Il lavoro ripercorre le tappe dellࢠevoluzione della nozione di ࢠrifiutoࢠnella normativa, giurisprudenza e dottrina italiane, a partire dal suo ingresso nel nostro ordinamento con la disciplina tracciata dal diritto pretorio prima dellࢠintroduzione di una disciplina ad hoc, per proseguire con le definizioni contenute nel d.P.R. 915/1982 prima, nel decreto Ronchi poi, e infine nel codice ambientale del 2006, attraverso lࢠaggiornamento ad opera del d.lgs. n. 4 del 2008 e, da ultimo, del recentissimo d.lgs. 205/2010. Al contempo la ricostruzione storica si occupa di analizzare i rapporti tra la normativa interna e quella comunitaria: a tal fine viene presa in esame anche la legislazione europea, a partire dalla direttiva n. 442/1975/CEE fino allࢠultima direttiva n. 98/2008/CE. La portata della nozione di rifiuto, delimitando lࢠapplicazione di tutte le fattispecie penali di cui essa àƒ¨ elemento costitutivo, àƒ¨ stata oggetto di acceso dibattito per oltre un trentennio: lࢠimportanza del tema àƒ¨ rispecchiata dallࢠincredibile numero di pronunce di legittimitàƒÂ  che nel tempo si sono occupate della questione. La tesi, pertanto - e primariamente - analizza il susseguirsi delle modifiche normative e delle interpretazioni dottrinarie e giurisprudenziali della nozione di rifiuto, nonchàƒ©, ed in particolar modo, dei concetti contigui di sottoprodotto e materia prima secondaria, limiti esterni della prima. Lࢠanalisi àƒ¨ svolta con particolare attenzione ai numerosi interventi legislativi, alla giurisprudenza della Corte di Cassazione e della Corte di giustizia delle ComunitàƒÂ  europee, di cui si àƒ¨ tentato di delineare e ripercorrere le linee evolutive, avendo cura di correlare gli ambiti tra loro, e prestando particolare attenzione al rispetto della cronologia con cui interventi normativi ed interpretazioni giurisprudenziali si sono susseguiti nel tempo. Il lavoro, inoltre, cerca di inserire la tematica della nozione di rifiuto nel contesto del diritto penale ambientale. Sotto questo profilo prende in esame i principi alla base della politica europea in materia e il loro influsso, quali direttrici di politica legislativa, sullࢠapplicazione del diritto penale nazionale con specifico riferimento alla disciplina dei rifiuti. La tesi, in particolare, ritiene di individuare un legame fondamentale tra principio di precauzione, obiettivi di elevata tutela ambientale ed indeterminatezza della definizione di rifiuto, in certa misura necessitata dallࢠimpostazione adottata dalle istituzioni europee sulla materia. Da questa angolazione, lࢠevoluzione comunitaria della nozione di rifiuto àƒ¨ analizzata sotto la lente della progressiva relativizzazione dei suddetti principi e sul loro venire in bilanciamento con quelli contrapposti della praticabilitàƒÂ  economica, della fattibilitàƒÂ  tecnica e della protezione delle risorse, che ha condotto alla codificazione, anche in ambito europeo, della definizione di sottoprodotto, e ad un complessivo avvicinamento tra direttiva quadro sui rifiuti ed istanze provenienti dal legislatore nazionale. Nel ripercorrere lࢠevoluzione della portata della nozione di rifiuto, il lavoro ha cercato comunque di non limitarsi al problema esegetico, prendendo le mosse dalle questioni sollevate dalla formulazione della definizione, per evidenziare e approfondire i nodi problematici da esse messi in luce. In particolare, la tesi affronta le questioni sollevate dalࢠindeterminatezza della nozione di rifiuto con riferimento al principio di tassativitàƒÂ ; indaga i riflessi sul processo penale del sistema definitorio di ispirazione comunitaria; si occupa dei rapporti tra fonti nazionali ed europee e tra giurisdizione nazionale ed europea. Per questa via la tesi individua e cerca di analizzare le tensioni create nel sistema di garanzie del nostro ordinamento dalle istanze di tutela provenienti dalla ComunitàƒÂ  europea, segnatamente in materia ambientale. Sotto questࢠultimo profilo, risulta di particolare interesse il contrasto tra normativa nazionale ed europea avviato dallࢠinterpretazione autentica di rifiuto di cui alࢠart. 14 d.l. 138/02: la ricognizione delle reazioni di dottrina e giurisprudenza allࢠiniziativa del legislatore nazionale consente di interrogarsi sui limiti di soggezione del legislatore italiano a quello europeo e sui percorsi istituzionalmente corretti per far valere la preminenza del diritto comunitario non autoapplicativo, segnatamente quando questo possa avere ricadute in malam partem in materia penale. Da questo punto di vista, rivestono grande interesse le questioni di legittimitàƒÂ  costituzionale sollevate dai giudici di legittimitàƒÂ  e di merito per contrasto della normativa nazionale con quella comunitaria e, da ultimo, la posizione adottata dalla Consulta con la sentenza n. 28 del 2010.

L'evoluzione della nozione di rifiuto e i suoi riflessi penali

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2011

Abstract

Il lavoro ripercorre le tappe dellࢠevoluzione della nozione di ࢠrifiutoࢠnella normativa, giurisprudenza e dottrina italiane, a partire dal suo ingresso nel nostro ordinamento con la disciplina tracciata dal diritto pretorio prima dellࢠintroduzione di una disciplina ad hoc, per proseguire con le definizioni contenute nel d.P.R. 915/1982 prima, nel decreto Ronchi poi, e infine nel codice ambientale del 2006, attraverso lࢠaggiornamento ad opera del d.lgs. n. 4 del 2008 e, da ultimo, del recentissimo d.lgs. 205/2010. Al contempo la ricostruzione storica si occupa di analizzare i rapporti tra la normativa interna e quella comunitaria: a tal fine viene presa in esame anche la legislazione europea, a partire dalla direttiva n. 442/1975/CEE fino allࢠultima direttiva n. 98/2008/CE. La portata della nozione di rifiuto, delimitando lࢠapplicazione di tutte le fattispecie penali di cui essa àƒ¨ elemento costitutivo, àƒ¨ stata oggetto di acceso dibattito per oltre un trentennio: lࢠimportanza del tema àƒ¨ rispecchiata dallࢠincredibile numero di pronunce di legittimitàƒÂ  che nel tempo si sono occupate della questione. La tesi, pertanto - e primariamente - analizza il susseguirsi delle modifiche normative e delle interpretazioni dottrinarie e giurisprudenziali della nozione di rifiuto, nonchàƒ©, ed in particolar modo, dei concetti contigui di sottoprodotto e materia prima secondaria, limiti esterni della prima. Lࢠanalisi àƒ¨ svolta con particolare attenzione ai numerosi interventi legislativi, alla giurisprudenza della Corte di Cassazione e della Corte di giustizia delle ComunitàƒÂ  europee, di cui si àƒ¨ tentato di delineare e ripercorrere le linee evolutive, avendo cura di correlare gli ambiti tra loro, e prestando particolare attenzione al rispetto della cronologia con cui interventi normativi ed interpretazioni giurisprudenziali si sono susseguiti nel tempo. Il lavoro, inoltre, cerca di inserire la tematica della nozione di rifiuto nel contesto del diritto penale ambientale. Sotto questo profilo prende in esame i principi alla base della politica europea in materia e il loro influsso, quali direttrici di politica legislativa, sullࢠapplicazione del diritto penale nazionale con specifico riferimento alla disciplina dei rifiuti. La tesi, in particolare, ritiene di individuare un legame fondamentale tra principio di precauzione, obiettivi di elevata tutela ambientale ed indeterminatezza della definizione di rifiuto, in certa misura necessitata dallࢠimpostazione adottata dalle istituzioni europee sulla materia. Da questa angolazione, lࢠevoluzione comunitaria della nozione di rifiuto àƒ¨ analizzata sotto la lente della progressiva relativizzazione dei suddetti principi e sul loro venire in bilanciamento con quelli contrapposti della praticabilitàƒÂ  economica, della fattibilitàƒÂ  tecnica e della protezione delle risorse, che ha condotto alla codificazione, anche in ambito europeo, della definizione di sottoprodotto, e ad un complessivo avvicinamento tra direttiva quadro sui rifiuti ed istanze provenienti dal legislatore nazionale. Nel ripercorrere lࢠevoluzione della portata della nozione di rifiuto, il lavoro ha cercato comunque di non limitarsi al problema esegetico, prendendo le mosse dalle questioni sollevate dalla formulazione della definizione, per evidenziare e approfondire i nodi problematici da esse messi in luce. In particolare, la tesi affronta le questioni sollevate dalࢠindeterminatezza della nozione di rifiuto con riferimento al principio di tassativitàƒÂ ; indaga i riflessi sul processo penale del sistema definitorio di ispirazione comunitaria; si occupa dei rapporti tra fonti nazionali ed europee e tra giurisdizione nazionale ed europea. Per questa via la tesi individua e cerca di analizzare le tensioni create nel sistema di garanzie del nostro ordinamento dalle istanze di tutela provenienti dalla ComunitàƒÂ  europea, segnatamente in materia ambientale. Sotto questࢠultimo profilo, risulta di particolare interesse il contrasto tra normativa nazionale ed europea avviato dallࢠinterpretazione autentica di rifiuto di cui alࢠart. 14 d.l. 138/02: la ricognizione delle reazioni di dottrina e giurisprudenza allࢠiniziativa del legislatore nazionale consente di interrogarsi sui limiti di soggezione del legislatore italiano a quello europeo e sui percorsi istituzionalmente corretti per far valere la preminenza del diritto comunitario non autoapplicativo, segnatamente quando questo possa avere ricadute in malam partem in materia penale. Da questo punto di vista, rivestono grande interesse le questioni di legittimitàƒÂ  costituzionale sollevate dai giudici di legittimitàƒÂ  e di merito per contrasto della normativa nazionale con quella comunitaria e, da ultimo, la posizione adottata dalla Consulta con la sentenza n. 28 del 2010.
2011
it
Diritto penale dell'ambiente
Nozione di rifiuto
SCIENZE PENALISTICHE
Tutela dell'ambiente in ambito comunitario
Università degli Studi di Trieste
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/253057
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNITS-253057