L'Arcipelago delle Falkland/Malvine ਠcomposto da due isole maggiori, dell'ampiezza del Trentino Alto Adige e da circa ottocento isolotti minori. Posto all'estremità inferiore del Continente Sudamericano e a circa 400 chilometri dalla costa patagonica, ਠuno dei pochi territori senza substrato culturale precolombiano di tutta l'area. Il clima ਠatlantico: a causa,del freddo vento antartico à©he perennemente soffia sull'Arcipelago, la vegetazione ਠcostituita da alte erbe con completa assenza di specie arboree. Avvistato dai Grandi navigatori europei durante le esplorazioni del XVI secolo, l'Arcipelago venne colonizzato soltanto verso metà del '700 dal francese de Bougainville, e da marinai - coloni provenienti da Saint Malà², da cui il nome Malouines, poi diventato Malvinas per gli spagnoli. L'insediamento, Port Louis, era sito nell'isola principale ed era composto da un forte e poche case di fango per i coloni. I consulenti del re di Francia avevano individuato per primi l'importanza geostrategica delle Isole, da utilizzare come base per la riparazione dei vascelli che avevano doppiato Capo Horn e per controllare il traffico marittimo in transito tra i due Oceani. La Corona di Spagna, preoccupata dalla presenza di una base francese cosଠvicina alle sue coste sudamericane, pretese l'immediata restituzione di ciಠche, richiamandosi al cinquecentesco Trattato di Tordesillas, era un suo territorio. La Francia cedette l'insediamento agli spagnoli, senza conflitto, ma chiedendo un risarcimento per le opere costruite. Nel frattempo anche l'Ammiragliato inglese aveva colto il valore strategico delle Isole, e ad insaputa degli spagnoli, aveva insediato un forte ed una piccola guarnigione, Port Egmont, sull'isola occidentale. Qualche anno dopo una nave inglese incrociಠuna nave spagnola nei pressi delle isole e la presenza degli inglesi venne scoperta. Una possente forza armata spagnola, proveniente da Buenos Aires, prese possesso dell'insediamento inglese ma soltanto la mediazione del re di Francia non fece sfociare in conflitto quella scaramuccia. Le Isole rimanevano spagnole e gli inglesi lasciarono il territorio. La gestione spagnola delle Isole si trasformಠben presto in abbandono del territorio e si dovette attendere il primo decennio del XIX secolo per l'arrivo di nuove comunità stanziali, eredi degli spagnoli, ormai ritiratisi dal continente Latinoamericano. La nuova Repubblica del Mar de la Plata prese possesso delle Isole inviandovi mandriani, contadini, pescatori e un piccolo contingente militare. In quegli anni la Gran Bretagna stava raggiungendo il suo apice come Potenza commerciale e coloniale e, in un'ottica di acquisizione dei territori prossimi ai punti di controllo delle rotte navali, le Isole Malvine rappresentavano tali caratteristiche. Il 4 gennaio 1833. la corvetta britannica HMS Clio sbarcಠi suoi Royal Marines che costrinsero alla resa la guarnigione argentina. Iniziava il periodo inglese delle Isole Falklands, cosଠchiamate dal nome di un Tesoriere della Royal Navy. Le proteste argentine per la spogliazione del loro territorio furono immediate, ma, per ragioni politiche, il Presidente argentino Rosas preferଠmantenere nei confronti degli inglesi un atteggiamento cauto. Le posizioni tra Argentina e Gran Bretagna erano fiorenti sugli aspetti della penetrazione economico-commerciale nel paese sudamericano mentre sull'argomento Falkland/Malvine rimasero su posizioni alterne, con periodi in cui da parte britannica si dichiarava il totale diniego sulla sovranità delle Isole, ad altri, come quando durante la seconda guerra mondiale sperava nell'intervento armato argentino al loro fianco, in cui si prospettavano aperture e possibilità di accordo. La controversia continuಠtra i giuristi dei due paesi fino agli anni sessanta. L'Argentina vantava diritti derivanti dal principio dell' "uti possidetis juris", principio largamente applicato tra gli Stati sorti delle colonie spagnole, in cui si prevedeva che il territorio coloniale della Corona di Spagna venisse riportato nei territori degli Stati neo costituiti ricalcando esattamente la precedente suddivisione regionale. La Gran Bretagna si opponeva rimarcando come gli spagnoli lo avessero abbandonato, una sorta di "res nullius", dal quale ogni pretesa di subentro in un diritto ereditato sarebbe stata infondata. Tale giustificazione appariva debole anche al Foreign Office e, negli anni successivi al secondo conflitto mondiale, la Gran Bretagna utilizzಠuna nuova forma giuridica integrata nel Diritto internazionale: la prescrizione acquisitiva od usucapione. Anche questa giustificazione serviva pi๠come alibi all'opinione pubblica britannica sull'usurpazione del 1833 che per ottenere un reale vantaggio giuridico sull'Argentina. Inoltre l'applicazione nel campo internazionale del principio di usucapione, tipico del Diritto privato, era stato oggetto delle critiche di illustri giuristi. Anche accettando tale principio su base internazionale, fondandosi esso essenzialmente sull'inerzia della controparte nella rivendicazione del territorio conteso, ciಠnon si prefigurava nello specifico caso, avendo l'Argentina espresso in ogni sede ed in ogni occasione le sue argomentazioni per ottenere la restituzione dell'Arcipelago. L'Argentina si rivolse all'Assemblea delle Nazioni Unite, sull'onda del grande dibattito che si stava sviluppando sulla decolonizzazione. L'ONU riconobbe le tesi argentine e con la Risoluzione 2065 del 1965 il caso delle Falkland/Malvine venne inquadrato in un contesto coloniale. La risposta britannica era fondata sulle stesse argomentazioni che le stesse Nazioni Unite avevano deliberato e pi๠precisamente Londra si richiamava al principio di autodeterminazione dei popoli, confidando nel pieno appoggio degli isolani, di etnia prevalentemente anglosassone. La disputa si pose quindi su due aspetti insormontabili e, sebbene le successive delibere dell'ONU dessero piena ragione alle tesi argentine, non potevano che auspicare una soluzione mediata tra le parti, non avendo alcun altro strumento per forzare il Regno Unito a restituire l'Arcipelago agli argentini. Le. trattative proseguirono in un contesto di parziale abbandono da parte britannica degli abitanti delle Isole, che producevano principalmente lana e che si rifornivano dei necessari materiali e mezzi dalle cittadine della vicina costa continentale sudamericana. La particolarità strategica dell'Arcipelago era stata confermata nel corso delle due guerre mondiali, in due episodi che videro l'annientamento della flotta germanica del Pacifico in rotta verso l'Europa nel 1914 e nel 1939 la caccia alla nave corsara tedesca GrafSpee, costretta all'autoaffondamento nei pressi delle acque neutrali uruguayane dalle navi inglesi partite dalle F alklands; anche durante la Guerra fredda le Isole diedero il loro contributo strategico quale base di controllo delle rotte meridionali della flotta sovietica e per la creazione di un sistema di blocco nel caso il Canale di Panama fosse stato interdetto all'utilizzo. Inoltre l'Arcipelago e le altre Dipendenze australi della Corona britannica permettevano, e permettono, la proiezione degli interessi inglesi sul continente antartico. Nei primi anni ottanta l'Argentina stava attraversando uno dei periodi pi๠difficili della sua storia, con una Junta militare al potere che, per contrastare la penetrazione marxista nel paese, utilizzಠmetodi repressivi culminati nel fenomeno dei desaparecidos. Quando la tensione raggiunse limiti ormai ingestibili dai militari, questi ricorsero al richiamo ali 'unità nazionale, invadendo le Isole contese. Già dagli anni cinquanta il Presidente Perà²n utilizzಠil tema delle Malvinas per ottenere il consenso popolare,' che venne inserito nei programmi scolastici e divulgato presso l'opinione pubblica argentina tramite i mass media. L'invasione argentina delle Malvinas ebbe l'effetto che i militari si attendevano ed anche le opposizioni pi๠radicali si dimostrarono a favore della dittatura militare.
L'ARCIPELAGO DELLE FALKLAND/MALVINE: UN PROBLEMA GEOPOLITICO E GEOSTRATEGICO
-
2015
Abstract
L'Arcipelago delle Falkland/Malvine ਠcomposto da due isole maggiori, dell'ampiezza del Trentino Alto Adige e da circa ottocento isolotti minori. Posto all'estremità inferiore del Continente Sudamericano e a circa 400 chilometri dalla costa patagonica, ਠuno dei pochi territori senza substrato culturale precolombiano di tutta l'area. Il clima ਠatlantico: a causa,del freddo vento antartico à©he perennemente soffia sull'Arcipelago, la vegetazione ਠcostituita da alte erbe con completa assenza di specie arboree. Avvistato dai Grandi navigatori europei durante le esplorazioni del XVI secolo, l'Arcipelago venne colonizzato soltanto verso metà del '700 dal francese de Bougainville, e da marinai - coloni provenienti da Saint Malà², da cui il nome Malouines, poi diventato Malvinas per gli spagnoli. L'insediamento, Port Louis, era sito nell'isola principale ed era composto da un forte e poche case di fango per i coloni. I consulenti del re di Francia avevano individuato per primi l'importanza geostrategica delle Isole, da utilizzare come base per la riparazione dei vascelli che avevano doppiato Capo Horn e per controllare il traffico marittimo in transito tra i due Oceani. La Corona di Spagna, preoccupata dalla presenza di una base francese cosଠvicina alle sue coste sudamericane, pretese l'immediata restituzione di ciಠche, richiamandosi al cinquecentesco Trattato di Tordesillas, era un suo territorio. La Francia cedette l'insediamento agli spagnoli, senza conflitto, ma chiedendo un risarcimento per le opere costruite. Nel frattempo anche l'Ammiragliato inglese aveva colto il valore strategico delle Isole, e ad insaputa degli spagnoli, aveva insediato un forte ed una piccola guarnigione, Port Egmont, sull'isola occidentale. Qualche anno dopo una nave inglese incrociಠuna nave spagnola nei pressi delle isole e la presenza degli inglesi venne scoperta. Una possente forza armata spagnola, proveniente da Buenos Aires, prese possesso dell'insediamento inglese ma soltanto la mediazione del re di Francia non fece sfociare in conflitto quella scaramuccia. Le Isole rimanevano spagnole e gli inglesi lasciarono il territorio. La gestione spagnola delle Isole si trasformಠben presto in abbandono del territorio e si dovette attendere il primo decennio del XIX secolo per l'arrivo di nuove comunità stanziali, eredi degli spagnoli, ormai ritiratisi dal continente Latinoamericano. La nuova Repubblica del Mar de la Plata prese possesso delle Isole inviandovi mandriani, contadini, pescatori e un piccolo contingente militare. In quegli anni la Gran Bretagna stava raggiungendo il suo apice come Potenza commerciale e coloniale e, in un'ottica di acquisizione dei territori prossimi ai punti di controllo delle rotte navali, le Isole Malvine rappresentavano tali caratteristiche. Il 4 gennaio 1833. la corvetta britannica HMS Clio sbarcಠi suoi Royal Marines che costrinsero alla resa la guarnigione argentina. Iniziava il periodo inglese delle Isole Falklands, cosଠchiamate dal nome di un Tesoriere della Royal Navy. Le proteste argentine per la spogliazione del loro territorio furono immediate, ma, per ragioni politiche, il Presidente argentino Rosas preferଠmantenere nei confronti degli inglesi un atteggiamento cauto. Le posizioni tra Argentina e Gran Bretagna erano fiorenti sugli aspetti della penetrazione economico-commerciale nel paese sudamericano mentre sull'argomento Falkland/Malvine rimasero su posizioni alterne, con periodi in cui da parte britannica si dichiarava il totale diniego sulla sovranità delle Isole, ad altri, come quando durante la seconda guerra mondiale sperava nell'intervento armato argentino al loro fianco, in cui si prospettavano aperture e possibilità di accordo. La controversia continuಠtra i giuristi dei due paesi fino agli anni sessanta. L'Argentina vantava diritti derivanti dal principio dell' "uti possidetis juris", principio largamente applicato tra gli Stati sorti delle colonie spagnole, in cui si prevedeva che il territorio coloniale della Corona di Spagna venisse riportato nei territori degli Stati neo costituiti ricalcando esattamente la precedente suddivisione regionale. La Gran Bretagna si opponeva rimarcando come gli spagnoli lo avessero abbandonato, una sorta di "res nullius", dal quale ogni pretesa di subentro in un diritto ereditato sarebbe stata infondata. Tale giustificazione appariva debole anche al Foreign Office e, negli anni successivi al secondo conflitto mondiale, la Gran Bretagna utilizzಠuna nuova forma giuridica integrata nel Diritto internazionale: la prescrizione acquisitiva od usucapione. Anche questa giustificazione serviva pi๠come alibi all'opinione pubblica britannica sull'usurpazione del 1833 che per ottenere un reale vantaggio giuridico sull'Argentina. Inoltre l'applicazione nel campo internazionale del principio di usucapione, tipico del Diritto privato, era stato oggetto delle critiche di illustri giuristi. Anche accettando tale principio su base internazionale, fondandosi esso essenzialmente sull'inerzia della controparte nella rivendicazione del territorio conteso, ciಠnon si prefigurava nello specifico caso, avendo l'Argentina espresso in ogni sede ed in ogni occasione le sue argomentazioni per ottenere la restituzione dell'Arcipelago. L'Argentina si rivolse all'Assemblea delle Nazioni Unite, sull'onda del grande dibattito che si stava sviluppando sulla decolonizzazione. L'ONU riconobbe le tesi argentine e con la Risoluzione 2065 del 1965 il caso delle Falkland/Malvine venne inquadrato in un contesto coloniale. La risposta britannica era fondata sulle stesse argomentazioni che le stesse Nazioni Unite avevano deliberato e pi๠precisamente Londra si richiamava al principio di autodeterminazione dei popoli, confidando nel pieno appoggio degli isolani, di etnia prevalentemente anglosassone. La disputa si pose quindi su due aspetti insormontabili e, sebbene le successive delibere dell'ONU dessero piena ragione alle tesi argentine, non potevano che auspicare una soluzione mediata tra le parti, non avendo alcun altro strumento per forzare il Regno Unito a restituire l'Arcipelago agli argentini. Le. trattative proseguirono in un contesto di parziale abbandono da parte britannica degli abitanti delle Isole, che producevano principalmente lana e che si rifornivano dei necessari materiali e mezzi dalle cittadine della vicina costa continentale sudamericana. La particolarità strategica dell'Arcipelago era stata confermata nel corso delle due guerre mondiali, in due episodi che videro l'annientamento della flotta germanica del Pacifico in rotta verso l'Europa nel 1914 e nel 1939 la caccia alla nave corsara tedesca GrafSpee, costretta all'autoaffondamento nei pressi delle acque neutrali uruguayane dalle navi inglesi partite dalle F alklands; anche durante la Guerra fredda le Isole diedero il loro contributo strategico quale base di controllo delle rotte meridionali della flotta sovietica e per la creazione di un sistema di blocco nel caso il Canale di Panama fosse stato interdetto all'utilizzo. Inoltre l'Arcipelago e le altre Dipendenze australi della Corona britannica permettevano, e permettono, la proiezione degli interessi inglesi sul continente antartico. Nei primi anni ottanta l'Argentina stava attraversando uno dei periodi pi๠difficili della sua storia, con una Junta militare al potere che, per contrastare la penetrazione marxista nel paese, utilizzಠmetodi repressivi culminati nel fenomeno dei desaparecidos. Quando la tensione raggiunse limiti ormai ingestibili dai militari, questi ricorsero al richiamo ali 'unità nazionale, invadendo le Isole contese. Già dagli anni cinquanta il Presidente Perà²n utilizzಠil tema delle Malvinas per ottenere il consenso popolare,' che venne inserito nei programmi scolastici e divulgato presso l'opinione pubblica argentina tramite i mass media. L'invasione argentina delle Malvinas ebbe l'effetto che i militari si attendevano ed anche le opposizioni pi๠radicali si dimostrarono a favore della dittatura militare.I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14242/252967
URN:NBN:IT:UNITS-252967