«Da una lettura complessiva del d.lgs. n. 164 del 2000 (e cioਠdel provvedimento con il quale ha preso compiutamente avvio il processo di liberalizzazione del mercato italiano del gas naturale) sembra potersi ricavare che, nel sistema del d.lgs. medesimo, le varie fasi che precedono la vendita (di gas) rappresentano segmenti di attività  meramente strumentali e funzionali a rendere possibile lo svolgimento in concorrenza della vendita stessa». Cosଠaffermavano, a pochi mesi dall'entrata in vigore del cd. decreto Letta, il Prof. Giuseppe Caia ed il Prof. Stefano Colombari al Convegno nazionale organizzato dal CISDEN (Centro Italiano di Studi di Diritto dell'Energia): Problemi attuali del diritto dell'energia: gas e onde elettromagnetiche, tenutosi in Roma il 27 ottobre 2000 presso l'UNIDROIT. Da tale affermazione si evince chiaramente la strumentalità  delle attività  a monte della filiera rispetto all'attività  pi๠a valle della stessa. Tra tali attività , peraltro, particolare importanza assumono il trasporto e la distribuzione. Il gas naturale che viene estratto dai giacimenti italiani e stranieri, infatti, per poter giungere alle nostre case, deve necessariamente transitare all'interno di gasdotti ad alta e bassa pressione. Le attività  che vengono esercitate per il tramite delle infrastrutture di rete, quindi, sono strumentali anche allo svolgimento di altre attività  della filiera, e cioਠdella produzione e dell'importazione. Tali infrastrutture, come ਠnoto, vengono annoverate tra i cd. monopoli naturali. Ragioni tecniche, oltre che ambientali, infatti, ne sconsigliano la duplicazione. Alla luce di queste brevi considerazioni si comprende già  la ragione che ha spinto il legislatore della liberalizzazione a dettare una disciplina particolare per le attività  di trasporto e distribuzione del gas. Se, infatti, le infrastrutture di rete sono strumentalmente necessarie all'esercizio di un'attività  economica, l'impossibilità  di accedere a tali infrastrutture impedisce lo svolgimento dell'attività . Se, poi, si tratta di un'attività  liberalizzata (come la vendita, ma anche la produzione e l'importazione), ਠnecessario che l'infrastruttura venga gestita in maniera neutrale. Una gestione che tenda a favorire alcuni operatori economici rispetto ad altri, infatti, impedisce lo sviluppo della concorrenza nel mercato in cui tali soggetti operano. Il legislatore della liberalizzazione, quindi, dettando una disciplina particolare per le attività  di trasporto e distribuzione del gas naturale, ha perseguito due obiettivi: quello di permettere lo svolgimento delle attività  liberalizzate e quello di garantire un'effettiva competizione nei relativi mercati. Nel corso del presente lavoro si ਠcercato di verificare se tali obiettivi sono stati effettivamente raggiunti.

La disciplina giuridica del trasporto e della distribuzione del gas naturale: profili pubblicistici

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2011

Abstract

«Da una lettura complessiva del d.lgs. n. 164 del 2000 (e cioਠdel provvedimento con il quale ha preso compiutamente avvio il processo di liberalizzazione del mercato italiano del gas naturale) sembra potersi ricavare che, nel sistema del d.lgs. medesimo, le varie fasi che precedono la vendita (di gas) rappresentano segmenti di attività  meramente strumentali e funzionali a rendere possibile lo svolgimento in concorrenza della vendita stessa». Cosଠaffermavano, a pochi mesi dall'entrata in vigore del cd. decreto Letta, il Prof. Giuseppe Caia ed il Prof. Stefano Colombari al Convegno nazionale organizzato dal CISDEN (Centro Italiano di Studi di Diritto dell'Energia): Problemi attuali del diritto dell'energia: gas e onde elettromagnetiche, tenutosi in Roma il 27 ottobre 2000 presso l'UNIDROIT. Da tale affermazione si evince chiaramente la strumentalità  delle attività  a monte della filiera rispetto all'attività  pi๠a valle della stessa. Tra tali attività , peraltro, particolare importanza assumono il trasporto e la distribuzione. Il gas naturale che viene estratto dai giacimenti italiani e stranieri, infatti, per poter giungere alle nostre case, deve necessariamente transitare all'interno di gasdotti ad alta e bassa pressione. Le attività  che vengono esercitate per il tramite delle infrastrutture di rete, quindi, sono strumentali anche allo svolgimento di altre attività  della filiera, e cioਠdella produzione e dell'importazione. Tali infrastrutture, come ਠnoto, vengono annoverate tra i cd. monopoli naturali. Ragioni tecniche, oltre che ambientali, infatti, ne sconsigliano la duplicazione. Alla luce di queste brevi considerazioni si comprende già  la ragione che ha spinto il legislatore della liberalizzazione a dettare una disciplina particolare per le attività  di trasporto e distribuzione del gas. Se, infatti, le infrastrutture di rete sono strumentalmente necessarie all'esercizio di un'attività  economica, l'impossibilità  di accedere a tali infrastrutture impedisce lo svolgimento dell'attività . Se, poi, si tratta di un'attività  liberalizzata (come la vendita, ma anche la produzione e l'importazione), ਠnecessario che l'infrastruttura venga gestita in maniera neutrale. Una gestione che tenda a favorire alcuni operatori economici rispetto ad altri, infatti, impedisce lo sviluppo della concorrenza nel mercato in cui tali soggetti operano. Il legislatore della liberalizzazione, quindi, dettando una disciplina particolare per le attività  di trasporto e distribuzione del gas naturale, ha perseguito due obiettivi: quello di permettere lo svolgimento delle attività  liberalizzate e quello di garantire un'effettiva competizione nei relativi mercati. Nel corso del presente lavoro si ਠcercato di verificare se tali obiettivi sono stati effettivamente raggiunti.
2011
it
accesso dei terzi alle reti
DIRITTO ED ECONOMIA DEI BENI E DELLE FONTI DI ENERGIA
distribuzione
gas naturale
trasporto
unbundling
Università degli Studi di Trieste
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/269512
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNITS-269512