La presente ricerca intende focalizzare l’attenzione su un aspetto della lingua di Amelia Rosselli non sufficientemente analizzato dal punto di vista tecnico, ovvero la metafora, intesa non genericamente come uso di immagini (comunque in una scrittura fortemente visiva, se non visionaria) in senso tradizionalmente letterario, bensì come specifico fenomeno linguistico; da cui una “grammatica della metafora” di A. Rosselli e una illustrazione anche di alcune tipologie di forme metaforiche usate nella sua lingua poetica. La letteratura critica e linguistica che ha in parte analizzato la scrittura rosselliana ha concentrato l’attenzione in particolare sugli aspetti abnormi di tale scrittura: creazioni neologiche, “fusioni” e ibridazioni linguistiche sull’unità della parola, interlinguismo (italiano, inglese, francese), uso di arcaismi e aulicismi (anche e specie grafici), “sgrammaticature” ortografiche, paronimie e scrittura mimetica, “analfabeta” (per usare un’espressione rosselliana). Poca attenzione, ad esempio, è stata rivolta alle relazioni tra lessico e sintassi e all’uso dei verbi (e dei tempi verbali), e dunque a come nella scrittura della Roselli tali relazioni producano continuamente sintagmi metaforici e frasi metaforiche. Nel Cap. 1 si concentra l’attenzione sulla riflessione che la stessa Rosselli ha prodotto sulla sua scrittura, attraverso l’analisi sia di materiale estratto da molteplici interviste sia di quanto elaborato dall’autrice nel suo saggio Spazi metrici. In dialogo con le riflessioni della Rosselli si presentano e discutono alcune posizioni critiche che sono state rilevanti nel caratterizzare l’interpretazione della scrittura rosselliana: in particolare Giovanni Giudici, P.P. Pasolini e Stefano Agosti. Si discute il fenomeno tradizionalmente studiato del “lapsus” rosselliano, inteso qui più come fenomeno di parallelismo fonologico e sintattico che non come esito di forme di scrittura automatica (di matrice surrealista). Si analizza quanto è stato proposto per caratterizzare le intense forme di strutturazione fonologica, ritmica e sintattica della lingua poetica della Rosselli, anche in apparente contrasto con la sua semanticità e significatività. Si ribadisce invece il ruolo della creatività metaforica come elemento decisivo della scrittura rosselliana, proprio a individuare una coerenza linguistica tra processi di strutturazione giocati sul piano del significante ed esiti semantici caratterizzanti. Si propongono analisi testuali a verifica di queste argomentazioni. Si analizza infine come alcuni intertesti – da Campana e il pittore-poeta Scipione, in particolare – siano fortemente rielaborati dalla Rosselli, sintatticamente e lessicalmente, dando esiti metaforici non presenti nei testi in filigrana. Nel Cap. 2 si entra nello specifico di un aspetto particolare della scrittura rosselliana, ovvero l’uso dei tempi verbali e di ciò che è stato chiamato “metafora tempo-aspettuale”. Sulla scorta di analisi generali prodotte in particolare da P.M. Bertinetto sul fenomeno della “metafora aspettuale”, si analizzano in dettaglio gli usi compatti dei Tempi verbali Presente e Imperfetto nella raccolta rosselliana Variazioni belliche, altamente caratterizzata (nella seconda parte, quella più innovativa dal punto di vista linguistico) dall’uso dell’Imperfetto e dalla sua aspettualità imperfettiva. Si mettono in evidenza e si analizzano testualmente due metafore aspettuali dell’imperfetto: l’imperfetto narrativo e le “accezioni modali” dell’imperfetto, inteso come “imperfetto onirico/fantastico”. In coda di capitolo si analizzano alcune innovazioni nell’uso della transitività/intransitività verbale, mettendo in evidenza come tali usi siano spesso motivati da esigenze espressive di carattere metaforico. Nel Cap. 3 si propongono analisi specifiche su costruzioni metaforiche lessicali, individuate in varie tipologie. Ibridazioni lessicali e metafora: metafore da ibridazioni interlinguistiche da inglese e francese, fusioni lessicali, calchi semantici; metafore da ibridazioni intralinguistiche su materiale lessicale italiano: fusioni, paretimologie, composti. Nel Cap. 4 si analizzano altri fenomeni di linguaggio metaforico e figurato o ambiguo: metafore da accostamenti nominali puri; metafore aggettivali da derivazione e affissazione; metafore in costrutti con il possessivo, un ricco uso plurilinguistico di frasi e sintagmi idiomatici; alcune ambiguità sintattiche derivate da interferenza plurilingue.

Grammatica della metafora e scrittura poetica in Amelia Rosselli

ROSSI, NICOLA
2019

Abstract

La presente ricerca intende focalizzare l’attenzione su un aspetto della lingua di Amelia Rosselli non sufficientemente analizzato dal punto di vista tecnico, ovvero la metafora, intesa non genericamente come uso di immagini (comunque in una scrittura fortemente visiva, se non visionaria) in senso tradizionalmente letterario, bensì come specifico fenomeno linguistico; da cui una “grammatica della metafora” di A. Rosselli e una illustrazione anche di alcune tipologie di forme metaforiche usate nella sua lingua poetica. La letteratura critica e linguistica che ha in parte analizzato la scrittura rosselliana ha concentrato l’attenzione in particolare sugli aspetti abnormi di tale scrittura: creazioni neologiche, “fusioni” e ibridazioni linguistiche sull’unità della parola, interlinguismo (italiano, inglese, francese), uso di arcaismi e aulicismi (anche e specie grafici), “sgrammaticature” ortografiche, paronimie e scrittura mimetica, “analfabeta” (per usare un’espressione rosselliana). Poca attenzione, ad esempio, è stata rivolta alle relazioni tra lessico e sintassi e all’uso dei verbi (e dei tempi verbali), e dunque a come nella scrittura della Roselli tali relazioni producano continuamente sintagmi metaforici e frasi metaforiche. Nel Cap. 1 si concentra l’attenzione sulla riflessione che la stessa Rosselli ha prodotto sulla sua scrittura, attraverso l’analisi sia di materiale estratto da molteplici interviste sia di quanto elaborato dall’autrice nel suo saggio Spazi metrici. In dialogo con le riflessioni della Rosselli si presentano e discutono alcune posizioni critiche che sono state rilevanti nel caratterizzare l’interpretazione della scrittura rosselliana: in particolare Giovanni Giudici, P.P. Pasolini e Stefano Agosti. Si discute il fenomeno tradizionalmente studiato del “lapsus” rosselliano, inteso qui più come fenomeno di parallelismo fonologico e sintattico che non come esito di forme di scrittura automatica (di matrice surrealista). Si analizza quanto è stato proposto per caratterizzare le intense forme di strutturazione fonologica, ritmica e sintattica della lingua poetica della Rosselli, anche in apparente contrasto con la sua semanticità e significatività. Si ribadisce invece il ruolo della creatività metaforica come elemento decisivo della scrittura rosselliana, proprio a individuare una coerenza linguistica tra processi di strutturazione giocati sul piano del significante ed esiti semantici caratterizzanti. Si propongono analisi testuali a verifica di queste argomentazioni. Si analizza infine come alcuni intertesti – da Campana e il pittore-poeta Scipione, in particolare – siano fortemente rielaborati dalla Rosselli, sintatticamente e lessicalmente, dando esiti metaforici non presenti nei testi in filigrana. Nel Cap. 2 si entra nello specifico di un aspetto particolare della scrittura rosselliana, ovvero l’uso dei tempi verbali e di ciò che è stato chiamato “metafora tempo-aspettuale”. Sulla scorta di analisi generali prodotte in particolare da P.M. Bertinetto sul fenomeno della “metafora aspettuale”, si analizzano in dettaglio gli usi compatti dei Tempi verbali Presente e Imperfetto nella raccolta rosselliana Variazioni belliche, altamente caratterizzata (nella seconda parte, quella più innovativa dal punto di vista linguistico) dall’uso dell’Imperfetto e dalla sua aspettualità imperfettiva. Si mettono in evidenza e si analizzano testualmente due metafore aspettuali dell’imperfetto: l’imperfetto narrativo e le “accezioni modali” dell’imperfetto, inteso come “imperfetto onirico/fantastico”. In coda di capitolo si analizzano alcune innovazioni nell’uso della transitività/intransitività verbale, mettendo in evidenza come tali usi siano spesso motivati da esigenze espressive di carattere metaforico. Nel Cap. 3 si propongono analisi specifiche su costruzioni metaforiche lessicali, individuate in varie tipologie. Ibridazioni lessicali e metafora: metafore da ibridazioni interlinguistiche da inglese e francese, fusioni lessicali, calchi semantici; metafore da ibridazioni intralinguistiche su materiale lessicale italiano: fusioni, paretimologie, composti. Nel Cap. 4 si analizzano altri fenomeni di linguaggio metaforico e figurato o ambiguo: metafore da accostamenti nominali puri; metafore aggettivali da derivazione e affissazione; metafore in costrutti con il possessivo, un ricco uso plurilinguistico di frasi e sintagmi idiomatici; alcune ambiguità sintattiche derivate da interferenza plurilingue.
2019
Italiano
TRIFONE, PIETRO
Università degli Studi di Roma "Tor Vergata"
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/295617
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIROMA2-295617