Il 17 febbraio del 2008, con lࢠautodichiarazione di indipendenza della Repubblica dei Kosovo, si àƒ¨ chiusa una vicenda, o almeno un suo capitolo, che di fatto ha dimostrato per lࢠennesima volta come nel mondo sia valida la regola che possa accadere ࢠtutto e il contrario di tuttoࢠ. Di fatto la popolazione di etnia albanese del Kosovo ha raggiunto un obbiettivo inseguito da circa un secolo e forse piàƒ¹, ovvero lࢠindipendenza dai popoli slavi dei Balcani; dal canto suo, invece, la popolazione serba della stessa regione sà¢ àƒ¨ vista scippare quella che, soprattutto per la propaganda nazionalista di Belgrado, àƒ¨ la culla dalla sua civiltàƒÂ . La genesi di questa nuova entitàƒÂ  statale àƒ¨, a dire il vero, quanto meno singolare. Tralasciando le spinte autonomiste esistenti giàƒÂ  nel corso di tutto il XXà,° secolo, spinte che piàƒ¹ che altro miravano a pareggiare lo status del Kosovo con quello delle altre Repubbliche della RFJ, lࢠiter di emancipazione del Kosovo dalla Serbia àƒ¨ nato paradossalmente con la Risoluzione del Consiglio di Sicurezza UNSCR n.1244 del 10 giugno 1999, ovvero lo stesso atto che decretava ࢠࢠ¦the commitment of all Member State to the sovereignty and territorial integrity of the Federal Republic of Yugoslaviaࢠ(ovvero ࢠlࢠimpegno di tutti gli Stati membri -dellࢠONU- alla sovranitàƒÂ  ed integritàƒÂ  territoriale della Repubblica Federale Jugoslavaࢠ); la stessa Risoluzione, difatti, ha dato vita alla missione UNMIK, lࢠamministrazione ad interim dellࢠONU, la quale altro non ha fatto che creare tutti i presupposti di ࢠcapacity e governement buildingࢠacciocchàƒ© il Kosovo, in barba alla citata Risoluzione, procedesse speditamente verso lࢠindipendenza. Ad oggi la Repubblica del Kosovo àƒ¨ stata riconosciuta da ben 65 dei 192 Stati membri dellࢠONU, Italia compresa, ed àƒ¨ membro sia del Fondo Monetario Internazionale che della Banca Mondiale. Quindi, se prendiamo in considerazione il fatto che questa repubblica abbia oggi un proprio territorio, un proprio popolo, un apparato statale indipendente, e che la stessa sia stata riconosciuta da decine di Paesi (tra i quali 3 membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dellࢠONU, diversi Paesi appartenenti al G8, nonchàƒ© 22 Stati membri dellࢠUE), non si possono avere dubbi sul fatto di poter asserire che la neonata Repubblica del Kosovo sia un nuovo Stato in Europa. Ma la questione da porsi àƒ¨, invece, quanto si possa considerare la Repubblica del Kosovo uno Stato indipendente e autosufficiente, tenendo in considerazione tutti i problemi irrisolti (e di difficile risoluzione) che lࢠaffliggono, come la quasi inesistente economia, lࢠinsussistenza di un apparato statale adeguato e indipendente, la completa dipendenza (economica, militare, statale) esterna, la questione irrisolta delle municipalitàƒÂ  serbe dei distretti settentrionali (nonchàƒ© della gestione dellࢠintegrazione delle enclaves serbe), la libertàƒÂ  dࢠazione delle mafie locali (e la loro collusione con la politica). Il Kosovo ha difatti una tra le economie piàƒ¹ povere dࢠEuropa, con un reddito procapite stimato nel 2008 in 1750 euro annui e un sistema economico assolutamente non autosufficiente, non esistendo un solo settore produttivo in grado di alimentare lࢠeconomia o produrre ricchezza. Una cospicua parte del PIL àƒ¨ coperta dallࢠindotto creato dalla presenza della comunitàƒÂ  internazionale, dalle donazioni e i programmi di sviluppo e sostentamento internazionali, nonchàƒ© dalle rimesse estere che mensilmente la diaspora spedisce ai propri familiari rimasti in patria. La disoccupazione si attesta a valori prossimi al 50% della forza lavoro, mentre i settori produttivi sono quasi azzerati e il fabbisogno di beni di largo consumo della popolazione viene assicurato mediante importazioni per un controvalore stimato compreso tra il 50% e il 60% del PIL, che nel 2008 ha raggiunto il valore di 3.841 milioni di euro. La bilancia commerciale nel 2008 ha raggiunto un valore di circa -1.729 milioni di euro, ove la quota delle esportazioni, seppure in crescita se comparata con le annualitàƒÂ  precedenti, ha raggiunto soltanto il 10,3% di quella delle importazioni. Il quadro degli investimenti esteri non àƒ¨ sicuramente migliore: considerato lࢠaltissimo tasso di rischio-paese del Paese, la totale incertezza della giustizia, lࢠinsussistenza del sistema economico, nonchàƒ© la forte presenza di forti lobby locali (per non chiamarle racket), gli investimenti a totale capitale straniero sono prevalentemente fatti da emigrati che vogliono investire i propri capitali in patria. Gli investimenti interamente a capitale estero sono, invece, ridotti al minimo. Lࢠapparato statale, seppure supportato dallࢠesistenza della Costituzione entrata in vigore qualche mese dopo la dichiarazione di indipendenza, àƒ¨ di fatto ancora assistito nelle sue istituzioni cardine dalla missione europea EULEX. Tale situazione àƒ¨ dovuta ad una totale debolezza istituzionale, inevitabile retaggio della particolare situazione verificatasi in Kosovo negli ultimi 2 decenni. Gli ultimi anni del ventesimo secolo, infatti, sono stati caratterizzati dal boicottaggio da parte della popolazione kosovara delle istituzioni serbe, nonchàƒ© dalla creazione di un sistema amministrativo e politico parallelo, il quale, per le sue caratteristiche, sicuramente non ha potuto creare i presupposti per far crescere la classe politica e formare una cultura delle istituzioni. Questࢠultimo decennio, invece, ha visto il quasi totale fallimento dellࢠamministrazione UNMIK, per la quale sono stati spesi miliardi di dollari senza, di fatto, riuscire a completare quel processo di governace building e capacity building per il quale era stata preposta. La dichiarazione di indipendenza, in questo senso, àƒ¨ stata sicuramente prematura, in quanto lo Stato e il suo apparato era (ed àƒ¨) ancora in fase di rodaggio e, come giàƒÂ  accennato, dipendente per certune attivitàƒÂ  (la giustizia in primis) dalla comunitàƒÂ  internazionale e dalla missione EULEX. Oggi, a seguito della dismissione della missione UNMIK, il pallino del gioco àƒ¨ passato in mano allࢠUnione Europea, che volente o nolente sà¢ àƒ¨ ritrovata nella paradossale condizione di dover gestire una situazione creata in definitiva dagli Stati Uniti e gestita, sicuramente in maniera fallimentare, per quasi un decennio dallࢠONU; detto ciàƒ², non si puàƒ² che convenire sul fatto che attualmente la missione EULEX àƒ¨ il minore della moltitudine di problemi, pericolosamente intrecciati tra loro, che lࢠUnione Europea deve affrontare nellࢠarea balcanica.

Kosovo: nuovo stato in Europa?

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2010

Abstract

Il 17 febbraio del 2008, con lࢠautodichiarazione di indipendenza della Repubblica dei Kosovo, si àƒ¨ chiusa una vicenda, o almeno un suo capitolo, che di fatto ha dimostrato per lࢠennesima volta come nel mondo sia valida la regola che possa accadere ࢠtutto e il contrario di tuttoࢠ. Di fatto la popolazione di etnia albanese del Kosovo ha raggiunto un obbiettivo inseguito da circa un secolo e forse piàƒ¹, ovvero lࢠindipendenza dai popoli slavi dei Balcani; dal canto suo, invece, la popolazione serba della stessa regione sà¢ àƒ¨ vista scippare quella che, soprattutto per la propaganda nazionalista di Belgrado, àƒ¨ la culla dalla sua civiltàƒÂ . La genesi di questa nuova entitàƒÂ  statale àƒ¨, a dire il vero, quanto meno singolare. Tralasciando le spinte autonomiste esistenti giàƒÂ  nel corso di tutto il XXà,° secolo, spinte che piàƒ¹ che altro miravano a pareggiare lo status del Kosovo con quello delle altre Repubbliche della RFJ, lࢠiter di emancipazione del Kosovo dalla Serbia àƒ¨ nato paradossalmente con la Risoluzione del Consiglio di Sicurezza UNSCR n.1244 del 10 giugno 1999, ovvero lo stesso atto che decretava ࢠࢠ¦the commitment of all Member State to the sovereignty and territorial integrity of the Federal Republic of Yugoslaviaࢠ(ovvero ࢠlࢠimpegno di tutti gli Stati membri -dellࢠONU- alla sovranitàƒÂ  ed integritàƒÂ  territoriale della Repubblica Federale Jugoslavaࢠ); la stessa Risoluzione, difatti, ha dato vita alla missione UNMIK, lࢠamministrazione ad interim dellࢠONU, la quale altro non ha fatto che creare tutti i presupposti di ࢠcapacity e governement buildingࢠacciocchàƒ© il Kosovo, in barba alla citata Risoluzione, procedesse speditamente verso lࢠindipendenza. Ad oggi la Repubblica del Kosovo àƒ¨ stata riconosciuta da ben 65 dei 192 Stati membri dellࢠONU, Italia compresa, ed àƒ¨ membro sia del Fondo Monetario Internazionale che della Banca Mondiale. Quindi, se prendiamo in considerazione il fatto che questa repubblica abbia oggi un proprio territorio, un proprio popolo, un apparato statale indipendente, e che la stessa sia stata riconosciuta da decine di Paesi (tra i quali 3 membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dellࢠONU, diversi Paesi appartenenti al G8, nonchàƒ© 22 Stati membri dellࢠUE), non si possono avere dubbi sul fatto di poter asserire che la neonata Repubblica del Kosovo sia un nuovo Stato in Europa. Ma la questione da porsi àƒ¨, invece, quanto si possa considerare la Repubblica del Kosovo uno Stato indipendente e autosufficiente, tenendo in considerazione tutti i problemi irrisolti (e di difficile risoluzione) che lࢠaffliggono, come la quasi inesistente economia, lࢠinsussistenza di un apparato statale adeguato e indipendente, la completa dipendenza (economica, militare, statale) esterna, la questione irrisolta delle municipalitàƒÂ  serbe dei distretti settentrionali (nonchàƒ© della gestione dellࢠintegrazione delle enclaves serbe), la libertàƒÂ  dࢠazione delle mafie locali (e la loro collusione con la politica). Il Kosovo ha difatti una tra le economie piàƒ¹ povere dࢠEuropa, con un reddito procapite stimato nel 2008 in 1750 euro annui e un sistema economico assolutamente non autosufficiente, non esistendo un solo settore produttivo in grado di alimentare lࢠeconomia o produrre ricchezza. Una cospicua parte del PIL àƒ¨ coperta dallࢠindotto creato dalla presenza della comunitàƒÂ  internazionale, dalle donazioni e i programmi di sviluppo e sostentamento internazionali, nonchàƒ© dalle rimesse estere che mensilmente la diaspora spedisce ai propri familiari rimasti in patria. La disoccupazione si attesta a valori prossimi al 50% della forza lavoro, mentre i settori produttivi sono quasi azzerati e il fabbisogno di beni di largo consumo della popolazione viene assicurato mediante importazioni per un controvalore stimato compreso tra il 50% e il 60% del PIL, che nel 2008 ha raggiunto il valore di 3.841 milioni di euro. La bilancia commerciale nel 2008 ha raggiunto un valore di circa -1.729 milioni di euro, ove la quota delle esportazioni, seppure in crescita se comparata con le annualitàƒÂ  precedenti, ha raggiunto soltanto il 10,3% di quella delle importazioni. Il quadro degli investimenti esteri non àƒ¨ sicuramente migliore: considerato lࢠaltissimo tasso di rischio-paese del Paese, la totale incertezza della giustizia, lࢠinsussistenza del sistema economico, nonchàƒ© la forte presenza di forti lobby locali (per non chiamarle racket), gli investimenti a totale capitale straniero sono prevalentemente fatti da emigrati che vogliono investire i propri capitali in patria. Gli investimenti interamente a capitale estero sono, invece, ridotti al minimo. Lࢠapparato statale, seppure supportato dallࢠesistenza della Costituzione entrata in vigore qualche mese dopo la dichiarazione di indipendenza, àƒ¨ di fatto ancora assistito nelle sue istituzioni cardine dalla missione europea EULEX. Tale situazione àƒ¨ dovuta ad una totale debolezza istituzionale, inevitabile retaggio della particolare situazione verificatasi in Kosovo negli ultimi 2 decenni. Gli ultimi anni del ventesimo secolo, infatti, sono stati caratterizzati dal boicottaggio da parte della popolazione kosovara delle istituzioni serbe, nonchàƒ© dalla creazione di un sistema amministrativo e politico parallelo, il quale, per le sue caratteristiche, sicuramente non ha potuto creare i presupposti per far crescere la classe politica e formare una cultura delle istituzioni. Questࢠultimo decennio, invece, ha visto il quasi totale fallimento dellࢠamministrazione UNMIK, per la quale sono stati spesi miliardi di dollari senza, di fatto, riuscire a completare quel processo di governace building e capacity building per il quale era stata preposta. La dichiarazione di indipendenza, in questo senso, àƒ¨ stata sicuramente prematura, in quanto lo Stato e il suo apparato era (ed àƒ¨) ancora in fase di rodaggio e, come giàƒÂ  accennato, dipendente per certune attivitàƒÂ  (la giustizia in primis) dalla comunitàƒÂ  internazionale e dalla missione EULEX. Oggi, a seguito della dismissione della missione UNMIK, il pallino del gioco àƒ¨ passato in mano allࢠUnione Europea, che volente o nolente sà¢ àƒ¨ ritrovata nella paradossale condizione di dover gestire una situazione creata in definitiva dagli Stati Uniti e gestita, sicuramente in maniera fallimentare, per quasi un decennio dallࢠONU; detto ciàƒ², non si puàƒ² che convenire sul fatto che attualmente la missione EULEX àƒ¨ il minore della moltitudine di problemi, pericolosamente intrecciati tra loro, che lࢠUnione Europea deve affrontare nellࢠarea balcanica.
2010
it
GEOSTORIA E GEOECONOMIA DELLE REGIONI DI CONFINE
Kosovo
Università degli Studi di Trieste
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/243456
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNITS-243456