In questo elaborato viene presentato un percorso di ricerca in cui ci siamo posti l'obiettivo di andare a studiare come la presentazione di un modello acustico, rappresentativo di una determinata funzione fisiologica (nello specifico riferito al battito cardiaco o alla frequenza respiratoria) possa influenzare il sistema di autoregolazione dell'individuo a cui viene presentato andando ad agire da rinforzo. In questo percorso abbiamo sviluppato parallelamente due linee di ricerca: con la prima siamo andati ad indagare l'effetto dell'utilizzo del biofeedback cardiaco di secondo ordine sui parametri cardiaci e la differenza nella percezione del proprio battito cardiaco nelle persone con diagnosi di disturbo di panico. Con la seconda, invece, abbiamo condotto degli studi per indagare l'effetto dell'utilizzo del biofeedback respiratorio di secondo ordine sulla standardizzazione degli atti respiratori, mettendolo a confronto con un biofeedback di secondo ordine con tracce di natura artificiale e con un compito cognitivo. Dalle prime ricerche ਠemerso che le persone con diagnosi di disturbo di panico mostrano una miglior percezione del loro battito cardiaco sia in termini di precisione che di accuratezza, ovvero riescono con maggior facilità  a riconoscere una traccia acustica rappresentativa della loro frequenza cardiaca. Nel secondo filone di ricerca, mediante l'utilizzo del biofeedback di secondo ordine, abbiamo messo a confronto suoni naturali rappresentativi della frequenza respiratoria del soggetto con suoni artificiali (ascendenti †"inspirazione- e discendenti †"espirazione-) basati sui suoi parametri fisiologici. I risultati mettono in evidenza come solo mediante l'utilizzo dei suoni naturali vi sia una riduzione della variabilità  respiratoria e quindi una standardizzazione del respiro. Allo stesso modo la condizione che utilizza i suoni naturali ਠstata messa a confronto con una condizione in cui ਠstato chiesto al soggetto di svolgere un compito cognitivo di controllo del respiro, essendo questa una delle strategie che pi๠spesso viene insegnata per raggiungere uno stato di rilassamento; anche in questo caso perà², il biofeedback respiratorio di secondo ordine ਠrisultato pi๠efficace nella standardizzazione dell'attività  respiratoria del soggetto. Le ricerche presentate hanno dimostrato che quando le tracce somministrate al partecipante vengono costruite sulla base di un suono naturale della funzione fisiologica da studiare, il soggetto puಠriconoscere la traccia presentata come self-related e come appartenente alla propria esperienza percettiva. Essendo la componente ritmica una caratteristica dei sistemi di autoregolazione, questi possono essere influenzati dalla traccia acustica presentata. In considerazione di quanto sopra possiamo dunque ipotizzare che l'utilizzo di una traccia acustica riesca influenzare le risposte fisiologiche del soggetto. Concludendo, si puಠaffermare che ਠpossibile migliorare la propria autoregolazione fisiologica senza alcun tipo di training poichà© la tecnica presentata in questo elaborato non richiede nessun tipo di insegnamento nà© di monitoraggio online.

Il biofeedback di secondo ordine per la regolazione del battito cardiaco e del respiro

-
2014

Abstract

In questo elaborato viene presentato un percorso di ricerca in cui ci siamo posti l'obiettivo di andare a studiare come la presentazione di un modello acustico, rappresentativo di una determinata funzione fisiologica (nello specifico riferito al battito cardiaco o alla frequenza respiratoria) possa influenzare il sistema di autoregolazione dell'individuo a cui viene presentato andando ad agire da rinforzo. In questo percorso abbiamo sviluppato parallelamente due linee di ricerca: con la prima siamo andati ad indagare l'effetto dell'utilizzo del biofeedback cardiaco di secondo ordine sui parametri cardiaci e la differenza nella percezione del proprio battito cardiaco nelle persone con diagnosi di disturbo di panico. Con la seconda, invece, abbiamo condotto degli studi per indagare l'effetto dell'utilizzo del biofeedback respiratorio di secondo ordine sulla standardizzazione degli atti respiratori, mettendolo a confronto con un biofeedback di secondo ordine con tracce di natura artificiale e con un compito cognitivo. Dalle prime ricerche ਠemerso che le persone con diagnosi di disturbo di panico mostrano una miglior percezione del loro battito cardiaco sia in termini di precisione che di accuratezza, ovvero riescono con maggior facilità  a riconoscere una traccia acustica rappresentativa della loro frequenza cardiaca. Nel secondo filone di ricerca, mediante l'utilizzo del biofeedback di secondo ordine, abbiamo messo a confronto suoni naturali rappresentativi della frequenza respiratoria del soggetto con suoni artificiali (ascendenti †"inspirazione- e discendenti †"espirazione-) basati sui suoi parametri fisiologici. I risultati mettono in evidenza come solo mediante l'utilizzo dei suoni naturali vi sia una riduzione della variabilità  respiratoria e quindi una standardizzazione del respiro. Allo stesso modo la condizione che utilizza i suoni naturali ਠstata messa a confronto con una condizione in cui ਠstato chiesto al soggetto di svolgere un compito cognitivo di controllo del respiro, essendo questa una delle strategie che pi๠spesso viene insegnata per raggiungere uno stato di rilassamento; anche in questo caso perà², il biofeedback respiratorio di secondo ordine ਠrisultato pi๠efficace nella standardizzazione dell'attività  respiratoria del soggetto. Le ricerche presentate hanno dimostrato che quando le tracce somministrate al partecipante vengono costruite sulla base di un suono naturale della funzione fisiologica da studiare, il soggetto puಠriconoscere la traccia presentata come self-related e come appartenente alla propria esperienza percettiva. Essendo la componente ritmica una caratteristica dei sistemi di autoregolazione, questi possono essere influenzati dalla traccia acustica presentata. In considerazione di quanto sopra possiamo dunque ipotizzare che l'utilizzo di una traccia acustica riesca influenzare le risposte fisiologiche del soggetto. Concludendo, si puಠaffermare che ਠpossibile migliorare la propria autoregolazione fisiologica senza alcun tipo di training poichà© la tecnica presentata in questo elaborato non richiede nessun tipo di insegnamento nà© di monitoraggio online.
2014
it
Biofeedback; respiro; battito; autoregolazione
SCUOLA DI DOTTORATO DI RICERCA IN NEUROSCIENZE E SCIENZE COGNITIVE - indirizzo PSICOLOGIA
Università degli Studi di Trieste
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/266725
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNITS-266725