La questione inerente il progetto di recupero del Porto Vecchio di Trieste, uno dei siti di maggior pregio storico-architettonico della zona costiera italiana, da almeno 30 anni rappresenta la cartina di tornasole dello stato della città  intera, sotto il profilo politico, sociale ed economico. Trieste, da sempre una città  considerata laboratorio etnico, politico e sociale dagli osservatori qualificati, in realtà  racchiude in sà© due anime contrapposte che si confrontano: una aperta e cosmopolita, l'altra misantropa ed impaurita, amante di muri e confini. Oggi pi๠che mai questo duello risulta esiziale per le prospettive future di una città  ubicata nel cuore dell'Europa del terzo millennio, in costante calo demografico, con l'età  media degli abitanti in continua crescita, in preda ad una sorta di lenta ma inesorabile decadenza. L'occasione di analizzare il progetto di recupero del Porto Vecchio assume rilevanza anche sotto il profilo psicologico e sociale, in una vicenda che continua a sortire i suoi effetti pi๠deleteri, dove i confini politici e geografici sono stati sostituiti da quelli mentali, invisibili, ma fortemente presenti negli abitanti di questa città . All'interno di questa danza macabra giocata sulle spoglie di quella che viene definita †œcittà  proibita†�, si muovono i protagonisti istituzionali, politici ed amministrativi, ma anche e soprattutto i cittadini, i quali vengono interpellati attraverso un sondaggio che in 5 sezioni riassume i concetti ritenuti principali ai fini della ricerca: il rapporto con la città  di Trieste, l'atteggiamento nei confronti dei politici e degli amministratori, la presenza del Punto Franco, l'opinione sul progetto di recupero e sulla destinazione del Porto Vecchio, l'influenza dei media e del web. La visione dicotomica di una città  dalle due anime contrapposte, trova conferma anche nelle diverse interviste realizzate con gli attori e i testimoni qualificati. Il quadro complessivo che si ricava attraverso l'analisi dei risultati, ਠutile a confermare le ipotesi di partenza, ossia l'importanza del sito in questione e la sua rappresentatività  in chiave politica, economica e sociale, per quello che sarà  il futuro di Trieste, in un processo in continuo divenire nel quale le geometrie variabili e la trasversalità  degli schieramenti, uniti alla non soluzione dei problemi strutturali, sembrano mantenere sospesa la collocazione temporale della città  e a rimandare, in maniera quasi compiaciuta, qualsiasi decisione.

La "città  proibita": il porto vecchio e i nuovi confini. Quale futuro per Trieste?

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2013

Abstract

La questione inerente il progetto di recupero del Porto Vecchio di Trieste, uno dei siti di maggior pregio storico-architettonico della zona costiera italiana, da almeno 30 anni rappresenta la cartina di tornasole dello stato della città  intera, sotto il profilo politico, sociale ed economico. Trieste, da sempre una città  considerata laboratorio etnico, politico e sociale dagli osservatori qualificati, in realtà  racchiude in sà© due anime contrapposte che si confrontano: una aperta e cosmopolita, l'altra misantropa ed impaurita, amante di muri e confini. Oggi pi๠che mai questo duello risulta esiziale per le prospettive future di una città  ubicata nel cuore dell'Europa del terzo millennio, in costante calo demografico, con l'età  media degli abitanti in continua crescita, in preda ad una sorta di lenta ma inesorabile decadenza. L'occasione di analizzare il progetto di recupero del Porto Vecchio assume rilevanza anche sotto il profilo psicologico e sociale, in una vicenda che continua a sortire i suoi effetti pi๠deleteri, dove i confini politici e geografici sono stati sostituiti da quelli mentali, invisibili, ma fortemente presenti negli abitanti di questa città . All'interno di questa danza macabra giocata sulle spoglie di quella che viene definita †œcittà  proibita†�, si muovono i protagonisti istituzionali, politici ed amministrativi, ma anche e soprattutto i cittadini, i quali vengono interpellati attraverso un sondaggio che in 5 sezioni riassume i concetti ritenuti principali ai fini della ricerca: il rapporto con la città  di Trieste, l'atteggiamento nei confronti dei politici e degli amministratori, la presenza del Punto Franco, l'opinione sul progetto di recupero e sulla destinazione del Porto Vecchio, l'influenza dei media e del web. La visione dicotomica di una città  dalle due anime contrapposte, trova conferma anche nelle diverse interviste realizzate con gli attori e i testimoni qualificati. Il quadro complessivo che si ricava attraverso l'analisi dei risultati, ਠutile a confermare le ipotesi di partenza, ossia l'importanza del sito in questione e la sua rappresentatività  in chiave politica, economica e sociale, per quello che sarà  il futuro di Trieste, in un processo in continuo divenire nel quale le geometrie variabili e la trasversalità  degli schieramenti, uniti alla non soluzione dei problemi strutturali, sembrano mantenere sospesa la collocazione temporale della città  e a rimandare, in maniera quasi compiaciuta, qualsiasi decisione.
2013
it
"Confini Mentali"
POLITICHE TRANSFRONTALIERE PER LA VITA QUOTIDIANA
"Politici triestini"
"Porto Vecchio"
"Punto Franco"
Università degli Studi di Trieste
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/287217
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNITS-287217