Immaginiamo di trovarci in una stanza rettangolare, uniformemente bianca, in assenza di indizi interni o esterni; ci viene mostrato qualcosa di interessante in un determinato angolo e successivamente siamo portati fuori dalla stanza e disorientati. Quando possiamo farvi ritorno, scopriamo che l'oggetto ਠstato rimosso e dobbiamo indicare dove si trovava. Scopriremo che ci sono due angoli geometricamente equivalenti, che mantengono le medesime proprietà nella distribuzione delle superfici rispetto alla forma dell'ambiente [ad es. con un lato lungo alla nostra destra e uno corto alla sinistra], l'angolo corretto e l'angolo localizzato al suo opposto sulla diagonale, non distinguibili l'uno dall'altro ma discriminabili rispetto agli altri due angoli. Animali appartenenti a diverse classi di vertebrati, quando disorientati passivamente, sono in grado di ri-orientarsi e recuperare l'oggetto-meta facendo uso della sola informazione geometrica dell'ambiente fornita dalle proprietà metriche delle superfici [pareti lunghe vs. pareti corte] unitamente al senso direzionale [destra vs. sinistra]. Quando ਠaggiunta l'informazione non-geometrica [come ad es. una parete di diverso colore] i risultati variano in dipendenza della specie, del livello di sviluppo e dei dettagli procedurali; ma in qualche circostanza la sola informazione geometrica puಠessere preferita all'informazione visiva saliente. In questo lavoro di tesi, utilizzando il pulcino domestico [Gallus gallus] come modello sperimentale, ho indagato tre aspetti cruciali ai fini del ri-orientamento. Primo, il ruolo della dimensione dell'ambiente rispetto alla preferenza di utilizzo di informazioni geometriche o non-geometriche per ritrovare l'oggetto-meta. I dati raccolti dimostrano che i pulcini codificano entrambi i tipi di informazione indipendentemente dalla dimensione dell'ambiente; tuttavia l'uso degli indizi geometrici ਠmaggiore negli ambienti pi๠piccoli mentre l'utilizzo di indizi non-geometrici ਠpreferito negli ambienti pi๠grandi. E' infatti verosimile che gli animali si riferiscano al tipo di informazione pi๠affidabile in relazione alla dimensione dell'ambiente esterno: in spazi piccoli, dove l'indicazione metrica fornita dalle superfici ਠimmediatamente disponibile, si avvalgono dell'informazione geometrica; in spazi grandi, dove per computare le differenze metriche ਠrichiesto movimento o un'estesa analisi delle superfici dell'ambiente, fanno affidamento alle caratteristiche visive salienti. Secondo, il ruolo dell'esperienza precoce in un ambiente fornito di elementi geometrici rispetto all'abilità di usare la stessa informazione geometrica durante il ri-orientamento. I risultati mostrano che i pulcini codificano l'informazione geometrica in assenza di (o in seguito a minima) esperienza con superfici di diversa lunghezza ed angoli retti; questo ਠin accordo con l'idea che gli organismi siano dotati di meccanismi cognitivi largamente predisposti, atti a trattare l'informazione geometrica nel loro ambiente naturale. Terzo, il ruolo della procedura di disorientamento attuata, l'una applicata direttamente sul soggetto come nel paradigma di base, l'altra all'ambiente, per ristabilire le relazioni con l'esterno in modo da ri-orientarsi. In entrambe le condizioni di disorientamento spaziale la struttura esterna ਠstabile e completamente disponibile al soggetto. I pulcini si sono dimostrati in grado di usare l'informazione esterna fin dall'inizio dell'addestramento senza differenza rispetto alla condizione di disorientamento attuata. I risultati sono discussi alla luce delle pi๠aggiornate teorie sul ri-orientamento in una prospettiva comparata e di sviluppo.
How domestic chicks do geometry:re-orientation abilities in familiar environments
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2008
Abstract
Immaginiamo di trovarci in una stanza rettangolare, uniformemente bianca, in assenza di indizi interni o esterni; ci viene mostrato qualcosa di interessante in un determinato angolo e successivamente siamo portati fuori dalla stanza e disorientati. Quando possiamo farvi ritorno, scopriamo che l'oggetto ਠstato rimosso e dobbiamo indicare dove si trovava. Scopriremo che ci sono due angoli geometricamente equivalenti, che mantengono le medesime proprietà nella distribuzione delle superfici rispetto alla forma dell'ambiente [ad es. con un lato lungo alla nostra destra e uno corto alla sinistra], l'angolo corretto e l'angolo localizzato al suo opposto sulla diagonale, non distinguibili l'uno dall'altro ma discriminabili rispetto agli altri due angoli. Animali appartenenti a diverse classi di vertebrati, quando disorientati passivamente, sono in grado di ri-orientarsi e recuperare l'oggetto-meta facendo uso della sola informazione geometrica dell'ambiente fornita dalle proprietà metriche delle superfici [pareti lunghe vs. pareti corte] unitamente al senso direzionale [destra vs. sinistra]. Quando ਠaggiunta l'informazione non-geometrica [come ad es. una parete di diverso colore] i risultati variano in dipendenza della specie, del livello di sviluppo e dei dettagli procedurali; ma in qualche circostanza la sola informazione geometrica puಠessere preferita all'informazione visiva saliente. In questo lavoro di tesi, utilizzando il pulcino domestico [Gallus gallus] come modello sperimentale, ho indagato tre aspetti cruciali ai fini del ri-orientamento. Primo, il ruolo della dimensione dell'ambiente rispetto alla preferenza di utilizzo di informazioni geometriche o non-geometriche per ritrovare l'oggetto-meta. I dati raccolti dimostrano che i pulcini codificano entrambi i tipi di informazione indipendentemente dalla dimensione dell'ambiente; tuttavia l'uso degli indizi geometrici ਠmaggiore negli ambienti pi๠piccoli mentre l'utilizzo di indizi non-geometrici ਠpreferito negli ambienti pi๠grandi. E' infatti verosimile che gli animali si riferiscano al tipo di informazione pi๠affidabile in relazione alla dimensione dell'ambiente esterno: in spazi piccoli, dove l'indicazione metrica fornita dalle superfici ਠimmediatamente disponibile, si avvalgono dell'informazione geometrica; in spazi grandi, dove per computare le differenze metriche ਠrichiesto movimento o un'estesa analisi delle superfici dell'ambiente, fanno affidamento alle caratteristiche visive salienti. Secondo, il ruolo dell'esperienza precoce in un ambiente fornito di elementi geometrici rispetto all'abilità di usare la stessa informazione geometrica durante il ri-orientamento. I risultati mostrano che i pulcini codificano l'informazione geometrica in assenza di (o in seguito a minima) esperienza con superfici di diversa lunghezza ed angoli retti; questo ਠin accordo con l'idea che gli organismi siano dotati di meccanismi cognitivi largamente predisposti, atti a trattare l'informazione geometrica nel loro ambiente naturale. Terzo, il ruolo della procedura di disorientamento attuata, l'una applicata direttamente sul soggetto come nel paradigma di base, l'altra all'ambiente, per ristabilire le relazioni con l'esterno in modo da ri-orientarsi. In entrambe le condizioni di disorientamento spaziale la struttura esterna ਠstabile e completamente disponibile al soggetto. I pulcini si sono dimostrati in grado di usare l'informazione esterna fin dall'inizio dell'addestramento senza differenza rispetto alla condizione di disorientamento attuata. I risultati sono discussi alla luce delle pi๠aggiornate teorie sul ri-orientamento in una prospettiva comparata e di sviluppo.I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14242/272439
URN:NBN:IT:UNITS-272439