Nell'ambito della crociera transmediterranea facente parte del progetto V.E.C.T.O.R. ਠstato quantificato il flusso di carbonio che veicola attraverso le reti trofiche pelagiche tramite la predazione del microzooplancton su un ampio spettro di prede; si ਠinoltre verificato la selezione delle prede e quantificato la produzione secondaria. Per questa analisi ਠstato adottato il metodo delle diluizioni introdotto da Landry ed Hassett (1982)che ci permette di stimare sia il tasso di crescita delle prede, che quello di mortalità delle prede indotta da predazione. In concomitanza con gli esperimenti di diluizione,si ਠvalutato la comunità dei predatori con differenti metodi di campionamento e di conservazione dei campioni nonchà¨, l'attività di predazione del mesozooplancton sul comparto microplanctonico nel Mar Ligure e nel Mar Tirreno. I risultati complessivi della ricerca indicano che in condizioni di estrema oligotrofia nelle quali ਠavvenuta la crociera nell'estate 2007, il flusso di carbonio di maggiore entità che fluisce attraverso il comparto microzooplanctonico deriva dalle biomasse dei batteri eterotrofi, che sono le uniche consistenti in tutta l'area. Nanoplancton e microfitoplancton, contribuiscono scarsamente alla dieta del microzooplancton. Dallo studio quali-quantitativo del microooplancton si evince che la rappresentazione migliore in termini di ricchezza si ottiene con maggiori volumi di campionamento (5 L, conservati in formalina al 2%) mentre, l'abbondanza pi๠rilevante si riscontra quando i campioni (300 mL) vengono conservati in soluzione di Lugol al 2%. I campioni ottenuti dall'esperimento di diluizione (2 L, conservati in formalina al 2%) offrono nel complesso la miglior rappresentazione della comunità dei predatori. Nel Mar Ligure, il calanoide Centropages esercita il suo impatto di predazione sia sul comparto microzooplanctonico che su quello microfitoplanctonico, sebbene sia indirizzato in questo caso, unicamente alla categoria dei dinoflagellati a dimensioni maggiori e ai coccolitoforidi. Nel Mar Tirreno, il ciclopoide Corycaeus esercita la sua selezione unicamente sul comparto microzooplanctonico. Per la stazione tirrenica si registrano valori di export seppur minimi. Nel complesso, sembra che in condizioni di oligotrofia, l'energia trasferita ai livelli trofici superiori sia molto esigua.
Microzooplankton grazing impact along a trophic gradient from the atlantic ocean to the western mediterranean sea
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2010
Abstract
Nell'ambito della crociera transmediterranea facente parte del progetto V.E.C.T.O.R. ਠstato quantificato il flusso di carbonio che veicola attraverso le reti trofiche pelagiche tramite la predazione del microzooplancton su un ampio spettro di prede; si ਠinoltre verificato la selezione delle prede e quantificato la produzione secondaria. Per questa analisi ਠstato adottato il metodo delle diluizioni introdotto da Landry ed Hassett (1982)che ci permette di stimare sia il tasso di crescita delle prede, che quello di mortalità delle prede indotta da predazione. In concomitanza con gli esperimenti di diluizione,si ਠvalutato la comunità dei predatori con differenti metodi di campionamento e di conservazione dei campioni nonchà¨, l'attività di predazione del mesozooplancton sul comparto microplanctonico nel Mar Ligure e nel Mar Tirreno. I risultati complessivi della ricerca indicano che in condizioni di estrema oligotrofia nelle quali ਠavvenuta la crociera nell'estate 2007, il flusso di carbonio di maggiore entità che fluisce attraverso il comparto microzooplanctonico deriva dalle biomasse dei batteri eterotrofi, che sono le uniche consistenti in tutta l'area. Nanoplancton e microfitoplancton, contribuiscono scarsamente alla dieta del microzooplancton. Dallo studio quali-quantitativo del microooplancton si evince che la rappresentazione migliore in termini di ricchezza si ottiene con maggiori volumi di campionamento (5 L, conservati in formalina al 2%) mentre, l'abbondanza pi๠rilevante si riscontra quando i campioni (300 mL) vengono conservati in soluzione di Lugol al 2%. I campioni ottenuti dall'esperimento di diluizione (2 L, conservati in formalina al 2%) offrono nel complesso la miglior rappresentazione della comunità dei predatori. Nel Mar Ligure, il calanoide Centropages esercita il suo impatto di predazione sia sul comparto microzooplanctonico che su quello microfitoplanctonico, sebbene sia indirizzato in questo caso, unicamente alla categoria dei dinoflagellati a dimensioni maggiori e ai coccolitoforidi. Nel Mar Tirreno, il ciclopoide Corycaeus esercita la sua selezione unicamente sul comparto microzooplanctonico. Per la stazione tirrenica si registrano valori di export seppur minimi. Nel complesso, sembra che in condizioni di oligotrofia, l'energia trasferita ai livelli trofici superiori sia molto esigua.I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14242/288644
URN:NBN:IT:UNITS-288644