La tesi ha come oggetto di studio le aree protette ed il ruolo che tali particolari territori possano ricoprire al fine di sviluppare modelli di crescita sostenibili. Partendo dalla nascita dei primi parchi nazionali negli Stati Uniti, la tesi, nel Capitolo 1, ripercorre la storia dell'espansione dell'idea di area protetta evidenziando come tale idea sia stata messa in pratica in diverse forme nelle diverse regioni geografiche e di come le politiche di tutela della natura siano strettamente legate alle teorie politico-economiche dominanti nei diversi periodi storici. Dalla fine della seconda guerra mondiale, la fine dell'isolazionismo statunitense ha contribuito alla gemmazione del complesso sistema di organizzazioni internazionali comprese quelle che hanno tra i loro obiettivi la conservazione della natura. In tale panorama si ਠscelto di analizzare in modo approfondito, nel Capitolo 2, i Congressi Mondiali sui Parchi, in quanto sono sembrati essere esemplificativi del graduale, ma costante cambiamento di paradigma rispetto alle modalità istitutive delle aree protette. La presa di coscienza dell'importanza delle comunità locali, lo sviluppo di Convenzioni a tutela dei diritti delle popolazioni indigene ed in generale la struttura delle soft laws e delle hard laws gobali si sono rivelate fondamentali per rigettare, anche se non completamente , il †œmodello Yellowstone†� come modello unico per la conservazione in situ della biodiversità . La maggior attenzione a meccanismi partecipativi e di bottom up hanno fatto sviluppare diversi modelli di governance che uniti ad aree protette sempre pi๠permissive per ciಠche riguarda l'intervento antropico hanno indotto diversi studiosi a parlare di †œterritori di conservazione†�, riferendosi in tal modo al fatto che in alcune aree protette avrebbero potuto essere inclusi tutti i sottosistemi propri del territorio geografico. Nel Capitolo 3 si cerca di ordinare sistematicamente le diverse tipologie di territori di conservazione illustrando l'evoluzione dei sistemi di categorie creati dall'International Union for Conservation of Nature (IUCN), i modelli di governance pi๠utilizzati e la distribuzione delle diverse tipologie a livello mondiale. Insieme alla proliferazione dei territori di conservazione ਠmaturato, a livello mondiale, anche il concetto di sviluppo sostenibile (Capitolo 4) e ciಠha portato a prendere in considerazione alcuni tipi di aree protette come ideali laboratori per sperimentare la sostenibilità dello sviluppo. La difficoltà di tali tentativi risiede perಠnell'intrinseca contrapposizione tra ciಠche ਠconservazione e ciಠche ਠsviluppo economico. Si ਠanche cercato di considerare le ricadute delle aree protette rispetto alle diverse scale geografiche, nel Capitolo 5 sono state valutate le teorie del progetto neoliberista applicate alla natura, assumendo come punti fermi della mondializzazione neoliberista la deregulation e la re-regulation, si sono analizzate le potenzialità economiche del sistema di aree protette a livello globale e nazionale: i benefici economici dei servizi ecosistemici, puntano l'attenzione, a modo esemplificativo, sulle attività di biprospezione e sull'ecoturismo. A scala locale l'attenzione ਠstata puntata sui possibili collegamenti tra conservazione e sviluppo dati dalle iniziative di conservazione innovativa che puntano alla partecipazione delle comunità . Utilizzando lo schema metodologico suggerito da Nick Salafsky e Eva Wollemberg e ripreso da Katrina Brown, sono stati analizzati diversi progetti di conservazione comunitaria, mettendone in luce i punti di forza e di debolezza. Le aree protette hanno un diverso ruolo a seconda della scala di analisi. Una rete di aree protette completamente avulsa dalla possibilità di utilizzo antropico puà², in teoria, contribuire alla sostenibilità globale nella misura in cui essa tuteli in maniera significativa i diversi ecosistemi terrestri, ma la stessa rete, se analizzata a scala locale, non sarebbe certamente sostenibile in quanto non permetterebbe lo sviluppo economico e l'equità sociale delle popolazioni interessate. In conclusione, nella costruzione di un sistema globale di territori di conservazione interconnessi ਠnecessario partire soddisfacendo i bisogni e le legittime necessità di sviluppo delle popolazioni locali, in quanto, come ampiamente dimostrato in letteratura, le aree protette non sostenibili a livello locale, a lungo termine, non possono garantire che contribuiranno alla sostenibilità globale.
Aree protette e sviluppo sostenibile: le politiche di conservazione della natura e le ricadute a scala globale e locale
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2009
Abstract
La tesi ha come oggetto di studio le aree protette ed il ruolo che tali particolari territori possano ricoprire al fine di sviluppare modelli di crescita sostenibili. Partendo dalla nascita dei primi parchi nazionali negli Stati Uniti, la tesi, nel Capitolo 1, ripercorre la storia dell'espansione dell'idea di area protetta evidenziando come tale idea sia stata messa in pratica in diverse forme nelle diverse regioni geografiche e di come le politiche di tutela della natura siano strettamente legate alle teorie politico-economiche dominanti nei diversi periodi storici. Dalla fine della seconda guerra mondiale, la fine dell'isolazionismo statunitense ha contribuito alla gemmazione del complesso sistema di organizzazioni internazionali comprese quelle che hanno tra i loro obiettivi la conservazione della natura. In tale panorama si ਠscelto di analizzare in modo approfondito, nel Capitolo 2, i Congressi Mondiali sui Parchi, in quanto sono sembrati essere esemplificativi del graduale, ma costante cambiamento di paradigma rispetto alle modalità istitutive delle aree protette. La presa di coscienza dell'importanza delle comunità locali, lo sviluppo di Convenzioni a tutela dei diritti delle popolazioni indigene ed in generale la struttura delle soft laws e delle hard laws gobali si sono rivelate fondamentali per rigettare, anche se non completamente , il †œmodello Yellowstone†� come modello unico per la conservazione in situ della biodiversità . La maggior attenzione a meccanismi partecipativi e di bottom up hanno fatto sviluppare diversi modelli di governance che uniti ad aree protette sempre pi๠permissive per ciಠche riguarda l'intervento antropico hanno indotto diversi studiosi a parlare di †œterritori di conservazione†�, riferendosi in tal modo al fatto che in alcune aree protette avrebbero potuto essere inclusi tutti i sottosistemi propri del territorio geografico. Nel Capitolo 3 si cerca di ordinare sistematicamente le diverse tipologie di territori di conservazione illustrando l'evoluzione dei sistemi di categorie creati dall'International Union for Conservation of Nature (IUCN), i modelli di governance pi๠utilizzati e la distribuzione delle diverse tipologie a livello mondiale. Insieme alla proliferazione dei territori di conservazione ਠmaturato, a livello mondiale, anche il concetto di sviluppo sostenibile (Capitolo 4) e ciಠha portato a prendere in considerazione alcuni tipi di aree protette come ideali laboratori per sperimentare la sostenibilità dello sviluppo. La difficoltà di tali tentativi risiede perಠnell'intrinseca contrapposizione tra ciಠche ਠconservazione e ciಠche ਠsviluppo economico. Si ਠanche cercato di considerare le ricadute delle aree protette rispetto alle diverse scale geografiche, nel Capitolo 5 sono state valutate le teorie del progetto neoliberista applicate alla natura, assumendo come punti fermi della mondializzazione neoliberista la deregulation e la re-regulation, si sono analizzate le potenzialità economiche del sistema di aree protette a livello globale e nazionale: i benefici economici dei servizi ecosistemici, puntano l'attenzione, a modo esemplificativo, sulle attività di biprospezione e sull'ecoturismo. A scala locale l'attenzione ਠstata puntata sui possibili collegamenti tra conservazione e sviluppo dati dalle iniziative di conservazione innovativa che puntano alla partecipazione delle comunità . Utilizzando lo schema metodologico suggerito da Nick Salafsky e Eva Wollemberg e ripreso da Katrina Brown, sono stati analizzati diversi progetti di conservazione comunitaria, mettendone in luce i punti di forza e di debolezza. Le aree protette hanno un diverso ruolo a seconda della scala di analisi. Una rete di aree protette completamente avulsa dalla possibilità di utilizzo antropico puà², in teoria, contribuire alla sostenibilità globale nella misura in cui essa tuteli in maniera significativa i diversi ecosistemi terrestri, ma la stessa rete, se analizzata a scala locale, non sarebbe certamente sostenibile in quanto non permetterebbe lo sviluppo economico e l'equità sociale delle popolazioni interessate. In conclusione, nella costruzione di un sistema globale di territori di conservazione interconnessi ਠnecessario partire soddisfacendo i bisogni e le legittime necessità di sviluppo delle popolazioni locali, in quanto, come ampiamente dimostrato in letteratura, le aree protette non sostenibili a livello locale, a lungo termine, non possono garantire che contribuiranno alla sostenibilità globale.I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14242/250263
URN:NBN:IT:UNITS-250263