La presente ricerca puಠesser contestualizzata all'interno del dibattito sui contenuti della disciplina di servizio sociale, sia perchà© si colloca in continuità con un precedente lavoro di ricerca, dai cui risultati sono emersi i testi esaminati (i testi adottati in almeno dieci sedi accademiche italiane nell'ambito degli insegnamenti di servizio sociale nell'anno accademico 2007/08), sia perchà© assume come oggetto i contenuti della disciplina o, meglio, quei contenuti disciplinari che vengono diffusi attraverso i testi esaminati. L'oggetto, quindi, fa riferimento alla trasmissione di quella specifica conoscenza legata al ruolo (Berger e Luckmann, 1969) e ne considera una parte, quella legata alla trasmissione attraverso la pubblicistica di settore che ha trovato diffusione negli insegnamenti di servizio sociale, in almeno dieci sedi accademiche italiane, nel solo anno 2007/08. La specificazione rispetto ai testi esaminati consente di escludere che essi possano costituire un campione rappresentativo (come tipico del metodo di ricerca) rispetto alla letteratura di settore e, al tempo stesso, permette di sottolineare come i loro contenuti, in virt๠dell'adozione in ambito accademico, risultino maggiormente diffusi rispetto a contenuti di altri testi, la cui adozione negli insegnamenti di servizio sociale ਠpi๠limitata. Un'ulteriore specificazione riguarda la processualità che ha caratterizzato la ricerca, processualità che viene ripresa attraverso una successione di interrogativi. Un primo interrogativo di questa ricerca interessa i contenuti dei testi e costituisce una sorta di avvicinamento agli stessi. àˆ questa una prima fase esplorativa, di carattere generale, che permette di evidenziare alcune caratteristiche dei testi riconducibili sostanzialmente all'eterogeneità . Diverso, infatti, ਠil livello e l'oggetto di analisi (riferito, in generale, alla disciplina, o a modelli teorico-operativi, o a strumenti, o a valori e principi), diversa ਠl'esplicitazione dei riferimenti teorici all'interno dei testi e gli orientamenti all'interno degli stessi (orientamenti che si richiamano a uno o pi๠approcci teorici), diversa ਠla previsione dei destinatari (studenti e/o professionisti), come pure diverso ਠil collegamento con la pratica professionale. Una tale eterogeneità ha portato a escludere la possibilità di procedere a una comparazione per †˜scuole di pensiero' e, stanti gli importanti limiti, alla classificazione dei concetti (Marradi, 2007) e a orientare l'attenzione verso il linguaggio e la comunità linguistica. Sollecitata anche dalla ricerca di Fargion (2002), quest'attenzione assume un orientamento pragmatico (†œil significato della parola ਠil suo uso nel linguaggio†� § 43, Wittgenstein, 1953) e ipotizza che la costruzione del sapere sia legata a microprocessi (giochi linguistici) interni alla comunità di servizio sociale e che i testi, considerati come discorsi oggettivati (Jedlowski, 2000), possano render atto degli orientamenti della †˜comunità di pensiero'. Un secondo interrogativo che emerge da una seconda analisi dei testi e dai riferimenti teorici guarda alla possibilità di rinvenire, nei testi, delle tematiche comuni, meritevoli di approfondimento. Si individuano, cosà¬, degli interessi teorici collegati a contenuti trasversali ai testi esaminati, ossia: la centralità della persona e dei riferimenti valoriali; l'importanza del metodo, quale requisito di scientificità ; l'intervento nella relazione uomo-ambiente (tratto comune di tutte le definizioni di servizio sociale); l'importanza della relazione. Un terzo interrogativo, strettamente collegato al precedente, ਠrappresentato dall'ipotesi che questi contenuti siano collegabili a termini-chiave, il cui uso da parte degli autori di servizio sociale consente di evidenziare alcuni aspetti significativi della disciplina, quali: il rapporto tra teoria e pratica, l'oggetto della disciplina e alcuni orientamenti teorici in essa presenti. Sono stati, quindi, individuati i seguenti termini-chiave: valori, metodo, persona, organizzazione, comunità , complessità , relazione e mediazione. Se l'analisi ha portato a estrapolare gli usi di questi termini-chiave nei testi, la stesura di questo testo, li ha ricontestualizzati, collocandoli entro un †˜discorso tra testi', costruito principalmente sulla base di quanto emerge dalla pubblicistica di settore. Un primo esito di questo lavoro ਠrappresentato, quindi, proprio dal testo, in quanto ricostruisce, senza pretesa di completezza, il pensiero del servizio sociale attraverso una sorta di dialogo, mediato dai testi, tra gli autori di servizio sociale. Un dialogo che si ਠsottolineato, in alcuni passaggi, attraverso una pluralità di citazioni, indicative di una sorta di convergenza degli autori di servizio sociale rispetto ai temi in questione. Il percorso che ricostruisce la storia del servizio sociale sottolinea l'importante rapporto che, fin dalle origini, il servizio sociale intrattiene con il sistema socio-politico dell'epoca †˜moderna' e l'urgenza di legittimarsi (e legittimare lo Stato-nazione) a livello scientifico. Ed ਠproprio attraverso la ricostruzione storica che viene messo in evidenza lo spazio intermedio occupato dal servizio sociale, tema che ritorna nel corso del lavoro. Uno spazio, enfatizzato dal termine crocevia (di relazioni, di mandati) che conferisce al servizio sociale una natura ambigua. Se la pluralità di mandati (sociale, istituzionale, professionale) pone il servizio sociale in una posizione ambivalente, tale ambivalenza non puಠessere risolta mediante una †œregolamentazione dall'alto†� (Elias, 2010) spetta, infatti, a chi si trova nella situazione ambivalente, ossia al servizio sociale, di risolverla. Emerge, cosà¬, in questo contesto, il tema della complessità che sembra costituire il filo conduttore dell'intero lavoro. La complessità giace, secondo Morin, proprio nella †œcombinazione individuo/società con i suoi disordini e le sue incertezze, nell'ambiguità permanente della loro complementarietà , della loro concorrenza e, al limite, del loro antagonismo†� (Morin, 1974). La stessa complessità , peraltro, consente di guardare in modo diverso al sapere scientifico, di superare i confini delle diverse discipline, di istituire discipline che interconnettono le conoscenze. E non a caso il servizio sociale, che fatica a definirsi entro i canoni della scienza positiva e delle antinomie tra positivismo e interpretativismo, guarda con interesse ai riferimenti teorici che assumono la complessità (Bhaskar, 2010; Morin, 2007) e a quelle concezioni di progresso scientifico (Laudan, 1979) che maggiormente possono render conto di quel sapere sedimentato, storicamente cumulato che caratterizza la disciplina. Permangono, tuttavia, le questioni cruciali che interessano la produzione del sapere, il rapporto tra teoria e pratica e i contenuti su cui si concentra la disciplina. Nella pubblicistica esaminata ਠpossibile rinvenire alcuni elementi che contribuiscono a caratterizzare la disciplina e il rapporto teoria-prassi: a) la vocazione operativa, piuttosto che speculativa, della conoscenza; b) la circolarità che caratterizza la metodologia (prassi †" teoria †" prassi) propria delle scienze sociali (Dal Pra Ponticelli, 1985, 2005), la costruzione dei modelli teorico-operativi (teoria per la pratica e teoria della pratica) e lo stesso processo di aiuto; c) l'unitarietà del metodo, che supera le distinzioni in base ai diversi contesti operativi e ai diversi interlocutori, propria della tradizione anglosassone, e diviene fattore di identificazione per la comunità professionale; d) la natura composita del sapere, capace di coniugare †œesperienza e ragione†� (Bhaskar, 2010): un sapere che si avvale tanto degli apporti teorici, quanto di saperi esperienziali, provenienti da una pluralità di fonti (i concetti teorici, l'esperienza degli operatori, l'esperienza degli utenti dei servizi), quanto, ancora, di saperi che non sempre riescono a essere esplicitati (conoscenza tacita).
L'oggetto del servizio sociale. Valori, teorie e pratiche componenti la disciplina
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2012
Abstract
La presente ricerca puಠesser contestualizzata all'interno del dibattito sui contenuti della disciplina di servizio sociale, sia perchà© si colloca in continuità con un precedente lavoro di ricerca, dai cui risultati sono emersi i testi esaminati (i testi adottati in almeno dieci sedi accademiche italiane nell'ambito degli insegnamenti di servizio sociale nell'anno accademico 2007/08), sia perchà© assume come oggetto i contenuti della disciplina o, meglio, quei contenuti disciplinari che vengono diffusi attraverso i testi esaminati. L'oggetto, quindi, fa riferimento alla trasmissione di quella specifica conoscenza legata al ruolo (Berger e Luckmann, 1969) e ne considera una parte, quella legata alla trasmissione attraverso la pubblicistica di settore che ha trovato diffusione negli insegnamenti di servizio sociale, in almeno dieci sedi accademiche italiane, nel solo anno 2007/08. La specificazione rispetto ai testi esaminati consente di escludere che essi possano costituire un campione rappresentativo (come tipico del metodo di ricerca) rispetto alla letteratura di settore e, al tempo stesso, permette di sottolineare come i loro contenuti, in virt๠dell'adozione in ambito accademico, risultino maggiormente diffusi rispetto a contenuti di altri testi, la cui adozione negli insegnamenti di servizio sociale ਠpi๠limitata. Un'ulteriore specificazione riguarda la processualità che ha caratterizzato la ricerca, processualità che viene ripresa attraverso una successione di interrogativi. Un primo interrogativo di questa ricerca interessa i contenuti dei testi e costituisce una sorta di avvicinamento agli stessi. àˆ questa una prima fase esplorativa, di carattere generale, che permette di evidenziare alcune caratteristiche dei testi riconducibili sostanzialmente all'eterogeneità . Diverso, infatti, ਠil livello e l'oggetto di analisi (riferito, in generale, alla disciplina, o a modelli teorico-operativi, o a strumenti, o a valori e principi), diversa ਠl'esplicitazione dei riferimenti teorici all'interno dei testi e gli orientamenti all'interno degli stessi (orientamenti che si richiamano a uno o pi๠approcci teorici), diversa ਠla previsione dei destinatari (studenti e/o professionisti), come pure diverso ਠil collegamento con la pratica professionale. Una tale eterogeneità ha portato a escludere la possibilità di procedere a una comparazione per †˜scuole di pensiero' e, stanti gli importanti limiti, alla classificazione dei concetti (Marradi, 2007) e a orientare l'attenzione verso il linguaggio e la comunità linguistica. Sollecitata anche dalla ricerca di Fargion (2002), quest'attenzione assume un orientamento pragmatico (†œil significato della parola ਠil suo uso nel linguaggio†� § 43, Wittgenstein, 1953) e ipotizza che la costruzione del sapere sia legata a microprocessi (giochi linguistici) interni alla comunità di servizio sociale e che i testi, considerati come discorsi oggettivati (Jedlowski, 2000), possano render atto degli orientamenti della †˜comunità di pensiero'. Un secondo interrogativo che emerge da una seconda analisi dei testi e dai riferimenti teorici guarda alla possibilità di rinvenire, nei testi, delle tematiche comuni, meritevoli di approfondimento. Si individuano, cosà¬, degli interessi teorici collegati a contenuti trasversali ai testi esaminati, ossia: la centralità della persona e dei riferimenti valoriali; l'importanza del metodo, quale requisito di scientificità ; l'intervento nella relazione uomo-ambiente (tratto comune di tutte le definizioni di servizio sociale); l'importanza della relazione. Un terzo interrogativo, strettamente collegato al precedente, ਠrappresentato dall'ipotesi che questi contenuti siano collegabili a termini-chiave, il cui uso da parte degli autori di servizio sociale consente di evidenziare alcuni aspetti significativi della disciplina, quali: il rapporto tra teoria e pratica, l'oggetto della disciplina e alcuni orientamenti teorici in essa presenti. Sono stati, quindi, individuati i seguenti termini-chiave: valori, metodo, persona, organizzazione, comunità , complessità , relazione e mediazione. Se l'analisi ha portato a estrapolare gli usi di questi termini-chiave nei testi, la stesura di questo testo, li ha ricontestualizzati, collocandoli entro un †˜discorso tra testi', costruito principalmente sulla base di quanto emerge dalla pubblicistica di settore. Un primo esito di questo lavoro ਠrappresentato, quindi, proprio dal testo, in quanto ricostruisce, senza pretesa di completezza, il pensiero del servizio sociale attraverso una sorta di dialogo, mediato dai testi, tra gli autori di servizio sociale. Un dialogo che si ਠsottolineato, in alcuni passaggi, attraverso una pluralità di citazioni, indicative di una sorta di convergenza degli autori di servizio sociale rispetto ai temi in questione. Il percorso che ricostruisce la storia del servizio sociale sottolinea l'importante rapporto che, fin dalle origini, il servizio sociale intrattiene con il sistema socio-politico dell'epoca †˜moderna' e l'urgenza di legittimarsi (e legittimare lo Stato-nazione) a livello scientifico. Ed ਠproprio attraverso la ricostruzione storica che viene messo in evidenza lo spazio intermedio occupato dal servizio sociale, tema che ritorna nel corso del lavoro. Uno spazio, enfatizzato dal termine crocevia (di relazioni, di mandati) che conferisce al servizio sociale una natura ambigua. Se la pluralità di mandati (sociale, istituzionale, professionale) pone il servizio sociale in una posizione ambivalente, tale ambivalenza non puಠessere risolta mediante una †œregolamentazione dall'alto†� (Elias, 2010) spetta, infatti, a chi si trova nella situazione ambivalente, ossia al servizio sociale, di risolverla. Emerge, cosà¬, in questo contesto, il tema della complessità che sembra costituire il filo conduttore dell'intero lavoro. La complessità giace, secondo Morin, proprio nella †œcombinazione individuo/società con i suoi disordini e le sue incertezze, nell'ambiguità permanente della loro complementarietà , della loro concorrenza e, al limite, del loro antagonismo†� (Morin, 1974). La stessa complessità , peraltro, consente di guardare in modo diverso al sapere scientifico, di superare i confini delle diverse discipline, di istituire discipline che interconnettono le conoscenze. E non a caso il servizio sociale, che fatica a definirsi entro i canoni della scienza positiva e delle antinomie tra positivismo e interpretativismo, guarda con interesse ai riferimenti teorici che assumono la complessità (Bhaskar, 2010; Morin, 2007) e a quelle concezioni di progresso scientifico (Laudan, 1979) che maggiormente possono render conto di quel sapere sedimentato, storicamente cumulato che caratterizza la disciplina. Permangono, tuttavia, le questioni cruciali che interessano la produzione del sapere, il rapporto tra teoria e pratica e i contenuti su cui si concentra la disciplina. Nella pubblicistica esaminata ਠpossibile rinvenire alcuni elementi che contribuiscono a caratterizzare la disciplina e il rapporto teoria-prassi: a) la vocazione operativa, piuttosto che speculativa, della conoscenza; b) la circolarità che caratterizza la metodologia (prassi †" teoria †" prassi) propria delle scienze sociali (Dal Pra Ponticelli, 1985, 2005), la costruzione dei modelli teorico-operativi (teoria per la pratica e teoria della pratica) e lo stesso processo di aiuto; c) l'unitarietà del metodo, che supera le distinzioni in base ai diversi contesti operativi e ai diversi interlocutori, propria della tradizione anglosassone, e diviene fattore di identificazione per la comunità professionale; d) la natura composita del sapere, capace di coniugare †œesperienza e ragione†� (Bhaskar, 2010): un sapere che si avvale tanto degli apporti teorici, quanto di saperi esperienziali, provenienti da una pluralità di fonti (i concetti teorici, l'esperienza degli operatori, l'esperienza degli utenti dei servizi), quanto, ancora, di saperi che non sempre riescono a essere esplicitati (conoscenza tacita).I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14242/269623
URN:NBN:IT:UNITS-269623