Il decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231 ha introdotto la disciplina della c.d. responsabilità  amministrativa da reato degli enti e costituisce una delle pi๠importanti e profonde innovazioni del nostro sistema penale. Il lavoro, lontano dalla pretesa d'esser un commentario del decreto, ਠfocalizzato sugli articoli 6, 7 e 8 dello stesso, poichà© queste tre norme disciplinano il sistema di imputazione del reato all'ente e ne costituiscono il nucleo innovativo. Ciಠche rende dirompente la portata della disciplina introdotta nel 2001 à¨, infatti, l'introduzione di un nuovo soggetto di diritto all'interno del nostro sistema penale: l'ente. L'attenzione, dunque, ਠstata posta sul come a questo nuovo protagonista dell'illecito penale sia stata attribuita una responsabilità  che, al di là  dei nominalismi, fino al 2001 era riservata alla persona fisica. Ciಠal fine di comprendere se i criteri prescelti dal legislatore abbiano determinato un'integrazione di questo nuovo soggetto nel nostro ordinamento ovvero se sussistano delle problematiche di ordine dogmatico o relative alla prassi applicativa che ne impediscono il coordinamento con gli istituti propri del diritto penale. In altre parole, obiettivo del lavoro ਠcomprendere se la novella del 2001 abbia determinato la necessità  di ripensare agli istituti tradizionali del nostro diritto e ai principi che illuminano lo stesso ovvero se, al di là  delle perplessità  che ogni cambiamento porta con sà©, sia possibile trovare un posto per la responsabilità  da reato dell'ente all'interno del sistema penale cosଠcom'à¨. La prima parte della tesi ha carattere introduttivo ed ਠdedicata, premessa una riflessione circa le ragioni della †œcriminalizzazione†� delle persone giuridiche, all'analisi dell'ente quale soggetto di reato †œnel tempo e nello spazio†�. La responsabilità  da reato degli enti ਠstata presa in considerazione †œnel tempo†� nel senso che, in primo luogo, si ਠeffettuato un breve excursus storico relativo all'evolvere del pensiero giuridico in merito, per l'appunto, all'ente quale possibile destinatario del precetto penale. Ciಠal fine di comprendere quale sia la portata dell'introduzione di un principio di responsabilità  da reato delle persone giuridiche alla luce dell'evoluzione storica di un pensiero giuridico caratterizzato dal principio secondo cui societas delinquer e non potest. L†˜ente quale soggetto d'illecito penale ਠstato preso, poi, in considerazione nella sua dimensione †œspaziale†�. Il fenomeno della criminalità  d'impresa à¨, infatti, per sua natura †œinternazionale†�, sia nel senso che lo stesso si presenta in tutti gli stati economicamente sviluppati, sia in quanto ਠfrequente che si estenda oltre i confini di una singola nazione. Si ਠritenuto opportuno analizzare, seppur senza pretesa di esaustività , quali sono state le reazioni e le proposte di alcuni dei principali attori politici ed economici del nostro tempo a tale fenomeno, per comparare le varie alternative offerte dagli ordinamenti finalizzate ad accogliere (e sanzionare) questo nuovo soggetto di diritto. La seconda parte della tesi analizza le ragioni dello sgretolamento, all'interno del mondo occidentale, del principio in forza del quale societas delinquere non potest, funzionale ad introdurre la vexata quaestio circa la natura della responsabilità  da reato dell'ente, cosଠcome pensata dalla dottrina e dal legislatore italiano. Premessi questi doverosi rimandi alle questioni che possiamo considerare ormai †œclassiche†� quando si parla di decreto legislativo 231/2001 - principio d'irresponsabilità  penale degli enti, natura della responsabilità  delle persone giuridiche etc. †" la terza parte del lavoro s'incentra sulla compiuta analisi del criterio d'imputazione del fatto all'ente. Quest'ultimo ਠconnotato da una componente oggettiva, dato che l'ente non ਠresponsabile di tutti i reati che siano stati commessi dai suoi dipendenti od esponenti, ma solamente di quelli commessi †œnel suo interesse o vantaggio†� e da una componente soggettiva, di cui la c.d. †œcolpa in organizzazione†� ਠcardine. La prospettiva di osservazione ਠduplice: da un lato sono posti in rilievo i problemi di natura dogmatico-interpretativa sollevati dalla dottrina negli ultimi dodici anni, dall'altro, preso atto che un nuovo soggetto di diritto ਠentrato a far parte dell'ordinamento penale, si ਠcercato di analizzare le pronunce pi๠rilevanti della giurisprudenza in argomento. Ciಠal fine di valutare se la rivoluzione introdotta dal decreto sia stata fonte di dubbi e problemi applicativi e interpretativi anche a livello di prassi. L'analisi delle pronunce giurisprudenziali ਠstata trasversale: non si ਠcercato di comporre un quadro delle sentenze pi๠significative in ambito †œ231†�, quanto piuttosto di cogliere all'interno delle stesse ogni collegamento all'argomento che qui interessa: l'imputazione del reato all'ente. Attraverso le critiche della dottrina e l'analisi mirata delle pronunce giurisprudenziali, si giunge a verificare se il criterio d'imputazione del reato all'ente e, dunque, l'intero sistema della †œresponsabilità  amministrativa da reato dell'ente†�, nonostante l'antinomia della locuzione, non soltanto regga, ma si consolidi come nuovo pilastro dell'ordinamento penale stesso.

La responsabilità  da reato degli enti tra disciplina normativa e prassi applicativa

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2013

Abstract

Il decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231 ha introdotto la disciplina della c.d. responsabilità  amministrativa da reato degli enti e costituisce una delle pi๠importanti e profonde innovazioni del nostro sistema penale. Il lavoro, lontano dalla pretesa d'esser un commentario del decreto, ਠfocalizzato sugli articoli 6, 7 e 8 dello stesso, poichà© queste tre norme disciplinano il sistema di imputazione del reato all'ente e ne costituiscono il nucleo innovativo. Ciಠche rende dirompente la portata della disciplina introdotta nel 2001 à¨, infatti, l'introduzione di un nuovo soggetto di diritto all'interno del nostro sistema penale: l'ente. L'attenzione, dunque, ਠstata posta sul come a questo nuovo protagonista dell'illecito penale sia stata attribuita una responsabilità  che, al di là  dei nominalismi, fino al 2001 era riservata alla persona fisica. Ciಠal fine di comprendere se i criteri prescelti dal legislatore abbiano determinato un'integrazione di questo nuovo soggetto nel nostro ordinamento ovvero se sussistano delle problematiche di ordine dogmatico o relative alla prassi applicativa che ne impediscono il coordinamento con gli istituti propri del diritto penale. In altre parole, obiettivo del lavoro ਠcomprendere se la novella del 2001 abbia determinato la necessità  di ripensare agli istituti tradizionali del nostro diritto e ai principi che illuminano lo stesso ovvero se, al di là  delle perplessità  che ogni cambiamento porta con sà©, sia possibile trovare un posto per la responsabilità  da reato dell'ente all'interno del sistema penale cosଠcom'à¨. La prima parte della tesi ha carattere introduttivo ed ਠdedicata, premessa una riflessione circa le ragioni della †œcriminalizzazione†� delle persone giuridiche, all'analisi dell'ente quale soggetto di reato †œnel tempo e nello spazio†�. La responsabilità  da reato degli enti ਠstata presa in considerazione †œnel tempo†� nel senso che, in primo luogo, si ਠeffettuato un breve excursus storico relativo all'evolvere del pensiero giuridico in merito, per l'appunto, all'ente quale possibile destinatario del precetto penale. Ciಠal fine di comprendere quale sia la portata dell'introduzione di un principio di responsabilità  da reato delle persone giuridiche alla luce dell'evoluzione storica di un pensiero giuridico caratterizzato dal principio secondo cui societas delinquer e non potest. L†˜ente quale soggetto d'illecito penale ਠstato preso, poi, in considerazione nella sua dimensione †œspaziale†�. Il fenomeno della criminalità  d'impresa à¨, infatti, per sua natura †œinternazionale†�, sia nel senso che lo stesso si presenta in tutti gli stati economicamente sviluppati, sia in quanto ਠfrequente che si estenda oltre i confini di una singola nazione. Si ਠritenuto opportuno analizzare, seppur senza pretesa di esaustività , quali sono state le reazioni e le proposte di alcuni dei principali attori politici ed economici del nostro tempo a tale fenomeno, per comparare le varie alternative offerte dagli ordinamenti finalizzate ad accogliere (e sanzionare) questo nuovo soggetto di diritto. La seconda parte della tesi analizza le ragioni dello sgretolamento, all'interno del mondo occidentale, del principio in forza del quale societas delinquere non potest, funzionale ad introdurre la vexata quaestio circa la natura della responsabilità  da reato dell'ente, cosଠcome pensata dalla dottrina e dal legislatore italiano. Premessi questi doverosi rimandi alle questioni che possiamo considerare ormai †œclassiche†� quando si parla di decreto legislativo 231/2001 - principio d'irresponsabilità  penale degli enti, natura della responsabilità  delle persone giuridiche etc. †" la terza parte del lavoro s'incentra sulla compiuta analisi del criterio d'imputazione del fatto all'ente. Quest'ultimo ਠconnotato da una componente oggettiva, dato che l'ente non ਠresponsabile di tutti i reati che siano stati commessi dai suoi dipendenti od esponenti, ma solamente di quelli commessi †œnel suo interesse o vantaggio†� e da una componente soggettiva, di cui la c.d. †œcolpa in organizzazione†� ਠcardine. La prospettiva di osservazione ਠduplice: da un lato sono posti in rilievo i problemi di natura dogmatico-interpretativa sollevati dalla dottrina negli ultimi dodici anni, dall'altro, preso atto che un nuovo soggetto di diritto ਠentrato a far parte dell'ordinamento penale, si ਠcercato di analizzare le pronunce pi๠rilevanti della giurisprudenza in argomento. Ciಠal fine di valutare se la rivoluzione introdotta dal decreto sia stata fonte di dubbi e problemi applicativi e interpretativi anche a livello di prassi. L'analisi delle pronunce giurisprudenziali ਠstata trasversale: non si ਠcercato di comporre un quadro delle sentenze pi๠significative in ambito †œ231†�, quanto piuttosto di cogliere all'interno delle stesse ogni collegamento all'argomento che qui interessa: l'imputazione del reato all'ente. Attraverso le critiche della dottrina e l'analisi mirata delle pronunce giurisprudenziali, si giunge a verificare se il criterio d'imputazione del reato all'ente e, dunque, l'intero sistema della †œresponsabilità  amministrativa da reato dell'ente†�, nonostante l'antinomia della locuzione, non soltanto regga, ma si consolidi come nuovo pilastro dell'ordinamento penale stesso.
2013
it
enti
responsabilitàƒÂ  reato
SCIENZE PENALISTICHE
Università degli Studi di Trieste
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/251700
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNITS-251700