Studiare la costruzione del ࢠpotere popolareࢠda parte del nascente regime comunista jugoslavo in una realtàƒÂ  complessa come quella istriana, nel periodo che va dal 1945 al 1953, àƒ¨ la finalitàƒÂ  della ricerca che viene qui presentata. Per far ciàƒ², lࢠattenzione viene rivolta al complesso dei cambiamenti politici, sociali ed economici introdotti nellࢠarea istriana con il passaggio allࢠamministrazione jugoslava, che coincise con lࢠinstaurazione e lࢠorganizzazione di un nuovo potere politico e civile. Si àƒ¨ preferito quindi evitare una ricostruzione particolareggiata dellࢠinstaurazione del regime comunista in Istria e in Croazia/Jugoslavia, per concentrarsi piuttosto sullࢠesame di alcuni importanti centri del potere jugoslavo allo scopo di coglierne le caratteristiche principali e di proporre un quadro dࢠassieme circa la politica attuata nei confronti della popolazione istriana, sia quella italiana che quella croata, nel periodo compreso fra il 1945 e il 1953. Quattro sono i capitoli che compongono lࢠelaborato finale. Il primo capitolo, "La presa del potere" analizza i capisaldi del nuovo sistema comunista jugoslavo e del potere popolare, ovvero le strutture informative, quelle militari e giudiziarie nella regione istriana. Il periodo ottobre 1943 - maggio 1945, che corrisponde al periodo della guerra effettiva in Istria e dellࢠoccupazione tedesca, viene trattato in questo capitolo, in riferimento allࢠorigine e allo sviluppo delle strutture militari, informative e giudiziarie, specie per quanto concerne lo sviluppo e gli obiettivi della resistenza croata e italiana sul territorio istriano, il programma di liberazione nazionale croata-slovena e gli atti di annessione dellࢠIstria alla Jugoslavia, cosàƒ¬ come il programma di rivoluzione jugoslava con la violenza degli infoibamenti da parte del MPL jugoslavo e lࢠistituzione dei comitati popolari di liberazione, visti quali nuovi organismi del potere popolare. Il secondo capitolo, "Il nuovo ordine", prende in esame la struttura che rappresentàƒ² il vero centro del potere nel sistema jugoslavo, ovvero il partito comunista croato. Dopo aver delineato il ruolo del PCC in Istria e in Croazia, viene rappresentata la sua organizzazione e la struttura sociale e nazionale della classe politica a livello distrettuale e regionale nel periodo 1945-48. Allࢠinterno della politica del Fronte popolare, sono presi in esame i rapporti che il partito comunista sviluppàƒ² nel dopoguerra con i principali gruppi di alleanza, vale a dire i con i narodnjaci, il basso clero croato e quella che dopo lࢠannessione diventàƒ² minoranza italiana. Nel terzo capitolo, dal titolo "Lࢠorganizzazione del potere civile", vengono innanzitutto tracciati i principi di costruzione del potere popolare e i suoi organi rappresentativi i quali, alla base della scala territoriale-amministrativa, erano costituiti dai comitati popolari. Tuttavia, si evidenzia come la reale influenza politica fosse concentrata nelle organizzazioni politiche e nei loro organi dirigenti, dove le decisioni venivano prese allࢠinterno delle organizzazioni medesime e, attraverso diversi organi di ࢠtrasmissioneࢠ, venivano poi riportate agli organi statali e allࢠamministrazione statale. Si passa poi sinteticamente a spiegare lࢠorigine e lo sviluppo dei comitati popolari nella regione istriana, la legge e le sue diverse integrazioni che li regolarono. Ne viene evidenziato il ruolo di strumenti esecutivi della politica del partito comunista, risultando sin dallࢠinizio subordinati alla volontàƒÂ  e agli indirizzi del partito. E proprio attraverso le elezioni di tali organi del potere locale, che in Istria si tennero nel 1945, nel 1949, nel 1950 e nel 1952, il partito profuse il massimo sforzo per raggiungere il controllo e la maggioranza nella loro composizione politica. Nellࢠambito dellࢠoperato delle nuove autoritàƒÂ  popolari regionali, si osserva lࢠelasticitàƒÂ  dei confini tra interventi politici e amministrativi, evidenziando il potere dࢠintervento del Comitato regionale del PCC, che aveva lࢠautoritàƒÂ  di bloccare e di censurare qualsiasi provvedimento operativo attuato dal massimo organo popolare istriano, il CPL regionale, che non fosse in linea con i principi e con i tatticismi del partito. In questo senso, si discute anche quanto il rapporto gerarchico tra istituzioni politiche e amministrative si riflettesse sulle persone che ricoprivano tali funzioni e, soprattutto, sulle modalitàƒÂ  di attuazione delle misure a livello periferico. Lࢠaccentramento del processo decisionale a Zagabria, rispettivamente a Belgrado, assieme alla rigida imposizione dallࢠalto come metodo di lavoro, rappresentarono alcuni dei motivi che portarono a giudizi negativi da parte dei fori superiori allࢠistanze politiche inferiori (regionale, distrettuale, cittadino). Nellࢠambito delle nuove autoritàƒÂ  popolari regionali, viene evidenziata la figura di Duà...¡an Dimini?, uno dei primi dirigenti ad essere ritirato dallࢠIstria, prima dello scioglimento delle strutture regionali del partito e di quelle popolari (1947) e che, per le sue posizioni politiche vicine a ?ilas, fu espulso dal partito agli inizi degli anni Cinquanta. Il quarto capitolo, "Consolidamento e omologazione politica e nazionale (1948-1953)", sviluppa il periodo della vera e propria fase di consolidamento del nuovo potere, quando lࢠIstria divenne territorio jugoslavo a tutti gli effetti, con lࢠintroduzione di tutte le leggi jugoslave, comprese quelle repubblicane e federali. A livello politico-istituzionale, tale fase fu segnata dallo scioglimento della struttura regionale del partito e di quella politico-amministrativa precedente, per unire amministrativamente e politicamente il territorio istriano alla regione di Fiume e del Litorale croato. Era questo il segnale evidente di un processo di inclusione dellࢠIstria alla Croazia/Jugoslavia e di omologazione politica e nazionale, con la creazione di un nuovo centro politico ed economico di riferimento per lࢠIstria (Fiume), nonchàƒ© la costituzione di un Ministero per i territori neoliberati a livello federale, che aveva il compito di gestire tale processo. Lࢠistituzione ebbe anche il compito di progettare nuove direttrici dࢠintervento dello stato ed una serie di misure di breve e lungo periodo, per ricostruire un sistema economico in grado di assicurare uno standard di vita soddisfacente alla popolazione contadina, dal momento che agli occhi delle autoritàƒÂ  regionali le pessime condizioni di vita rappresentavano il fattore scatenante che aveva portato la popolazione istriana a fuggire clandestinamente dalla penisola e a richiedere lࢠopzione per la cittadinanza italiana. Il ricorso alla mobilitazione forzata della manodopera, sia per il lavoro nelle miniere dellࢠArsia, che per la costruzione della ferrovia Lupogliano-Stallie, con il prelievo della popolazione anche da parte della polizia, produsse un rifiuto e un netto distacco della popolazione nei confronti delle autoritàƒÂ  e del partito, non soltanto nelle cittadine lungo la costa, ma anche e soprattutto nelle zone interne, ritenute dalle autoritàƒÂ  espressamente croate, come nei distretti di Pinguente e di Pisino. Lࢠorgano esecutivo del Ministero (Direzione generale), che aveva sede a Volosca, svolse un ruolo di coordinamento tra il governo repubblicano/federale e i comitati popolari di base anche in fatto di opzioni per la cittadinanza italiana. Gli eventi piàƒ¹ importanti di tale periodo furono infatti la rottura della Jugoslavia con il Cominform e la massa delle opzioni a favore della cittadinanza italiana. Il quarto capitolo esamina le durissime reazioni della autoritàƒÂ  popolari nei confronti di questi due contemporanei fenomeni: reazioni che colpirono le varie componenti nazionali residenti sul territorio, ma le cui conseguenze negative risultarono evidenti soprattutto nei confronti di quella italiana. Strettamente connesso alle opzioni respinte fu il fenomeno delle fughe clandestine, che si manifestàƒ² via mare, in particolare dalle isole del Quarnero, ma di frequente anche via terra.

Il "potere popolare" in Istria (1945-1953)

-
2015

Abstract

Studiare la costruzione del ࢠpotere popolareࢠda parte del nascente regime comunista jugoslavo in una realtàƒÂ  complessa come quella istriana, nel periodo che va dal 1945 al 1953, àƒ¨ la finalitàƒÂ  della ricerca che viene qui presentata. Per far ciàƒ², lࢠattenzione viene rivolta al complesso dei cambiamenti politici, sociali ed economici introdotti nellࢠarea istriana con il passaggio allࢠamministrazione jugoslava, che coincise con lࢠinstaurazione e lࢠorganizzazione di un nuovo potere politico e civile. Si àƒ¨ preferito quindi evitare una ricostruzione particolareggiata dellࢠinstaurazione del regime comunista in Istria e in Croazia/Jugoslavia, per concentrarsi piuttosto sullࢠesame di alcuni importanti centri del potere jugoslavo allo scopo di coglierne le caratteristiche principali e di proporre un quadro dࢠassieme circa la politica attuata nei confronti della popolazione istriana, sia quella italiana che quella croata, nel periodo compreso fra il 1945 e il 1953. Quattro sono i capitoli che compongono lࢠelaborato finale. Il primo capitolo, "La presa del potere" analizza i capisaldi del nuovo sistema comunista jugoslavo e del potere popolare, ovvero le strutture informative, quelle militari e giudiziarie nella regione istriana. Il periodo ottobre 1943 - maggio 1945, che corrisponde al periodo della guerra effettiva in Istria e dellࢠoccupazione tedesca, viene trattato in questo capitolo, in riferimento allࢠorigine e allo sviluppo delle strutture militari, informative e giudiziarie, specie per quanto concerne lo sviluppo e gli obiettivi della resistenza croata e italiana sul territorio istriano, il programma di liberazione nazionale croata-slovena e gli atti di annessione dellࢠIstria alla Jugoslavia, cosàƒ¬ come il programma di rivoluzione jugoslava con la violenza degli infoibamenti da parte del MPL jugoslavo e lࢠistituzione dei comitati popolari di liberazione, visti quali nuovi organismi del potere popolare. Il secondo capitolo, "Il nuovo ordine", prende in esame la struttura che rappresentàƒ² il vero centro del potere nel sistema jugoslavo, ovvero il partito comunista croato. Dopo aver delineato il ruolo del PCC in Istria e in Croazia, viene rappresentata la sua organizzazione e la struttura sociale e nazionale della classe politica a livello distrettuale e regionale nel periodo 1945-48. Allࢠinterno della politica del Fronte popolare, sono presi in esame i rapporti che il partito comunista sviluppàƒ² nel dopoguerra con i principali gruppi di alleanza, vale a dire i con i narodnjaci, il basso clero croato e quella che dopo lࢠannessione diventàƒ² minoranza italiana. Nel terzo capitolo, dal titolo "Lࢠorganizzazione del potere civile", vengono innanzitutto tracciati i principi di costruzione del potere popolare e i suoi organi rappresentativi i quali, alla base della scala territoriale-amministrativa, erano costituiti dai comitati popolari. Tuttavia, si evidenzia come la reale influenza politica fosse concentrata nelle organizzazioni politiche e nei loro organi dirigenti, dove le decisioni venivano prese allࢠinterno delle organizzazioni medesime e, attraverso diversi organi di ࢠtrasmissioneࢠ, venivano poi riportate agli organi statali e allࢠamministrazione statale. Si passa poi sinteticamente a spiegare lࢠorigine e lo sviluppo dei comitati popolari nella regione istriana, la legge e le sue diverse integrazioni che li regolarono. Ne viene evidenziato il ruolo di strumenti esecutivi della politica del partito comunista, risultando sin dallࢠinizio subordinati alla volontàƒÂ  e agli indirizzi del partito. E proprio attraverso le elezioni di tali organi del potere locale, che in Istria si tennero nel 1945, nel 1949, nel 1950 e nel 1952, il partito profuse il massimo sforzo per raggiungere il controllo e la maggioranza nella loro composizione politica. Nellࢠambito dellࢠoperato delle nuove autoritàƒÂ  popolari regionali, si osserva lࢠelasticitàƒÂ  dei confini tra interventi politici e amministrativi, evidenziando il potere dࢠintervento del Comitato regionale del PCC, che aveva lࢠautoritàƒÂ  di bloccare e di censurare qualsiasi provvedimento operativo attuato dal massimo organo popolare istriano, il CPL regionale, che non fosse in linea con i principi e con i tatticismi del partito. In questo senso, si discute anche quanto il rapporto gerarchico tra istituzioni politiche e amministrative si riflettesse sulle persone che ricoprivano tali funzioni e, soprattutto, sulle modalitàƒÂ  di attuazione delle misure a livello periferico. Lࢠaccentramento del processo decisionale a Zagabria, rispettivamente a Belgrado, assieme alla rigida imposizione dallࢠalto come metodo di lavoro, rappresentarono alcuni dei motivi che portarono a giudizi negativi da parte dei fori superiori allࢠistanze politiche inferiori (regionale, distrettuale, cittadino). Nellࢠambito delle nuove autoritàƒÂ  popolari regionali, viene evidenziata la figura di Duà...¡an Dimini?, uno dei primi dirigenti ad essere ritirato dallࢠIstria, prima dello scioglimento delle strutture regionali del partito e di quelle popolari (1947) e che, per le sue posizioni politiche vicine a ?ilas, fu espulso dal partito agli inizi degli anni Cinquanta. Il quarto capitolo, "Consolidamento e omologazione politica e nazionale (1948-1953)", sviluppa il periodo della vera e propria fase di consolidamento del nuovo potere, quando lࢠIstria divenne territorio jugoslavo a tutti gli effetti, con lࢠintroduzione di tutte le leggi jugoslave, comprese quelle repubblicane e federali. A livello politico-istituzionale, tale fase fu segnata dallo scioglimento della struttura regionale del partito e di quella politico-amministrativa precedente, per unire amministrativamente e politicamente il territorio istriano alla regione di Fiume e del Litorale croato. Era questo il segnale evidente di un processo di inclusione dellࢠIstria alla Croazia/Jugoslavia e di omologazione politica e nazionale, con la creazione di un nuovo centro politico ed economico di riferimento per lࢠIstria (Fiume), nonchàƒ© la costituzione di un Ministero per i territori neoliberati a livello federale, che aveva il compito di gestire tale processo. Lࢠistituzione ebbe anche il compito di progettare nuove direttrici dࢠintervento dello stato ed una serie di misure di breve e lungo periodo, per ricostruire un sistema economico in grado di assicurare uno standard di vita soddisfacente alla popolazione contadina, dal momento che agli occhi delle autoritàƒÂ  regionali le pessime condizioni di vita rappresentavano il fattore scatenante che aveva portato la popolazione istriana a fuggire clandestinamente dalla penisola e a richiedere lࢠopzione per la cittadinanza italiana. Il ricorso alla mobilitazione forzata della manodopera, sia per il lavoro nelle miniere dellࢠArsia, che per la costruzione della ferrovia Lupogliano-Stallie, con il prelievo della popolazione anche da parte della polizia, produsse un rifiuto e un netto distacco della popolazione nei confronti delle autoritàƒÂ  e del partito, non soltanto nelle cittadine lungo la costa, ma anche e soprattutto nelle zone interne, ritenute dalle autoritàƒÂ  espressamente croate, come nei distretti di Pinguente e di Pisino. Lࢠorgano esecutivo del Ministero (Direzione generale), che aveva sede a Volosca, svolse un ruolo di coordinamento tra il governo repubblicano/federale e i comitati popolari di base anche in fatto di opzioni per la cittadinanza italiana. Gli eventi piàƒ¹ importanti di tale periodo furono infatti la rottura della Jugoslavia con il Cominform e la massa delle opzioni a favore della cittadinanza italiana. Il quarto capitolo esamina le durissime reazioni della autoritàƒÂ  popolari nei confronti di questi due contemporanei fenomeni: reazioni che colpirono le varie componenti nazionali residenti sul territorio, ma le cui conseguenze negative risultarono evidenti soprattutto nei confronti di quella italiana. Strettamente connesso alle opzioni respinte fu il fenomeno delle fughe clandestine, che si manifestàƒ² via mare, in particolare dalle isole del Quarnero, ma di frequente anche via terra.
2015
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Istria
Jugoslavia
minoranze etniche
SCUOLA DI DOTTORATO DI RICERCA IN SCIENZE UMANISTICHE - indirizzo STORICO E STORICO ARTISTICO
Università degli Studi di Trieste
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/266825
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNITS-266825