÂ  pragmatica di utilizzare la spiegazione quale mossa comunicativa volta alla ristrutturazione delle conoscenze dellࢠinterlocutore; i dati sulla capacitàƒÂ  dei bambini di produrre spontaneamente spiegazioni in contesti quali i conflitti verbali inducono a riflettere su tale legame. La relazione tra teoria della mente e capacitàƒÂ  esplicativa e lࢠindagine intorno alle capacitàƒÂ  cognitive e linguistiche che sostengono la competenza di produrre spiegazioni in risposta ad esigenze di contesto costituisce lࢠoggetto degli esperimenti condotti. I primi due esperimenti hanno indagato la relazione tra le capacitàƒÂ  di teoria della mente e la produzione di spiegazioni spontanee in etàƒÂ  prescolare. Lࢠipotesi di questi esperimenti àƒ¨ che lo sviluppo della teoria della mente costituisca una acquisizione cognitiva importante per la comprensione delle condizioni pragmatiche dࢠuso della spiegazione: essere in grado di considerare le credenze dellࢠinterlocutore costituisce infatti il presupposto cognitivo per la produzione di spiegazioni non richieste, ma spontaneamente prodotte dal parlante. Nel primo esperimento un gruppo di bambini di etàƒÂ  prescolare àƒ¨ stato valutato per la comprensione della falsa credenza attraverso il classico compito di Sally-Anne (Wimmer & Perner, 1983) e per la capacitàƒÂ  di produrre spontaneamente spiegazioni, in risposta a condizioni di contesto che mettevano evidenza la necessitàƒÂ  dellࢠinterlocutore di ricevere una spiegazione. Per elicitare la produzione di spiegazioni àƒ¨ stata creata una prova in cui il bambino doveva aiutare un piccolo extra-terrestre a comprendere semplici situazioni raffigurate in una serie di immagini. Lࢠindizio contestuale che avrebbe dovuto indurre i bambini a spiegare era lࢠesplicitazione dellࢠerrata comprensione delle situazioni presentate da parte dellࢠinterlocutore ࢠlࢠextra-terrestre. Le produzioni linguistiche dei bambini al compito di produzione elicitata sono state analizzate in funzione della prestazione al compito di comprensione della falsa credenza. I bambini con maggiori competenze di teoria della mente sono risultati piàƒ¹ abili degli altri nel comprendere il contesto pragmatico richiedente la spiegazione; essi hanno infatti prodotto piàƒ¹ spiegazioni rispetto ai coetanei non in grado di superare il compito di falsa credenza. Nel secondo esperimento le condizioni di contesto volte ad elicitare la produzione di spiegazioni sono state manipolate allo scopo di rendere meno esplicite le credenze dellࢠinterlocutore (lࢠextra-terrestre non capisce la situazione, ma non esplicita la sua comprensione errata della stessa), ponendo piàƒ¹ alte richieste alla capacitàƒÂ  del bambino di rappresentarsi la mente altrui. Si àƒ¨ voluto in questo modo verificare la sensibilitàƒÂ  a indizi pragmatici piàƒ¹ sfumati che presumibilmente richiedono un maggiore contributo delle capacitàƒÂ  di rappresentarsi gli stati mentali altrui. LࢠEsperimento 2 ha replicato i risultati emersi nellࢠEsperimento 1 riguardo la maggiore capacitàƒÂ  dei bambini con una teoria della mente piàƒ¹ avanzata di comprendere lࢠesigenza pragmatica della spiegazione.

La spiegazione in età  prescolare. Aspetti cognitivi, linguistici e pragmatici

-
2011

Abstract

Questo lavoro intende contribuire alla comprensione dello sviluppo della capacitàƒÂ  esplicativa in etàƒÂ  prescolare. Lࢠinteresse verte sugli aspetti pragmatici della spiegazione ed in particolare sulla capacitàƒÂ  dei bambini di produrre spontaneamente spiegazioni quando le situazioni di contesto ne segnalano lࢠesigenza. Tale interesse nasce da una riflessione intorno ai dati sperimentali che la psicologia dello sviluppo, a partire da Piaget, ha prodotto intorno alla capacitàƒÂ  esplicativa dei bambini. Le ricerche che hanno indagato la capacitàƒÂ  di ragionamento causale in riferimento a eventi del mondo fisico e naturale hanno evidenziato i limiti del pensiero logico dei bambini prescolari (Piaget, 1923; 1924, Donaldson, 1986). Questi dati hanno portato gli psicologi dello sviluppo a considerare il ragionamento causale e la sua espressione nelle spiegazioni una acquisizione relativamente tardiva nel corso dello sviluppo (Piaget, 1929). Ricerche piàƒ¹ recenti, invece, propongono evidenze a sostegno della precoce capacitàƒÂ  di ragionamento causale e della sua espressione sulla base di osservazioni in contesti naturalistici. Hood e Bloom (1979) ad esempio hanno studiato lo sviluppo spontaneo del linguaggio causale nei bambini fra i 2,6 e i 3,6 anni utilizzando come criterio di selezione dei loro dati o la presenza di un connettivo causale esplicito o la sua inferibilitàƒÂ . Le autrici hanno osservato come questo tipo di linguaggio fosse fin dallࢠinizio padroneggiato correttamente dai loro soggetti, contrariamente a quanto sostenuto in proposito dalle teorie piagetiane. Hanno peràƒ² anche osservato come la maggior parte delle spiegazioni comparissero in contesti nei quali il bambino tentava di dirigere il comportamento del partner, si trattava cioàƒ¨ di spiegazioni che giustificavano una richiesta, un ordine, un rifiuto, mentre erano molto rare le spiegazioni relative al comportamento degli oggetti fisici o che connettevano tra loro due eventi in contesti in cui lo scopo comunicativo del bambino era una semplice descrizione di eventi. Studi piàƒ¹ recenti confermano la precoce capacitàƒÂ  dei bambini di fornire spiegazioni nei contesti per loro piàƒ¹ motivanti. Le spiegazioni piàƒ¹ frequentemente prodotte dai bambini in questi contesti sono risultate riguardare le azioni e il comportamento delle persone e non quegli eventi del mondo fisico su cui i primi studi sul ragionamento causale si erano concentrati. I bambini, giàƒÂ  in etàƒÂ  prescolare dimostrano un grande interesse per ricevere spiegazioni riguardo il comportamento e le azioni delle persone, e molto precocemente sono in grado essi stessi di fornire tale tipo di spiegazioni (Hickling e Wellman, 2001). Anche gli studi che hanno osservato il linguaggio spontaneo dei bambini prescolari in situazioni di conflitto, hanno messo in luce la capacitàƒÂ  di fornire spontaneamente giustificazioni e spiegazioni (Veneziano e Sinclair, 1995). Questi dati introducono un tema interessante e ancora poco indagato, ossia la capacitàƒÂ  dei bambini di utilizzare le spiegazione nel contesto comunicativo per raggiungere un determinato scopo comunicativo, nello specifico il controllo del comportamento dellࢠaltro attraverso la modificazione dei suoi contenuti mentali. In altre parole in determinati contesti comunicativi, particolarmente rilevanti e motivanti, i bambini dimostrano di possedere molto precocemente quella competenza pragmatica che consente di servirsi della spiegazione, quale mezzo linguistico volto alla ristrutturazione delle conoscenze dellࢠinterlocutore e ridirigere cosàƒ¬ il suo comportamento. Da un punto di vista pragmatico, puàƒ² essere definita spiegazione, ogni mossa comunicativa attraverso cui il parlante fornisce al suo interlocutore una nuova informazione (explanans) rispetto ad un oggetto di attenzione comune (explanandum), allo scopo di ristrutturare le conoscenze dellࢠinterlocutore stesso (Barbieri, 1989). Secondo questa definizione lࢠuso contestualmente adeguato della spiegazione dipende dalla presa dࢠatto delle conoscenze/credenze dellࢠascoltatore e dalla produzione di un messaggio che produca un cambiamento in tali stati mentali. La produzione di una spiegazione richiede dunque che il parlante si rappresenti lo stato di conoscenze dellࢠinterlocutore e che si proponga di riorganizzare tali credenze in funzione degli scopi comunicativi che egli si propone. Risulta di particolare interesse, dunque, considerare quale peso abbiano le capacitàƒÂ  di teoria della mente nella comprensione delle condizioni pragmatiche dࢠuso della spiegazione. Non esistono studi sperimentali che abbiano indagato il legame tra lo sviluppo della teoria della mente e la capacitàƒÂ  pragmatica di utilizzare la spiegazione quale mossa comunicativa volta alla ristrutturazione delle conoscenze dellࢠinterlocutore; i dati sulla capacitàƒÂ  dei bambini di produrre spontaneamente spiegazioni in contesti quali i conflitti verbali inducono a riflettere su tale legame. La relazione tra teoria della mente e capacitàƒÂ  esplicativa e lࢠindagine intorno alle capacitàƒÂ  cognitive e linguistiche che sostengono la competenza di produrre spiegazioni in risposta ad esigenze di contesto costituisce lࢠoggetto degli esperimenti condotti. I primi due esperimenti hanno indagato la relazione tra le capacitàƒÂ  di teoria della mente e la produzione di spiegazioni spontanee in etàƒÂ  prescolare. Lࢠipotesi di questi esperimenti àƒ¨ che lo sviluppo della teoria della mente costituisca una acquisizione cognitiva importante per la comprensione delle condizioni pragmatiche dࢠuso della spiegazione: essere in grado di considerare le credenze dellࢠinterlocutore costituisce infatti il presupposto cognitivo per la produzione di spiegazioni non richieste, ma spontaneamente prodotte dal parlante. Nel primo esperimento un gruppo di bambini di etàƒÂ  prescolare àƒ¨ stato valutato per la comprensione della falsa credenza attraverso il classico compito di Sally-Anne (Wimmer & Perner, 1983) e per la capacitàƒÂ  di produrre spontaneamente spiegazioni, in risposta a condizioni di contesto che mettevano evidenza la necessitàƒÂ  dellࢠinterlocutore di ricevere una spiegazione. Per elicitare la produzione di spiegazioni àƒ¨ stata creata una prova in cui il bambino doveva aiutare un piccolo extra-terrestre a comprendere semplici situazioni raffigurate in una serie di immagini. Lࢠindizio contestuale che avrebbe dovuto indurre i bambini a spiegare era lࢠesplicitazione dellࢠerrata comprensione delle situazioni presentate da parte dellࢠinterlocutore ࢠlࢠextra-terrestre. Le produzioni linguistiche dei bambini al compito di produzione elicitata sono state analizzate in funzione della prestazione al compito di comprensione della falsa credenza. I bambini con maggiori competenze di teoria della mente sono risultati piàƒ¹ abili degli altri nel comprendere il contesto pragmatico richiedente la spiegazione; essi hanno infatti prodotto piàƒ¹ spiegazioni rispetto ai coetanei non in grado di superare il compito di falsa credenza. Nel secondo esperimento le condizioni di contesto volte ad elicitare la produzione di spiegazioni sono state manipolate allo scopo di rendere meno esplicite le credenze dellࢠinterlocutore (lࢠextra-terrestre non capisce la situazione, ma non esplicita la sua comprensione errata della stessa), ponendo piàƒ¹ alte richieste alla capacitàƒÂ  del bambino di rappresentarsi la mente altrui. Si àƒ¨ voluto in questo modo verificare la sensibilitàƒÂ  a indizi pragmatici piàƒ¹ sfumati che presumibilmente richiedono un maggiore contributo delle capacitàƒÂ  di rappresentarsi gli stati mentali altrui. LࢠEsperimento 2 ha replicato i risultati emersi nellࢠEsperimento 1 riguardo la maggiore capacitàƒÂ  dei bambini con una teoria della mente piàƒ¹ avanzata di comprendere lࢠesigenza pragmatica della spiegazione.
2011
it
capacitàƒÂ  inferenziale
competenza pragmatica
funzioni esecutive
SCUOLA DI DOTTORATO DI RICERCA IN NEUROSCIENZE E SCIENZE COGNITIVE
spiegazioni
teoria della mente
Università degli Studi di Trieste
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/232346
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNITS-232346