La presente tesi ha come oggetto di studio i diritti delle minoranze in Bulgaria e in Grecia e il conseguente impatto sul processo di Integrazione Europea. Fornisce dettagli su come queste minoranze siano divise dai confini e su fino a che punto il concetto di nazionalismo influisce sull'adozione di un equo regime di tutela dei diritti delle minoranze per conto degli Sati-Nazione. Il contributo dell'Integrazione Europea viene valutato in termini di progresso raggiunto nel campo dei diritti delle minoranze e della cooperazione transfrontaliera. Subito dopo le rispettive dichiarazioni di indipendenza, entrambi i Paesi hanno firmato accordi bilaterali con l'Impero Ottomano esprimendo il loro impegno a rispettare i diritti delle minoranze turche/musulmane presenti nel territorio. Tuttavia, con il passare del tempo e soprattutto a causa dell'irruzione delle due guerre mondiali e delle prese di posizione nazionalistiche in entrambi i paesi, la situazione delle minoranze turco-musulmane à© drammaticamente cambiata. Nel corso della storia, il trattamento di queste minoranze in Bulgaria e in Grecia ha creato una serie di problemi nelle relazioni con la Turchia, che rappresenta lo †œstato di riferimento†� (kin-state) di queste minoranze in entrambi i Paesi. Il nazionalismo Greco con le sue forti caratteristiche di esclusività¡ ha già¡ in varie occasioni escluso la popolazione turco-musulmana dal processo costititutivo della nazione, classificando le minoranze musulmane come †œaltre†�, †œestranee†�. Con lo scambio demografico tra popolazioni greche e turche, sancito dal Trattato di Losanna, il riconoscimento dell'esistenza della minoranza turco-musulmana à© stata limitato soltanto al territorio della Tracia occidentale. Esaminando d'altro lato la situazione della Bulgaria, il trattamento delle minoranze turche ha là­ seguito un cammino differente. Comparato con quello greco, il nazionalismo bulgaro ha adottato un approccio relativamente piຠinclusivo, soprattutto con riferimento alla popolazione Pomaks, conosciuti oggi anche come musulmani che parlano correntemente bulgaro. Con la fioritura del nazionalismo bulgaro durante il regime comunista, l'inclusione prese la forma di assimilazione e il risultato fu la conversione dei Pomaks in †œbulgari†�. Per quanto riguarda la minoranza turca poi, la situazione si rivelà³ altrettanto poco esemplare. In molte occasioni i Turchi furono forzati ad emigrare in Turchia, per poter bilanciare l' alterazione demografica in Bulgaria. Nel frattempo, con la campagna di assimilazione intrapresa nel 1984-1985, i nomi delle minoranze turche in Bulgaria furono sostituiti con nomi bulgari e la Bulgaria arrivà³ a negare completamente l'esistenza della minoranza turca. Quando i Turchi si opposero a questa politica di assimilazione forzata, furono nuovamente costretti ad emigrare. La discussione intrapresa sui diritti delle minoranze nell'ambito del processo di Integrazione Europea, ha apportato cambiamenti significativi in entrambi i Paesi. Tuttavia, si à© verificata una certa limitazione dell'impatto delle politiche dell'Unione Europea in quest'area, derivante da alcuni problemi di natura storica. La Grecia ad esempio, in quanto già¡ membro effettivo dell'Unione Europea, non dovette passare attraverso un processo europeo di valutazione del trattamento delle minoranze, laddove invece la Bulgaria dovette seguire specifiche procedure di accesso preliminari, necessarie per poter permettere la sua adesione all'Unione Europea. Le dinamiche di cambiamento del discorso sulla democrazia resero inapplicabili alcune restrizioni previamente accettate, per cui un processo di democratizzazione nell'area dei diritti delle minoranze divenne inevitabile. Di fronte all'esistenza di tali problemi, questo processo di democratizzazione suscità³ effetti positivi in entrambi i Paesi. Risolvere il problema di democratizzazione non ha portato automaticamente ad una soluzione di tutti i problemi esistenti. Stabilire una collaborazione transfrontaleria tra Bulgaria e Grecia fu il primo problema ad essere discusso dopo la caduta del Comunismo. Tuttavia questo progresso non à© avvenuto in maniera semplice e armoniosa. Nuovamente si puà³ affermare che la prospettiva di un integrazione Europea rappresentà³ il principale catalizzatore dello sviluppo della cooperazione fra i due Paesi, nonostante la presenza di alcuni problemi in alcune parti del confine, dovuti alla presenza della minoranza turca, il cui †œstato di riferimento†� à© la Turchia. La percezione tradizionale dei confini come barriere di esclusione continua ancora ad essere presente in alcune aree del Sudest Europa, e potrà¡ essere cambiata soltanto attraverso un rinsaldamento dell'integrazione Europea. Per concludere, rispetto al loro trattamento delle minoranze turco-musulmane, Bulgaria e Grecia hanno creato differenti politiche di integrazione. Mentre in Grecia, la partecipazione politica e sociale della minoranza turco-musulmana fu limitata attraverso la creazione di una comunità¡ separata dal resto della popolazione, in Bulgaria tale partecipazione fu maggiormente incoraggiata proprio per evitare tale segregazione. Tuttavia, questa politica di non-segregazione à© stata condotta spesso di pari passo con il non-riconoscimento del carattere etnico della minoranza turca, trasformandosi finalmente in assimilazione durante gli anni '80. Con il ristabilimento della democrazia in Bulgaria, sono state adottate nuove politiche di integrazione, poi denominate †œModello Etnico Bulgaro†�. Conseguentemente, il modello di prevenzione di un conflitto etnico in Bulgaria ha attirato l'attenzione di alcuni Paesi dell'area dei Balcani che hanno sperimentato simili problemi nel corso della loro storia.

Minority Rights in Bulgaria and Greece, and the Impact of European Integration Process

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2013

Abstract

La presente tesi ha come oggetto di studio i diritti delle minoranze in Bulgaria e in Grecia e il conseguente impatto sul processo di Integrazione Europea. Fornisce dettagli su come queste minoranze siano divise dai confini e su fino a che punto il concetto di nazionalismo influisce sull'adozione di un equo regime di tutela dei diritti delle minoranze per conto degli Sati-Nazione. Il contributo dell'Integrazione Europea viene valutato in termini di progresso raggiunto nel campo dei diritti delle minoranze e della cooperazione transfrontaliera. Subito dopo le rispettive dichiarazioni di indipendenza, entrambi i Paesi hanno firmato accordi bilaterali con l'Impero Ottomano esprimendo il loro impegno a rispettare i diritti delle minoranze turche/musulmane presenti nel territorio. Tuttavia, con il passare del tempo e soprattutto a causa dell'irruzione delle due guerre mondiali e delle prese di posizione nazionalistiche in entrambi i paesi, la situazione delle minoranze turco-musulmane à© drammaticamente cambiata. Nel corso della storia, il trattamento di queste minoranze in Bulgaria e in Grecia ha creato una serie di problemi nelle relazioni con la Turchia, che rappresenta lo †œstato di riferimento†� (kin-state) di queste minoranze in entrambi i Paesi. Il nazionalismo Greco con le sue forti caratteristiche di esclusività¡ ha già¡ in varie occasioni escluso la popolazione turco-musulmana dal processo costititutivo della nazione, classificando le minoranze musulmane come †œaltre†�, †œestranee†�. Con lo scambio demografico tra popolazioni greche e turche, sancito dal Trattato di Losanna, il riconoscimento dell'esistenza della minoranza turco-musulmana à© stata limitato soltanto al territorio della Tracia occidentale. Esaminando d'altro lato la situazione della Bulgaria, il trattamento delle minoranze turche ha là­ seguito un cammino differente. Comparato con quello greco, il nazionalismo bulgaro ha adottato un approccio relativamente piຠinclusivo, soprattutto con riferimento alla popolazione Pomaks, conosciuti oggi anche come musulmani che parlano correntemente bulgaro. Con la fioritura del nazionalismo bulgaro durante il regime comunista, l'inclusione prese la forma di assimilazione e il risultato fu la conversione dei Pomaks in †œbulgari†�. Per quanto riguarda la minoranza turca poi, la situazione si rivelà³ altrettanto poco esemplare. In molte occasioni i Turchi furono forzati ad emigrare in Turchia, per poter bilanciare l' alterazione demografica in Bulgaria. Nel frattempo, con la campagna di assimilazione intrapresa nel 1984-1985, i nomi delle minoranze turche in Bulgaria furono sostituiti con nomi bulgari e la Bulgaria arrivà³ a negare completamente l'esistenza della minoranza turca. Quando i Turchi si opposero a questa politica di assimilazione forzata, furono nuovamente costretti ad emigrare. La discussione intrapresa sui diritti delle minoranze nell'ambito del processo di Integrazione Europea, ha apportato cambiamenti significativi in entrambi i Paesi. Tuttavia, si à© verificata una certa limitazione dell'impatto delle politiche dell'Unione Europea in quest'area, derivante da alcuni problemi di natura storica. La Grecia ad esempio, in quanto già¡ membro effettivo dell'Unione Europea, non dovette passare attraverso un processo europeo di valutazione del trattamento delle minoranze, laddove invece la Bulgaria dovette seguire specifiche procedure di accesso preliminari, necessarie per poter permettere la sua adesione all'Unione Europea. Le dinamiche di cambiamento del discorso sulla democrazia resero inapplicabili alcune restrizioni previamente accettate, per cui un processo di democratizzazione nell'area dei diritti delle minoranze divenne inevitabile. Di fronte all'esistenza di tali problemi, questo processo di democratizzazione suscità³ effetti positivi in entrambi i Paesi. Risolvere il problema di democratizzazione non ha portato automaticamente ad una soluzione di tutti i problemi esistenti. Stabilire una collaborazione transfrontaleria tra Bulgaria e Grecia fu il primo problema ad essere discusso dopo la caduta del Comunismo. Tuttavia questo progresso non à© avvenuto in maniera semplice e armoniosa. Nuovamente si puà³ affermare che la prospettiva di un integrazione Europea rappresentà³ il principale catalizzatore dello sviluppo della cooperazione fra i due Paesi, nonostante la presenza di alcuni problemi in alcune parti del confine, dovuti alla presenza della minoranza turca, il cui †œstato di riferimento†� à© la Turchia. La percezione tradizionale dei confini come barriere di esclusione continua ancora ad essere presente in alcune aree del Sudest Europa, e potrà¡ essere cambiata soltanto attraverso un rinsaldamento dell'integrazione Europea. Per concludere, rispetto al loro trattamento delle minoranze turco-musulmane, Bulgaria e Grecia hanno creato differenti politiche di integrazione. Mentre in Grecia, la partecipazione politica e sociale della minoranza turco-musulmana fu limitata attraverso la creazione di una comunità¡ separata dal resto della popolazione, in Bulgaria tale partecipazione fu maggiormente incoraggiata proprio per evitare tale segregazione. Tuttavia, questa politica di non-segregazione à© stata condotta spesso di pari passo con il non-riconoscimento del carattere etnico della minoranza turca, trasformandosi finalmente in assimilazione durante gli anni '80. Con il ristabilimento della democrazia in Bulgaria, sono state adottate nuove politiche di integrazione, poi denominate †œModello Etnico Bulgaro†�. Conseguentemente, il modello di prevenzione di un conflitto etnico in Bulgaria ha attirato l'attenzione di alcuni Paesi dell'area dei Balcani che hanno sperimentato simili problemi nel corso della loro storia.
2013
en
Bulgaria
Cross-border cooperation
European Integration
Greece
Minority Rights
Nationalism
POLITICHE TRANSFRONTALIERE PER LA VITA QUOTIDIANA
Turkish - Muslim Minority
Università degli Studi di Trieste
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/248701
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNITS-248701