L'argomento di questa tesi ਠla giustificazione del metodo scientifico. Il problema viene affrontato a partire da una ricostruzione del dibattito svoltosi nell'ambito della filosofia della scienza dell'ultimo trentennio circa. Poichà© Larry Laudan ਠforse l'autore che ha contribuito nel modo pi๠sistematico a tale dibattito, si prende le mosse dall'analisi delle sue proposte. In estrema sintesi si puಠaffermare che, secondo Laudan, il metodo scientifico puಠessere giustificato a patto di riuscire a dimostrare, sulla base di un accurato esame della storia della scienza e della sua corrente pratica, che le norme metodologiche promuovono efficacemente la realizzazione dei fini cognitivi in vista della cui realizzazione vengono proposte. La giustificazione del metodo avviene, pertanto, a posteriori. La posizione di Laudan, di cui ਠparte costitutiva una severa critica del realismo scientifico, viene qui respinta, e si sostiene che: (a) la giustificazione del metodo puಠessere ottenuta procedendo in modo aprioristico, a patto di specificare con precisione i fini che il metodo ਠchiamato a promuovere; (b) le versioni pi๠raffinate del realismo scientifico, fondate sulla nozione di verisimilitudine, si sottraggono alle critiche di Laudan. Nel capitolo 1 si espone il problema della giustificazione del metodo scientifico, insistendo in particolare sul fatto che la giustificazione non deve intendersi, in questo contesto, come †œultima†� o †œassoluta†�, e si introducono brevemente le tre soluzioni del problema che vengono esaminate nel seguito della tesi: quella intuizionista, quella storica e quella apriorista. Nel capitolo 2 si discutono le proposte avanzate da Laudan nel volume Il progresso scientifico (1977), in cui viene difesa una tesi di carattere intuizionista che, nelle intenzioni di Laudan, dovrebbe costituire un miglioramento dell'analoga posizione sostenuta da Imre Lakatos. Secondo Laudan, la scelta fra metodologie rivali deve essere governata dalle intuizioni preanalitiche del metodologo a proposito di alcuni episodi della storia della scienza che vengono unanimemente ritenuti manifestazioni paradigmatiche della razionalità scientifica. Pi๠precisamente, Laudan afferma che una metodologia puಠritenersi giustificata quando i giudizi che da questa derivano a proposito di tali episodi paradigmatici coincidono con le intuizioni preanalitiche del metodologo. Tale soluzione, si sostiene qui, non ਠsoddisfacente, fra l'altro perchà© metodologie anche molto diverse conducono a risultati del tutto analoghi nella valutazione di questi episodi paradigmatici. Reagendo alle critiche che sono state sollevate contro la sua posizione, Laudan ha in seguito sviluppato, a partire dallo scritto La scienza e i valori (1984), una dottrina denominata †œnaturalismo normativo†�, che viene presentata nel capitolo 3 di questa tesi, e che ਠcaratterizzata, fra l'altro, dall'introduzione del cosiddetto †œmodello reticolare della razionalità scientifica†�. Il naturalismo normativo à¨, essenzialmente, un tentativo di rispondere a due domande strettamente collegate, ovvero quella circa la giustificazione del metodo scientifico, affrontata dalla componente metametodologica del naturalismo normativo, e quella circa i fini della scienza, affrontata dalla componente assiologica del naturalismo normativo. Nel capitolo 4 si discute la componente metametodologica del naturalismo normativo, la cui tesi principale, fondata su un'analisi delle norme metodologiche come imperativi ipotetici che connettono certi mezzi e certi fini, ਠche le metodologie devono essere valutate sulla base di un accurato esame della storia della scienza. Una metodologia, afferma Laudan, ਠgiustificata se si puಠmostrare empiricamente che le norme che la costituiscono promuovono efficacemente i fini in vista della cui realizzazione sono proposte. In questo capitolo si sostiene che il limite principale della proposta di Laudan risiede nel suo carattere monolitico. Infatti, insistendo sulla necessità di una verifica empirica dell'efficacia delle norme, Laudan finisce con il trascurare la possibilità di giustificare almeno alcune norme metodologiche senza fare ricorso a un'indagine di tipo storico e, pi๠precisamente, sulla base di considerazioni a priori. Nel capitolo 5 si discute la componente assiologica del naturalismo normativo, fondata su un'analisi in chiave naturalistica dei fini della scienza. Secondo Laudan, la scelta dei fini della scienza puಠessere attuata sulla base di una discussione razionale: non ਠdunque una mera questione di preferenze individuali, come avevano invece sostenuto autori quali Reichenbach e Popper. Laudan propone alcuni requisiti che dovrebbero essere soddisfatti da un determinato fine perchà© questo possa essere razionalmente assunto come un fine della ricerca scientifica. Secondo Laudan, vagliando sulla base di tali requisiti i fini della scienza proposti dai fautori del realismo scientifico, si puಠaffermare che il perseguimento dei fini della scienza proposti dai fautori del realismo ਠirrazionale. In questo capitolo si sostiene che la critica del realismo proposta da Laudan non ਠconvincente per almeno due ragioni. Innanzitutto, i requisiti da lui proposti (in particolare quello di realizzabilità ) sono quantomeno discutibili. In secondo luogo, un breve sguardo ad alcune versioni recenti del realismo scientifico fondate sulla nozione di verisimilitudine (in particolare, le versioni del realismo elaborate da Kuipers e Niiniluoto) mostra che il perseguimento dei fini della scienza come sono intesi dai realisti ਠperfettamente razionale, anche se non ਠpossibile accertare con sicurezza la realizzazione di tali fini. Il capitolo 6 illustra brevemente la soluzione apriorista del problema della giustificazione del metodo, che ਠstata avanzata, pi๠o meno esplicitamente, da autori come Popper, Niiniluoto e Kuipers, e ne sostiene la superiorità rispetto alle soluzioni rivali.
Metametodologia e fini della scienza a partire da Laudan.
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2008
Abstract
L'argomento di questa tesi ਠla giustificazione del metodo scientifico. Il problema viene affrontato a partire da una ricostruzione del dibattito svoltosi nell'ambito della filosofia della scienza dell'ultimo trentennio circa. Poichà© Larry Laudan ਠforse l'autore che ha contribuito nel modo pi๠sistematico a tale dibattito, si prende le mosse dall'analisi delle sue proposte. In estrema sintesi si puಠaffermare che, secondo Laudan, il metodo scientifico puಠessere giustificato a patto di riuscire a dimostrare, sulla base di un accurato esame della storia della scienza e della sua corrente pratica, che le norme metodologiche promuovono efficacemente la realizzazione dei fini cognitivi in vista della cui realizzazione vengono proposte. La giustificazione del metodo avviene, pertanto, a posteriori. La posizione di Laudan, di cui ਠparte costitutiva una severa critica del realismo scientifico, viene qui respinta, e si sostiene che: (a) la giustificazione del metodo puಠessere ottenuta procedendo in modo aprioristico, a patto di specificare con precisione i fini che il metodo ਠchiamato a promuovere; (b) le versioni pi๠raffinate del realismo scientifico, fondate sulla nozione di verisimilitudine, si sottraggono alle critiche di Laudan. Nel capitolo 1 si espone il problema della giustificazione del metodo scientifico, insistendo in particolare sul fatto che la giustificazione non deve intendersi, in questo contesto, come †œultima†� o †œassoluta†�, e si introducono brevemente le tre soluzioni del problema che vengono esaminate nel seguito della tesi: quella intuizionista, quella storica e quella apriorista. Nel capitolo 2 si discutono le proposte avanzate da Laudan nel volume Il progresso scientifico (1977), in cui viene difesa una tesi di carattere intuizionista che, nelle intenzioni di Laudan, dovrebbe costituire un miglioramento dell'analoga posizione sostenuta da Imre Lakatos. Secondo Laudan, la scelta fra metodologie rivali deve essere governata dalle intuizioni preanalitiche del metodologo a proposito di alcuni episodi della storia della scienza che vengono unanimemente ritenuti manifestazioni paradigmatiche della razionalità scientifica. Pi๠precisamente, Laudan afferma che una metodologia puಠritenersi giustificata quando i giudizi che da questa derivano a proposito di tali episodi paradigmatici coincidono con le intuizioni preanalitiche del metodologo. Tale soluzione, si sostiene qui, non ਠsoddisfacente, fra l'altro perchà© metodologie anche molto diverse conducono a risultati del tutto analoghi nella valutazione di questi episodi paradigmatici. Reagendo alle critiche che sono state sollevate contro la sua posizione, Laudan ha in seguito sviluppato, a partire dallo scritto La scienza e i valori (1984), una dottrina denominata †œnaturalismo normativo†�, che viene presentata nel capitolo 3 di questa tesi, e che ਠcaratterizzata, fra l'altro, dall'introduzione del cosiddetto †œmodello reticolare della razionalità scientifica†�. Il naturalismo normativo à¨, essenzialmente, un tentativo di rispondere a due domande strettamente collegate, ovvero quella circa la giustificazione del metodo scientifico, affrontata dalla componente metametodologica del naturalismo normativo, e quella circa i fini della scienza, affrontata dalla componente assiologica del naturalismo normativo. Nel capitolo 4 si discute la componente metametodologica del naturalismo normativo, la cui tesi principale, fondata su un'analisi delle norme metodologiche come imperativi ipotetici che connettono certi mezzi e certi fini, ਠche le metodologie devono essere valutate sulla base di un accurato esame della storia della scienza. Una metodologia, afferma Laudan, ਠgiustificata se si puಠmostrare empiricamente che le norme che la costituiscono promuovono efficacemente i fini in vista della cui realizzazione sono proposte. In questo capitolo si sostiene che il limite principale della proposta di Laudan risiede nel suo carattere monolitico. Infatti, insistendo sulla necessità di una verifica empirica dell'efficacia delle norme, Laudan finisce con il trascurare la possibilità di giustificare almeno alcune norme metodologiche senza fare ricorso a un'indagine di tipo storico e, pi๠precisamente, sulla base di considerazioni a priori. Nel capitolo 5 si discute la componente assiologica del naturalismo normativo, fondata su un'analisi in chiave naturalistica dei fini della scienza. Secondo Laudan, la scelta dei fini della scienza puಠessere attuata sulla base di una discussione razionale: non ਠdunque una mera questione di preferenze individuali, come avevano invece sostenuto autori quali Reichenbach e Popper. Laudan propone alcuni requisiti che dovrebbero essere soddisfatti da un determinato fine perchà© questo possa essere razionalmente assunto come un fine della ricerca scientifica. Secondo Laudan, vagliando sulla base di tali requisiti i fini della scienza proposti dai fautori del realismo scientifico, si puಠaffermare che il perseguimento dei fini della scienza proposti dai fautori del realismo ਠirrazionale. In questo capitolo si sostiene che la critica del realismo proposta da Laudan non ਠconvincente per almeno due ragioni. Innanzitutto, i requisiti da lui proposti (in particolare quello di realizzabilità ) sono quantomeno discutibili. In secondo luogo, un breve sguardo ad alcune versioni recenti del realismo scientifico fondate sulla nozione di verisimilitudine (in particolare, le versioni del realismo elaborate da Kuipers e Niiniluoto) mostra che il perseguimento dei fini della scienza come sono intesi dai realisti ਠperfettamente razionale, anche se non ਠpossibile accertare con sicurezza la realizzazione di tali fini. Il capitolo 6 illustra brevemente la soluzione apriorista del problema della giustificazione del metodo, che ਠstata avanzata, pi๠o meno esplicitamente, da autori come Popper, Niiniluoto e Kuipers, e ne sostiene la superiorità rispetto alle soluzioni rivali.I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14242/272610
URN:NBN:IT:UNITS-272610