L'attore fuori scena. Complessità e contraddizioni delle organizzazioni per le persone senza dimora ਠun lavoro di ricerca che si inserisce nel pi๠ampio contesto dell'indagine nazionale sul mondo della grave emarginazione adulta in Italia, con particolare riferimento alle persone senza dimora, condotta dalla fio.PSD ? Federazione italiana degli organismi per le persone senza dimora ? dall'Istat ? Istituto nazionale di statistica ? da Caritas Italiana e dal Ministero del lavoro. Nello specifico, la ricerca si pone l'obiettivo conoscitivo di individuare dinamiche e processi caratteristici delle organizzazioni che si occupano di rispondere ai bisogni delle persone senza dimora, costruendo una tipologia delle stesse attraverso l'analisi dei dati provenienti dall'indagine nazionale. La condizione della persona senza dimora va inserita nel quadro pi๠ampio del fenomeno della marginalità sociale. In una contemporaneità in cui gli status individuali sembrano configurarsi pi๠per processi di connessione che di stratificazione all'interno dei sistemi sociali, la condizione di marginalità viene ad assumere il senso di un'esperienza radicale capace di espellere dalla società gli attori coinvolti. Un margine che non rimanda pi๠a un'idea di perifericità , ma tende a scomparire dagli orizzonti cognitivi delle nostre società , dissolvendo sempre pi๠i vincoli e le opportunità dell'appartenenza ai sistemi sociali. Emblematica, quindi, diviene la figura della persona senza dimora. Le sue traiettorie esistenziali rappresentano l'ultima frontiera di quei processi di dà©saffiliation individuati da Robert Castel, che attraverso la proposizione dello schema binario «inclusi versus esclusi» tendono a definire due universi non comunicanti fra di loro. In tale contesto, le dinamiche riguardanti la homelessness si delineano per alcuni tratti caratteristici che consentono di definire come emergente, e multidimensionale, il fenomeno in questione. Il primo, rimanda alla crisi relazionale vissuta da colui che si trova a vivere per strada. Una crisi relazionale che corre sul doppio binario dello scollamento dai mondi vitali e dalle strutture sociali di riferimento. Il secondo tratto riguarda la progressiva contrazione del novero dei bisogni esprimibili, che restano legati alla mera funzione di sopravvivenza . Relazione e bisogno, dunque, che risultano essere i nodi cruciali caratterizzanti la homelessness. Da Simmel a Donati, la relazione sociale ਠsempre stata un luogo significativo della scienza sociologica, sia che venisse intesa in maniera strumentale rispetto all'analisi di altri fenomeni sociali sia che divenisse essa stessa oggetto di indagine. Cercando di comprendere la condizione del clochard, risulta difficile eludere come proprio la crisi delle relazioni influenzi tutte le dimensioni che vedono coinvolta la persona, e come tali dimensioni interagiscano nei processi di marginalizzazione. Una considerazione che qualifica la homelessness come fenomeno complesso e multidimensionale, frutto di una rete di esperienze e di attori che investono pi๠sfere del disagio sociale e sanitario. A risentire di questa complessità , in primis, pare essere la configurazione della struttura dei bisogni della persona. Uno degli elementi peculiari della homelessness, infatti, ਠla riduzione dei bisogni esprimibili. Una peculiarità che emerge soprattutto nel rapporto fra espressione e soddisfazione dei bisogni stessi, il cui esito sembra in grado di influenzare tanto la formazione dell'individuo quanto l'agire delle organizzazioni che a quei bisogni tentano quotidianamente di dare risposte. Se sotto il profilo teorico rivolgersi al concetto di bisogno agevola la comprensione della profonda crisi relazionale vissuta da chi ha perso tutto, sul versante empirico tale concetto diviene una proprietà per individuare le strategie organizzative adottate dalle realtà oggetto della ricerca. Rispetto a tale oggetto, in via preliminare, ਠpossibile constatare come le organizzazioni che lavorano con le persone senza dimora siano spesso poco visibili e frammentate sul territorio, contraddistinguendosi per l?eterogeneità dei servizi erogati e l?elevato tasso di informalità . A questo riguardo, il pensiero organizzativo offre alcuni strumenti concettuali in grado di specificare meglio le caratteristiche preliminarmente individuate. Ogni fenomeno organizzativo puಠvenir studiato attraverso due livelli interpretativi: il primo riferibile alla struttura di una specifica realtà , il secondo concernente le strategie utilizzate dalle organizzazioni per perseguire i propri fini e autoriprodursi nel corso del tempo. Alla luce di tali livelli interpretativi ਠpossibile evidenziare due aspetti significativi delle realtà protagoniste della ricerca, l'eterogeneità degli attori organizzativi e l'incertezza nei processi decisionali rispetto all'ambiente esterno. Ciಠche emerge ਠcome le realtà che si occupano di rispondere ai bisogni degli attori marginali, da un lato, si frammentino in varie forme organizzative contraddistinte da un'accentuata diversificazione in termini di mission, risorse e prassi operative, dall'altro, risentano dell'incertezza causata dalle peculiari forme dei bisogni inerenti la homelessness. La parte empirica del lavoro di tesi ha utilizzato come base dati una serie di informazioni riguardanti 727 organizzazioni operanti sul territorio nazionale. L'anno di riferimento ਠil 2010, l'ambito territoriale l'Italia. Inizialmente si sono analizzate una serie di distribuzioni di frequenza e di tabelle di contingenza . Lo scopo di questo passaggio preliminare ਠstato quello di formarsi una «prima idea» sulle caratteristiche del campione. Inoltre, l'analisi effettuata ha permesso di individuare le proprietà maggiormente utili per la costruzione di una tipologia delle organizzazione in questione. In base alla selezione di alcuni aspetti rilevanti, le operazioni di classificazione di questo tipo tendono a «massimizzare la somiglianza (negli stati su una serie di proprietà considerate) fra membri dello stesso sottoinsieme e la dissomiglianza fra membri di sottoinsiemi diversi» . Rispetto alla tipologia dei casi presenti nel campione a disposizione, gli aspetti rilevanti individuati riguardano la soddisfazione dei bisogni della persona senza dimora e la produzione di strategie organizzative relative ai bisogni stessi. Specificate le dimensioni maggiormente significative, e le proprietà in grado di rappresentarle, si ਠproceduto applicando alle variabili selezionate alcune tecniche di analisi multivariata. La prima tecnica utilizzata ਠstata l'analisi delle corrispondenze multiple (acm). L'utilizzo dell'acm ਠservito a costruire degli indici che consentissero di ridurre il numero delle variabili su cui si ਠlavorato e di sintetizzare in maniera efficacie le informazioni riguardanti gli aspetti individuati. Attraverso gli indici cosଠottenuti, divenuti a loro volta variabili, si ਠproceduto a svolgere una cluster analysis per costruire una tipologia delle organizzazioni che compongono il campione analizzato. Combinando le due tecniche di analisi multivariata ਠstato cosଠpossibile ottenere «una doppia sintesi della matrice dei dati», attraverso una riduzione delle variabili e dei casi che ha permesso di raggiungere la massima economia di rappresentazione dei risultati della ricerca, vale a dire la costruzione di una tipologia, i cui fattori discriminanti appaiono essere la capacità di instaurare partnership sociali e i livelli di strutturazione delle organizzazioni.
L'attore fuori scena. Complessità e contraddizioni delle organizzazioni per le persone senza dimora
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2012
Abstract
L'attore fuori scena. Complessità e contraddizioni delle organizzazioni per le persone senza dimora ਠun lavoro di ricerca che si inserisce nel pi๠ampio contesto dell'indagine nazionale sul mondo della grave emarginazione adulta in Italia, con particolare riferimento alle persone senza dimora, condotta dalla fio.PSD ? Federazione italiana degli organismi per le persone senza dimora ? dall'Istat ? Istituto nazionale di statistica ? da Caritas Italiana e dal Ministero del lavoro. Nello specifico, la ricerca si pone l'obiettivo conoscitivo di individuare dinamiche e processi caratteristici delle organizzazioni che si occupano di rispondere ai bisogni delle persone senza dimora, costruendo una tipologia delle stesse attraverso l'analisi dei dati provenienti dall'indagine nazionale. La condizione della persona senza dimora va inserita nel quadro pi๠ampio del fenomeno della marginalità sociale. In una contemporaneità in cui gli status individuali sembrano configurarsi pi๠per processi di connessione che di stratificazione all'interno dei sistemi sociali, la condizione di marginalità viene ad assumere il senso di un'esperienza radicale capace di espellere dalla società gli attori coinvolti. Un margine che non rimanda pi๠a un'idea di perifericità , ma tende a scomparire dagli orizzonti cognitivi delle nostre società , dissolvendo sempre pi๠i vincoli e le opportunità dell'appartenenza ai sistemi sociali. Emblematica, quindi, diviene la figura della persona senza dimora. Le sue traiettorie esistenziali rappresentano l'ultima frontiera di quei processi di dà©saffiliation individuati da Robert Castel, che attraverso la proposizione dello schema binario «inclusi versus esclusi» tendono a definire due universi non comunicanti fra di loro. In tale contesto, le dinamiche riguardanti la homelessness si delineano per alcuni tratti caratteristici che consentono di definire come emergente, e multidimensionale, il fenomeno in questione. Il primo, rimanda alla crisi relazionale vissuta da colui che si trova a vivere per strada. Una crisi relazionale che corre sul doppio binario dello scollamento dai mondi vitali e dalle strutture sociali di riferimento. Il secondo tratto riguarda la progressiva contrazione del novero dei bisogni esprimibili, che restano legati alla mera funzione di sopravvivenza . Relazione e bisogno, dunque, che risultano essere i nodi cruciali caratterizzanti la homelessness. Da Simmel a Donati, la relazione sociale ਠsempre stata un luogo significativo della scienza sociologica, sia che venisse intesa in maniera strumentale rispetto all'analisi di altri fenomeni sociali sia che divenisse essa stessa oggetto di indagine. Cercando di comprendere la condizione del clochard, risulta difficile eludere come proprio la crisi delle relazioni influenzi tutte le dimensioni che vedono coinvolta la persona, e come tali dimensioni interagiscano nei processi di marginalizzazione. Una considerazione che qualifica la homelessness come fenomeno complesso e multidimensionale, frutto di una rete di esperienze e di attori che investono pi๠sfere del disagio sociale e sanitario. A risentire di questa complessità , in primis, pare essere la configurazione della struttura dei bisogni della persona. Uno degli elementi peculiari della homelessness, infatti, ਠla riduzione dei bisogni esprimibili. Una peculiarità che emerge soprattutto nel rapporto fra espressione e soddisfazione dei bisogni stessi, il cui esito sembra in grado di influenzare tanto la formazione dell'individuo quanto l'agire delle organizzazioni che a quei bisogni tentano quotidianamente di dare risposte. Se sotto il profilo teorico rivolgersi al concetto di bisogno agevola la comprensione della profonda crisi relazionale vissuta da chi ha perso tutto, sul versante empirico tale concetto diviene una proprietà per individuare le strategie organizzative adottate dalle realtà oggetto della ricerca. Rispetto a tale oggetto, in via preliminare, ਠpossibile constatare come le organizzazioni che lavorano con le persone senza dimora siano spesso poco visibili e frammentate sul territorio, contraddistinguendosi per l?eterogeneità dei servizi erogati e l?elevato tasso di informalità . A questo riguardo, il pensiero organizzativo offre alcuni strumenti concettuali in grado di specificare meglio le caratteristiche preliminarmente individuate. Ogni fenomeno organizzativo puಠvenir studiato attraverso due livelli interpretativi: il primo riferibile alla struttura di una specifica realtà , il secondo concernente le strategie utilizzate dalle organizzazioni per perseguire i propri fini e autoriprodursi nel corso del tempo. Alla luce di tali livelli interpretativi ਠpossibile evidenziare due aspetti significativi delle realtà protagoniste della ricerca, l'eterogeneità degli attori organizzativi e l'incertezza nei processi decisionali rispetto all'ambiente esterno. Ciಠche emerge ਠcome le realtà che si occupano di rispondere ai bisogni degli attori marginali, da un lato, si frammentino in varie forme organizzative contraddistinte da un'accentuata diversificazione in termini di mission, risorse e prassi operative, dall'altro, risentano dell'incertezza causata dalle peculiari forme dei bisogni inerenti la homelessness. La parte empirica del lavoro di tesi ha utilizzato come base dati una serie di informazioni riguardanti 727 organizzazioni operanti sul territorio nazionale. L'anno di riferimento ਠil 2010, l'ambito territoriale l'Italia. Inizialmente si sono analizzate una serie di distribuzioni di frequenza e di tabelle di contingenza . Lo scopo di questo passaggio preliminare ਠstato quello di formarsi una «prima idea» sulle caratteristiche del campione. Inoltre, l'analisi effettuata ha permesso di individuare le proprietà maggiormente utili per la costruzione di una tipologia delle organizzazione in questione. In base alla selezione di alcuni aspetti rilevanti, le operazioni di classificazione di questo tipo tendono a «massimizzare la somiglianza (negli stati su una serie di proprietà considerate) fra membri dello stesso sottoinsieme e la dissomiglianza fra membri di sottoinsiemi diversi» . Rispetto alla tipologia dei casi presenti nel campione a disposizione, gli aspetti rilevanti individuati riguardano la soddisfazione dei bisogni della persona senza dimora e la produzione di strategie organizzative relative ai bisogni stessi. Specificate le dimensioni maggiormente significative, e le proprietà in grado di rappresentarle, si ਠproceduto applicando alle variabili selezionate alcune tecniche di analisi multivariata. La prima tecnica utilizzata ਠstata l'analisi delle corrispondenze multiple (acm). L'utilizzo dell'acm ਠservito a costruire degli indici che consentissero di ridurre il numero delle variabili su cui si ਠlavorato e di sintetizzare in maniera efficacie le informazioni riguardanti gli aspetti individuati. Attraverso gli indici cosଠottenuti, divenuti a loro volta variabili, si ਠproceduto a svolgere una cluster analysis per costruire una tipologia delle organizzazioni che compongono il campione analizzato. Combinando le due tecniche di analisi multivariata ਠstato cosଠpossibile ottenere «una doppia sintesi della matrice dei dati», attraverso una riduzione delle variabili e dei casi che ha permesso di raggiungere la massima economia di rappresentazione dei risultati della ricerca, vale a dire la costruzione di una tipologia, i cui fattori discriminanti appaiono essere la capacità di instaurare partnership sociali e i livelli di strutturazione delle organizzazioni.I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14242/288708
URN:NBN:IT:UNITS-288708