La maggior parte delle specie animali ਠcapace di recuperare l'orientamento dopo essere stata passivamente disorientata e lo fa utilizzando le informazioni provenienti dall'ambiente, informazioni che possono essere di tipo geometrico (come per esempio la forma di una superficie contornata da margini) o di tipo non-geometrico come per esempio punti di riferimento †"landmark- o, in una stanza, il colore diverso di una parete. Nel nostro lavoro abbiamo indagato la capacità  di riorientamento di bambini a partire dai 6 anni. Il compito consisteva nel trovare, dopo essere stati disorientati, un oggetto che i bambini avevano visto nascondere in prossimità  di un angolo di una stanza rettangolare (in prossimità  di ogni angolo era presente una struttura che fingeva da nascondiglio) nella quale una parete aveva un colore diverso dalle altre. Abbiamo cercato di capire come venissero utilizzate le informazioni geometriche e non-geometriche quando queste venivano messe in conflitto tra loro (affine transformation). Per fare cià², il colore diverso della parete veniva cambiato (passando dal lato lungo a quello corto o viceversa) tra la fase di addestramento, nella quale il soggetto vedeva dove veniva nascosto l'oggetto da cercare, e la fase di ricerca, nella quale l'oggetto doveva essere ritrovato. La nostra ricerca si ਠarticolata in pi๠fasi. In un primo momento abbiamo pensato di riprodurre gli esperimenti presenti in letteratura e indicativi di un utilizzo pi๠consistente delle informazioni geometriche negli ambienti piccoli rispetto a quelli grandi. A differenza da quanto riportato in letteratura non abbiamo trovato differenze tra la stanza grande e quella piccola: in entrambe i bambini prediligono le informazioni geometriche. Successivamente abbiamo impegnato i bambini nel medesimo compito ma in stanze con caratteristiche diverse. Abbiamo utilizzato stanze nelle quali il nascondiglio aveva dimensioni dimezzate rispetto alle stanze precedenti, oppure non era presente, e stanze nelle quali abbiamo diminuito il rapporto tra le lunghezze dei lati lungo e corto (stanze che abbiamo chiamato †œquasi-quadrate†�). Tra le diverse tipologie di stanza ਠstata calcolata un'analisi della varianza che ha messo in luce che la forma (e non la dimensione) della stanza e la presenza o assenza dei nascondigli sono le due variabili che condizionano maggiormente le scelte dei soggetti. In particolare, i bambini prediligono le informazioni geometriche quando non sono presenti i nascondigli e quando le stanze sono †œquasi-quadrate†�. Dai nostri dati emerge che i bambini sono in grado di utilizzare tutte le informazioni a disposizione. Il prediligere un tipo piuttosto che l'altro dipende dalle caratteristiche dell'ambiente e probabilmente dalla stima di quanto una determinata informazione ਠaffidabile per recuperare l'orientamento. La teoria della combinazione adattativa ਠquella che sembra spiegare meglio i risultati che abbiamo trovato.

Strategie di riorientamento nei bambini: uno studio in stanze grandi e piccole e in ambienti virtuali.

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2014

Abstract

La maggior parte delle specie animali ਠcapace di recuperare l'orientamento dopo essere stata passivamente disorientata e lo fa utilizzando le informazioni provenienti dall'ambiente, informazioni che possono essere di tipo geometrico (come per esempio la forma di una superficie contornata da margini) o di tipo non-geometrico come per esempio punti di riferimento †"landmark- o, in una stanza, il colore diverso di una parete. Nel nostro lavoro abbiamo indagato la capacità  di riorientamento di bambini a partire dai 6 anni. Il compito consisteva nel trovare, dopo essere stati disorientati, un oggetto che i bambini avevano visto nascondere in prossimità  di un angolo di una stanza rettangolare (in prossimità  di ogni angolo era presente una struttura che fingeva da nascondiglio) nella quale una parete aveva un colore diverso dalle altre. Abbiamo cercato di capire come venissero utilizzate le informazioni geometriche e non-geometriche quando queste venivano messe in conflitto tra loro (affine transformation). Per fare cià², il colore diverso della parete veniva cambiato (passando dal lato lungo a quello corto o viceversa) tra la fase di addestramento, nella quale il soggetto vedeva dove veniva nascosto l'oggetto da cercare, e la fase di ricerca, nella quale l'oggetto doveva essere ritrovato. La nostra ricerca si ਠarticolata in pi๠fasi. In un primo momento abbiamo pensato di riprodurre gli esperimenti presenti in letteratura e indicativi di un utilizzo pi๠consistente delle informazioni geometriche negli ambienti piccoli rispetto a quelli grandi. A differenza da quanto riportato in letteratura non abbiamo trovato differenze tra la stanza grande e quella piccola: in entrambe i bambini prediligono le informazioni geometriche. Successivamente abbiamo impegnato i bambini nel medesimo compito ma in stanze con caratteristiche diverse. Abbiamo utilizzato stanze nelle quali il nascondiglio aveva dimensioni dimezzate rispetto alle stanze precedenti, oppure non era presente, e stanze nelle quali abbiamo diminuito il rapporto tra le lunghezze dei lati lungo e corto (stanze che abbiamo chiamato †œquasi-quadrate†�). Tra le diverse tipologie di stanza ਠstata calcolata un'analisi della varianza che ha messo in luce che la forma (e non la dimensione) della stanza e la presenza o assenza dei nascondigli sono le due variabili che condizionano maggiormente le scelte dei soggetti. In particolare, i bambini prediligono le informazioni geometriche quando non sono presenti i nascondigli e quando le stanze sono †œquasi-quadrate†�. Dai nostri dati emerge che i bambini sono in grado di utilizzare tutte le informazioni a disposizione. Il prediligere un tipo piuttosto che l'altro dipende dalle caratteristiche dell'ambiente e probabilmente dalla stima di quanto una determinata informazione ਠaffidabile per recuperare l'orientamento. La teoria della combinazione adattativa ਠquella che sembra spiegare meglio i risultati che abbiamo trovato.
2014
it
bambini
cognizione spaziale;
dimensione dell'ambiente
modulo geometrico
realtà  virtuale
SCUOLA DI DOTTORATO DI RICERCA IN NEUROSCIENZE E SCIENZE COGNITIVE - indirizzo PSICOLOGIA
Università degli Studi di Trieste
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/266721
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNITS-266721