La tesi esplora e analizza problematicamente un insieme vasto ed eterogeneo di scritture afferenti a quel fenomeno che viene correntemente definito †œletteratura italiana della migrazione†�, etichetta adottata per indicare quella produzione i/le cui autori/trici, pur scegliendo come lingua di espressione l'italiano, non hanno (di solito) questo come lingua madre e sono inoltre variamente determinati/e nelle loro pratiche di scrittura dall'esperienza dell'emigrazione/immigrazione. Il percorso proposto si articola in tre tappe. Nella prima parte, intitolata Contesti, uno degli obiettivi ਠquello di ripensare la nascita della produzione letteraria degli/delle immigrati/e alla luce del contesto sociale, politico e culturale dell'Italia degli ultimi decenni. La posta in gioco della questione †œimmigrazione†� percepita e rappresentata progressivamente nei termini di un'urgenza nazionale fa sଠche si metta moto intorno a essa un †œdispositivo†� discorsivo, da intendersi in senso foucaultiano, all'interno del quale giocano un ruolo cruciale i rappresentanti delle istituzioni, gli operatori dell'informazione e gli specialisti nelle sedi del discorso giuridico, massmediatico e scientifico. Si forniscono inoltre le coordinate necessarie per comprendere, da un lato, l'estensione del fenomeno in questi vent'anni e, dall'altro, tutti i problemi relativi alla circoscrizione del corpus, per la definizione del quale ਠnecessario guardare al rapporto tra produzione, ricezione e circolazione e al funzionamento della piccola e grande editoria italiana. La seconda parte di questa ricerca, intitolata Teorie, esprime la necessità  di fare il punto sulla situazione attuale degli studi, dalle prime proposte di lettura del fenomeno elaborate all'inizio degli anni Novanta fino a oggi. Innanzitutto si intende mettere in luce la progettualità  che accompagna lo sviluppo e la promozione di questa letteratura. Si propone inoltre un'analisi decostruttiva delle teorie che sono state messe in campo per parlare di questa produzione. La critica negli anni ha sperimentato diversi approcci e denominazioni. Si ਠparlato per esempio di letteratura nascente, emergente, italofona, minore, creola, ibrida, meticcia, interculturale, multiculturale, postcoloniale, afroitaliana, eccentrica, nomade, della migrazione, migrante, dell'immigrazione, ecc. Ciascuna categora implica paradigmi diversi che vengono analizzati nel corso della ricerca, valutandone la portata, il senso dei loro limiti e gli effetti di (auto)legittimazione che da essi la critica ricava per autorizzare contemporaneamente se stessa e il proprio campo di studi. Questa prospettiva metacritica si conclude con una proposta di lettura trasversale alle diverse etichette e ai diversi approcci presentati attraverso le nozioni di World Literature e di †œimpegno†�. La terza parte, intitolata Percorsi di lettura, cerca di far interagire tra loro numerosi racconti e narrazioni della migrazione approdando implicitamente a un canone di riferimento, tramite una chiave di lettura incentrata sulle diverse forme e strategie di rappresentazione di sà© in questa letteratura che pare essere pervasivamente connotata da pratiche (auto)biografiche o †œeterobiografiche†�. Il termine (auto)biografia deve essere inteso non tanto come genere letterario consacrato nella tradizione letteraria occidentale ma come un complesso di tecniche di (auto)-rappresentazione del soggetto all'interno di forme e di generi letterari diversi, come un insieme variegato di pratiche attraverso le quali i soggetti (†œmigranti†�) tentano di accedere alla possibilità  di †œdare conto di s੆�. Attraverso numerose analisi testuali, si dimostra che l'accesso alla †œvoce†� di chi per definizione sembra escluso dal discorso pubblico non ਠesente da contraddizioni ed equivoci e il †œdiscorso autobiografico†�, considerato sia in sede di produzione sia in quella della ricezione indotta dai paratesti, rappresenta una sorta di cartina al tornasole per farli affiorare. àˆ tuttavia possibile rintracciare in alcuni testi la messa in scena parodica delle griglie di pensiero e delle cornici attraverso cui si costruisce l'io autobiografico e la narrazione di sà©. Ed ਠproprio per mostrare le pratiche di resistenza sperimentate da alcuni/e autori/trici che gli ultimi tre paragrafi si concentrano sulla mise en rà©cit della scena interlocutoria all'interno di alcuni testi, letta attraverso le questioni del nome proprio, della stigmatizzazione e delle pratiche traduttive.

Narrazioni contese. Pratiche e dispositivi di (auto)rappresentazione nelle scritture italiane della migrazione

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2011

Abstract

La tesi esplora e analizza problematicamente un insieme vasto ed eterogeneo di scritture afferenti a quel fenomeno che viene correntemente definito †œletteratura italiana della migrazione†�, etichetta adottata per indicare quella produzione i/le cui autori/trici, pur scegliendo come lingua di espressione l'italiano, non hanno (di solito) questo come lingua madre e sono inoltre variamente determinati/e nelle loro pratiche di scrittura dall'esperienza dell'emigrazione/immigrazione. Il percorso proposto si articola in tre tappe. Nella prima parte, intitolata Contesti, uno degli obiettivi ਠquello di ripensare la nascita della produzione letteraria degli/delle immigrati/e alla luce del contesto sociale, politico e culturale dell'Italia degli ultimi decenni. La posta in gioco della questione †œimmigrazione†� percepita e rappresentata progressivamente nei termini di un'urgenza nazionale fa sଠche si metta moto intorno a essa un †œdispositivo†� discorsivo, da intendersi in senso foucaultiano, all'interno del quale giocano un ruolo cruciale i rappresentanti delle istituzioni, gli operatori dell'informazione e gli specialisti nelle sedi del discorso giuridico, massmediatico e scientifico. Si forniscono inoltre le coordinate necessarie per comprendere, da un lato, l'estensione del fenomeno in questi vent'anni e, dall'altro, tutti i problemi relativi alla circoscrizione del corpus, per la definizione del quale ਠnecessario guardare al rapporto tra produzione, ricezione e circolazione e al funzionamento della piccola e grande editoria italiana. La seconda parte di questa ricerca, intitolata Teorie, esprime la necessità  di fare il punto sulla situazione attuale degli studi, dalle prime proposte di lettura del fenomeno elaborate all'inizio degli anni Novanta fino a oggi. Innanzitutto si intende mettere in luce la progettualità  che accompagna lo sviluppo e la promozione di questa letteratura. Si propone inoltre un'analisi decostruttiva delle teorie che sono state messe in campo per parlare di questa produzione. La critica negli anni ha sperimentato diversi approcci e denominazioni. Si ਠparlato per esempio di letteratura nascente, emergente, italofona, minore, creola, ibrida, meticcia, interculturale, multiculturale, postcoloniale, afroitaliana, eccentrica, nomade, della migrazione, migrante, dell'immigrazione, ecc. Ciascuna categora implica paradigmi diversi che vengono analizzati nel corso della ricerca, valutandone la portata, il senso dei loro limiti e gli effetti di (auto)legittimazione che da essi la critica ricava per autorizzare contemporaneamente se stessa e il proprio campo di studi. Questa prospettiva metacritica si conclude con una proposta di lettura trasversale alle diverse etichette e ai diversi approcci presentati attraverso le nozioni di World Literature e di †œimpegno†�. La terza parte, intitolata Percorsi di lettura, cerca di far interagire tra loro numerosi racconti e narrazioni della migrazione approdando implicitamente a un canone di riferimento, tramite una chiave di lettura incentrata sulle diverse forme e strategie di rappresentazione di sà© in questa letteratura che pare essere pervasivamente connotata da pratiche (auto)biografiche o †œeterobiografiche†�. Il termine (auto)biografia deve essere inteso non tanto come genere letterario consacrato nella tradizione letteraria occidentale ma come un complesso di tecniche di (auto)-rappresentazione del soggetto all'interno di forme e di generi letterari diversi, come un insieme variegato di pratiche attraverso le quali i soggetti (†œmigranti†�) tentano di accedere alla possibilità  di †œdare conto di s੆�. Attraverso numerose analisi testuali, si dimostra che l'accesso alla †œvoce†� di chi per definizione sembra escluso dal discorso pubblico non ਠesente da contraddizioni ed equivoci e il †œdiscorso autobiografico†�, considerato sia in sede di produzione sia in quella della ricezione indotta dai paratesti, rappresenta una sorta di cartina al tornasole per farli affiorare. àˆ tuttavia possibile rintracciare in alcuni testi la messa in scena parodica delle griglie di pensiero e delle cornici attraverso cui si costruisce l'io autobiografico e la narrazione di sà©. Ed ਠproprio per mostrare le pratiche di resistenza sperimentate da alcuni/e autori/trici che gli ultimi tre paragrafi si concentrano sulla mise en rà©cit della scena interlocutoria all'interno di alcuni testi, letta attraverso le questioni del nome proprio, della stigmatizzazione e delle pratiche traduttive.
2011
it
autobiografia
cultural studies
letteratura della migrazione
narrazione
SCUOLA DI DOTTORATO DI RICERCA IN SCIENZE UMANISTICHE
traduzione
Università degli Studi di Trieste
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/266561
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNITS-266561