Successivamente ਠstato analizzato il potenziale immunomodulatorio di hBD2, considerando i suoi possibili effetti nel regolare importanti processi delle cellule immunitarie con cui il peptide viene in contatto, quali ad esempio la chemiotassi, la degranulazione, la fagocitosi e la produzione di specie reattive dell'ossigeno (ROS). Da questa analisi ਠemerso che hBD2 esercita diverse azioni a seconda del tipo cellulare con cui viene a contatto e del tempo di esposizione delle cellule alla defensina. In particolare, ਠstata confermata l'abilità  di hBD2 a indurre la chemiotassi di cellule dendritiche immature (iDC), contribuendo a reclutare tali cellule al sito d'infezione. Negli studi condotti ਠperಠemerso che il meccanismo d'azione potrebbe essere pi๠complesso di quanto proposto fino ad ora; tuttavia le osservazioni proposte in questa tesi appaiono in grado di conciliare i dati contrastanti riportati in letteratura. Sono inoltre emerse alcune nuove proprietà  per hBD2. In particolare, un breve tempo di esposizione delle iDC alla defensina causa un processo di degranulazione che risulta dipendente dal tipo cellulare e che potrebbe essere coinvolto nel ruolo immunogenico/tolerogenico di queste cellule, supportando un ruolo immunomodulatorio per hBD2. Un'esposizione per tempi pi๠lunghi a hBD2 sembra incrementare l'abilità  delle iDC di riconoscere i batteri e interagire con loro, probabilmente aumentando la loro capacità  di presentare gli antigeni e attivare le risposte immunitarie. Un trattamento equivalente sui macrofagi risulta invece in un aumento significativo della loro attività  fagocitaria e della produzione di ROS, permettendo cosଠa queste cellule di rispondere meglio ad un'invasione bat

Studi sulle interazioni tra i peptidi di difesa dell' ospite e cellule dell' immunità 

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2010

Abstract

Successivamente ਠstato analizzato il potenziale immunomodulatorio di hBD2, considerando i suoi possibili effetti nel regolare importanti processi delle cellule immunitarie con cui il peptide viene in contatto, quali ad esempio la chemiotassi, la degranulazione, la fagocitosi e la produzione di specie reattive dell'ossigeno (ROS). Da questa analisi ਠemerso che hBD2 esercita diverse azioni a seconda del tipo cellulare con cui viene a contatto e del tempo di esposizione delle cellule alla defensina. In particolare, ਠstata confermata l'abilità  di hBD2 a indurre la chemiotassi di cellule dendritiche immature (iDC), contribuendo a reclutare tali cellule al sito d'infezione. Negli studi condotti ਠperಠemerso che il meccanismo d'azione potrebbe essere pi๠complesso di quanto proposto fino ad ora; tuttavia le osservazioni proposte in questa tesi appaiono in grado di conciliare i dati contrastanti riportati in letteratura. Sono inoltre emerse alcune nuove proprietà  per hBD2. In particolare, un breve tempo di esposizione delle iDC alla defensina causa un processo di degranulazione che risulta dipendente dal tipo cellulare e che potrebbe essere coinvolto nel ruolo immunogenico/tolerogenico di queste cellule, supportando un ruolo immunomodulatorio per hBD2. Un'esposizione per tempi pi๠lunghi a hBD2 sembra incrementare l'abilità  delle iDC di riconoscere i batteri e interagire con loro, probabilmente aumentando la loro capacità  di presentare gli antigeni e attivare le risposte immunitarie. Un trattamento equivalente sui macrofagi risulta invece in un aumento significativo della loro attività  fagocitaria e della produzione di ROS, permettendo cosଠa queste cellule di rispondere meglio ad un'invasione bat
2010
en
chemiotassi
fagocitosi
hBD2
Immunità  Innata
internalizzazione
peptidi di difesa dell'ospite
SCIENZE BIOMOLECOLARI
Università degli Studi di Trieste
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/248603
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNITS-248603